Biblioteche di Roma, altro patrimonio da chiudere
Biblioteche di Roma, dimostrazione che quando qualcosa funziona sarebbe meglio annientarlo. Intervista a Giorgio Salerno, bibliotecario di periferia, che ci spiega la drammatica situazione.
In 24 mesi circa non so quante volte ho sentito la frase “è un servizio che funziona, e adesso lo vogliono distruggere” sempre riguardanti attività romane e per mano dell’Amministrazione Capitolina: cambiano gli assessori ma il risultato è il medesimo. Ci addentriamo nello specifico della sorte, apparentemente funesta, di Biblioteche di Roma. Un patrimonio che io stessa ho avuto la fortuna di conoscere -non grazie al Comune ma tramite un’amica- di recente ma che sbalordisce per la miriade di servizi che offre. Partendo dal mio preferito, il prestito inter bibliotecario, alla connessione internet, l’uso dei pc, l’immensa videoteca, l’attenzione ai più piccoli, la preparazione e la cortesia del personale e tutto quello che potete trovare in BiblioTu, il tutto gratuitamente o con la spesa massima di 5 euro per la Bibliocard.
Costi del servizio
Il 95% dei servizi è fornito dalle tantissime associazioni culturali, teatri, artisti e volontari che decidono di collaborare con il personale -ormai solo circa 290 unità- quindi quasi a costo zero per l’Amministrazione. RSU, sindacati e lavoratori hanno chiesto un’incontro con l’assessora Marinelli per comprendere dove sarebbero i risparmi che l’internalizzazione su Biblioteche di Roma garantirebbe. Giorgio Salerno RSU all’interno di USI, che il bilancio lo conosce bene e sa che in pochi anni è già stato ridotto di quasi 5 milioni di euro dice “Non solo non c’è più niente da risparmiare, ma se non rimettono una parte dei soldi noi saremo costretti a tagliare i servizi. Significa chiudere forse un terzo o forse metà delle Biblioteche di Roma, perché non riusciremo neanche a pagare le pulizie, le utenze o il servizio internet, non riusciremo a pagare i lavoratori Zètema che sono quasi 100 persone…”
Le Biblioteche di Roma sono aperte, mediamente, 50 ore a settimana al pubblico, alcune aperte di sera e altre addirittura aperte di domenica. Giusto eliminare o danneggiare questo servizio, funziona e pure bene. Al cittadino non costa nulla e garantisce un supporto fondamentale, in fondo non è altro che cultura nella città al mondo più ricca di storia.
Giorgio attendeva all’ora -10 febbraio- e per quanto mi risulta attende ancora, un resoconto dettagliato dall’assessora Marinelli con i giustificativi e le spiegazioni dei tagli. Ma considerando che il CdA non era neppure stato avvisato della internalizzazione e se non fosse stato Salerno a diffondere la proposta della delibera di Giunta da sottoporre all’Assemblea Capitolina, possiamo aspettarci anche che il documento arrivi solo ai Consiglieri il giorno della discussione davanti a Giulio Cesare.