VdA Impiego sistema robotico per chirurgia laparoscopica
Interpellanza sull’impiego del sistema robotico per la chirurgia laparoscopica
Riceviamo e pubblichiamo
Il gruppo Union Valdôtaine Progressiste, nella seduta consiliare del 25 marzo 2015, ha presentato un’interpellanza in merito all’introduzione presso l’ospedale Parini di Aosta del nuovo sistema robotico per gli interventi chirurgici in laparoscopia.
«A dicembre 2014 il Direttore generale dell’USL valdostana ha deliberato il contratto di noleggio del nuovo sistema robotico per gli interventi chirurgici in laparoscopia assistita, per un importo complessivo superiore ai quattro milioni di euro», ha spiegato il Consigliere Nello Fabbri, sottolineando i propri dubbi «sulla sostenibilità economica dell’attività chirurgica robotica presso il nostro ospedale, poiché a fronte di alcuni vantaggi, peraltro non condivisi da tutto il mondo scientifico, stiamo parlando di una tecnica costosa, il cui impiego potrebbe giustificarsi solo con un numero di interventi molto più numerosi rispetto a quelli attualmente effettuati.» Il Consigliere Fabbri ha quindi voluto sapere «se la Giunta non ritenga opportuno richiedere alla Direzione generale dell’USL una strategia di sviluppo aziendale che giustifichi maggiormente, a fronte dell’impegno economico, la decisione in questione e le chiediamo di condividere il risultato nella Commissione consiliare competente.»
L’Assessore alla sanità, Antonio Fosson, ha risposto che «questo sistema robotico non è una tecnologia nuova, bensì la sostituzione di una tecnologia portata in Valle d’Aosta nel 2003, quando una Fondazione bancaria regalò il robot all’ospedale. Abbiamo avuto 12 anni di esperienza robotica e si è sviluppata una professionalità che si ritrova raramente in altri centri ospedalieri. Vista l’usura del macchinario, abbiamo voluto sostituirlo perché si tratta di una tecnologia che, come riconosciuto dalla comunità scientifica internazionale, rende l’intervento chirurgico molto più preciso e che dà meno complicanze, e anche in seguito alla richiesta specifica di tutte le divisioni chirurgiche, soprattutto l’urologia con una lettera del suo attuale primario, dott. Benvenuti, e del dott. Pierini, primario precedente, con una sua lettera del 2010. Lo scorso anno ci sono stati 100 interventi, solo in ambito urologico: se questi 100 fossero operati fuori Valle, il costo sarebbe di 500 mila euro all’anno spesi in mobilità passiva. Questo nuovo apparecchio, che è più piccolo e più maneggevole, non sarà utilizzato solo dal settore urologico, ma anche da altre specialità. Si tratta quindi di una decisione di continuità oltre che un valore aggiunto, esempio di una sanità che fa prestazioni utili e di qualità per il paziente. Sono d’accordo a venire in quinta Commissione a presentare la documentazione, chiederei solo qualche mese al fine di poter fornire dei dati sull’evoluzione dell’utilizzo di questa tecnologia.»
Nella replica, il Consigliere Fabbri ha precisato che «non siamo contrari a tutto quello che rappresenta un miglioramento della nostra assistenza sanitaria, tuttavia da quanto ci risulta, i risultati non sono così conclamati. Siamo ben contenti che ci sia questa tecnologia ultra moderna, l’importante è che sia sostenibile. Apprezziamo la disponibilità dell’Assessore ad affrontare il problema in Commissione.»