Divorzio Breve, è quasi fatta
Il Senato, dopo un lungo e faticoso iter, finalmente il 18 marzo ha approvato a larga maggioranza il Divorzio Breve.
Ora, in seconda lettura, dovrà tornare alla Camera, ma solo per alcune modifiche “tecniche” apportate da Palazzo Madama al testo già approvato in prima battuta a Palazzo Montecitorio.
Una vittoria politica che giunge dopo circa 20 anni dalle prime iniziative parlamentari. Per rendere più incisiva questa battaglia per la riduzione dei tempi per ottenere il divorzio, nel 2007 è stata costituita la Lega Italiana per il Divorzio Breve, associazione radicale fortemente voluta da Marco Pannella. L’Italia in questa materia è ormai fanalino di coda in Europa a discapito dei suoi cittadini che per ottenere il divorzio sono costretti ad intraprendere due procedimenti con un aggravio di costi e tempi del tutto ingiustificabile.
Dopo almeno tre legislature in cui l’obiettivo del divorzio breve non è stato centrato per ostruzionismi esclusivamente di natura ideologica, sembra che finalmente si sia arrivati al passo decisivo. Un risultato frutto del lavoro della Lega Italiana per il Divorzio Breve che ha saputo organizzare i tanti cittadini ormai stanchi della nostra legislazione attraverso iniziative nonviolente come è tradizione del movimento radicale. Dagli scioperi della fame al mail bombing, dalle manifestazioni alle mobilitazioni via web, tante sono state le iniziative intraprese anche grazie al supporto di Radio Radicale che ha voluto dare a questo obiettivo la necessaria visibilità. Un lavoro durato anni che alla fine ha ottenuto il riconoscimento anche dei senatori protagonisti di questa riforma.
Come sempre avviene in Italia non si è potuti giungere a quello che noi ritenevamo il risultato ottimale, ovvero l’eliminazione dell’obbligo della separazione legale, ma solo alla riduzione dei tempi della separazione obbligatoria, sei mesi per le consensuali e un anno per le giudiziali, oltre all’introduzione della semplificazione nelle procedure attraverso un Decreto Legge che consente la negoziazione assistita e la possibilità in determinati casi di sciogliere il matrimonio direttamente davanti all’ufficiale di stato civile.
Il PD tramite i suoi senatori più sensibili, Rosanna Filippin e Giuseppe Lumia, ha introdotto in commissione giustizia un emendamento blitz, sostenuto anche da M5s e parte di F.I., che in determinati casi consentiva alla coppia di saltare la fase della separazione legale. Come in altre occasioni, però, i democratici non hanno portato fino in fondo la proposta, lo stesso è avvenuto anche per le adozioni, in questo caso ci si riferiva alle adozioni per i single. Incassato il via libera da NCD alla proposta meno innovativa, si ottiene l’accordo in Aula solo stralciando gli emendamenti che fanno più infuriare i vari Sacconi e Giovanardi. Per il divorzio breve addirittura si è giunti ad una sorta di “Aventino” in commissione giustizia. Solo grazie ad un compromesso al ribasso, sacrificando il divorzio diretto, si arriva al voto e all’approvazione.
Ora si attende che in breve tempo la Camera ratifichi la decisione approvando in seconda battuta un testo già licenziato a maggio, e poi come da tradizione radicale ci porremo nuovi obiettivi utilizzando sempre le stesse armi che ancora una volta si sono dimostrate valide e determinanti.
Uno speciale ringraziamento a Marco Pannella per averci fatto fiducia e averci sempre sostenuto; a Maurizio Turco e Rita Bernardini, cofondatori della Lega Italiana per il Divorzio Breve, per il concreto aiuto; a tutti i parlamentari che in questi anni ci sono stati vicini; a tutti coloro che hanno collaborato con noi, tantissimi negli anni. Un grazie lo dedico anche a noi: al Tesoriere, avv. Alessandro Gerardi, e al sottoscritto Diego Sabatinelli, per non aver mai mollato la presa e per essere sempre stati capaci nel dialogo con tutti, anche quando l’obiettivo sembrava troppo lontano e irraggiungibile.
questa è sicuramente una bella notizia, i tempi si accorciano e si presuppone anche i costi, ma sono concorde con l’amico Riccardo il quale sottolinea il vero problema, quello del mantenimento che continua ad essere assegnato anche a donne giovani con capacità di lavorare e che si fanno licenziare per ottenerlo continuando a lavorare in nero, nonostante sia riconosciuto in sentenza che lo stipendio del coniuge sia misero e gravato da spese.
Quindi di cosa parliamo….? questa in breve la mia esperienza…
il problema non sono i tempi ma i costi, questa legge non servirà a niente se continuerà a “tutelare” il coniuge debole assegnando l’assegno di mantenimento a vita che terrorizza chi ha uno stipendio e volesse sposarsi…l’italia è l’unico paese che ha questa tradizione punitiva nei confronti di chi deve lavorare per vivere e si vede ridotto in povertà per mantener chi invece preferisce farsi mantenere e si guarda bene dal cercare un lavoro. I politici che parlano sempre di ripresa economica non capiscono che il matrimonio è anche un settore importante dell’economia, i vestiti da cerimonia, le bomboniere, le sale per ricevimento e i regali fanno muovere l’economia ma se la gente continuerà ad aver paura del divorzio sempre meno coppie si sposeranno e sempre più figli nasceranno al di fuori del matrimonio