Un diritto messo … di traverso, Salvatore Cosentino
Venerdì 10 aprile 2015 Domus Romana ore 21 via delle Quattro Fontane 113. Un diritto messo … di traverso. Magistrato Salvatore Cosentino e la forma del teatro-canzone
Riceviamo e pubblichiamo
Magistrato in prima linea nella lotta contro la ‘ndrangheta, Salvatore Cosentino – di origine salentina e ora Sostituto Procuratore presso il Tribunale di Locri – ha fatto sue le parole di Leonardo Sciascia: “La mafia non sarà sconfitta dalla Digos, ma da un esercito di maestri elementari”. Convinto che la divulgazione sia uno strumento potente e irrinunciabile, ha scelto la forma anticonvenzionale del teatro-canzone, proprio per avvicinare la società civile al mondo del diritto. E, accompagnato dalla pianista Carla Petrachi, porta con successo i suoi spettacoli nei teatri, nelle università e nelle carceri di tutta Italia: da Roma a Napoli, Salerno, Lecce, Reggio Calabria, Cuneo, Firenze, Brescia (in allegato la tournèe completa, che prevede anche una tappa importante all’Umbria Jazz 2015).
Un diritto messo … di traverso, che il 12 dicembre (h 21.00) sarà alla Domus Romana (via delle Quattro Fontane 113 – Roma), è il suo primo monologo – vincitore del Premio Internazionale Kouros 2013 – e nasce da vent’anni di osservazioni sul “campo”, che hanno permesso all’autore di mettere in primo piano i paradossi, le storture e le contraddizioni, ma anche le pratiche virtuose del mondo dei giuristi, con la consapevolezza che il senso di responsabilità dell’individuo si sviluppa, oltre che con la repressione, con la diffusione della cultura. “La magistratura – dichiara Cosentino – è un’istituzione vista troppo spesso come confinata in una fredda torre d’avorio, lontana dall’uomo, e invece all’Uomo deve tornare. Per questo, ho cercato di umanizzare il mondo dei giuristi ricordando tutte le volte che esso viene declinato dal mondo dell’arte, cinema, teatro, poesia e canzone in primis. E allora, tra citazioni di Shakespeare e Roberto Vecchioni, Pirandello e De Andrè, Alberto Sordi e Tennessee Williams, Platone e Ennio Flaiano, Collodi e Vittorio De Sica – con l’ausilio di qualche breve spezzone cinematografico, e di qualche canzone eseguita dal vivo – cerco di ricordare a tutti che, in un momento di lungaggini giudiziarie e ‘incertezza del diritto’, la legalità non si fa solo con l’uso dei codici (o delle manette), ma anche con l’educazione al bello, al gusto e all’arte.”
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Salvatore Cosentino
Nato a Modena, ma leccese di origine e poi d’adozione, Salvatore Cosentino si è laureato a 23 anni e ha vinto subito il concorso in magistratura. All’età di 25 anni era uno di quei giovanissimi magistrati che l’allora Presidente della Repubblica Francesco Cossiga ribattezzò “giudici ragazzini”, con le funzioni di Sostituto Procuratore presso il Tribunale di Locri. In 23 anni di carriera è stato Sostituto Procuratore a Taranto, nonché Procuratore Reggente a Locri, sedi dove ha seguito importanti inchieste giudiziarie. A Locri è tornato 3 anni fa, dopo aver fatto addirittura un ricorso amministrativo. Infatti, paradosso davvero grottesco e molto italiano, per andare a lavorare nella famigerata e disagiata Locride dovette ingaggiare un braccio di ferro con la Procura di Taranto che, spalleggiata dal Consiglio Superiore della Magistratura, si opponeva al suo trasferimento: fu costretto a fare ricorso contro l’intero Consiglio. E lo vinse perché, prima il T.A.R. e poi il Consiglio di Stato, gli dettero ragione.
Docente Universitario di Diritto Penale presso l’Università del Salento nonché presso la Scuola di Specializzazione per le Professioni Legali, il suo primo monologo teatrale nasce quasi per caso durante un convegno accademico su giustizia e arte. L’incredibile successo ottenuto in quell’occasione segnò per Salvatore Cosentino il ritorno alla passione per la scena, la letteratura, l’arte e la musica che ha accompagnato la sua formazione fin dalle origini.