Svendopoli, vince Marino perde Roma
Intorno all’una di notte la proposta di Delibera 88/2013 è approvata. Lo scandalo continua, svendopoli è la vittoria di Marino e della sua maggioranza. Roma perde parte del suo patrimonio.
Non è bastata la serie infinita di emendamenti e richiami al regolamento. Quello che da cittadina di Roma posso dire con certezza è che finalmente ho visto una bella, bellissima lotta da parte dell’opposizione. Il braccio di ferro c’è stato e ha aiutato i cittadini a comprendere meglio quello che sta accadendo, anzi quello che è accaduto. Ancora, come insegna il Governo, sono le ore notturne quelle migliore per far passare le scelte indigeste, e svendopoli è un boccone decisamente amaro.
Svendopoli e la lotta dell’opposizione capitolina
Alessandro Onorato, della lista Marchini, in 25 giorni è riuscito ad avere gli elenchi, neppure completi, degli immobili ed ha presentato diverse sospensive per annullare la decisione sulla 88/2013, sostanzialmente una discussione illegale dato che mancavano le basi sul quale creare vero confronto e dibattito, appunto gli elenchi dettagliati di chi godrà della svendopoli o di chi è moroso da anni, e tutti i dati che devono essere a disposizione dei cittadini, addirittura online.
Il Movimento 5 Stelle ha portato a casa alcuni emendamenti che, come dicono in una nota, “eliminano lo sconto per i furbetti, l’azzeramento di ulteriori sconti alle istituzioni religiose e l’eliminazione dei fondi immobiliari”.
Il servizio realizzato dalle “Iene” ha fornito ulteriori spunti di riflessioni specie sulle dichiarazioni di Luigi Nieri -vicesindaco e fino a poche settimane fa assessore al Patrimonio, posto ora occupato da Alessandra Cattoi– che si giustificava della mancata pubblicazione di alcuni dati, come se altri fossero veramente pubblici, per una volontà del garante della privacy. Quest’ultimo però ha fatto tempestivamente sapere che non ha mai ostacolato nulla.
Prima del voto Fabrizio Ghera capogruppo FdI-AN dichiarava “E’ una corsia preferenziale verso l’autostrada del privilegio, che accontenta amici e amichetti della sinistra, note associazioni occupano immobili del Comune in zone di grande pregio senza nessun contratto in essere o con morosità verso l’amministrazione di centinaia di migliaia di euro, come per la Casa Internazionale delle Donne che deve alle casse capitoline ben 270 mila euro. Marino non racconti balle, oltre 500 immobili in prelazione e scontati del 30% a chi ha corrisposto canoni di affitto a prezzi stracciati è uno schiaffo al patrimonio della nostra città e ai romani che fanno sacrifici ogni giorno per pagarsi la rata del mutuo e l’affitto della casa in cui vivono”
Dario Rossin, capogruppo FI, parlava di una città già ferita che “non può sopportare una manovra fatta esclusivamente di tagli e senza proposte. Ci opporremo con forza a questo documento irricevibile” e decisamente hanno fatto la loro parte come Marco Pomarici, Verso La Lega dei Popoli con Salvini, che gira anche un breve video intorno alle 00.45, poco prima del voto, documentando l’entrata in Aula del sindaco Ignazio Marino, desaparecidos che da un mese disertava l’Aula Giulio Cesare e il suo scranno.
Il voto che approva la proposta di delibera 88/2013
Sono sfiniti e si percepisce, ma l’inevitabile accade. Si vota per appello nominale, sono presenti 35 consiglieri ed hanno votato in 31, favorevoli 21, contrari 6 e astenuti 4 e la proposta di delibera 88/2013 è approvata. Significativo l’applauso finale, quasi da far accapponare la pelle dato che sappiamo cosa è stato approvato!
La presidente dell’assemblea Valeria Baglio che ha il merito di aver mantenuto il punto -qualcuno la chiama esecutrice dell’ordine ricevuto- instancabilmente e fino alla fine è al suo scranno e dichiara “grazie ai consiglieri di maggioranza e opposizione per il lavoro e l’impegno dimostrato” e toglie la seduta.
E’ stata approvata una delibera che di fatto aiuta i soliti amici e furbetti, che toglie la dignità agli sforzi di imprese, commercianti e cittadini, che punisce chi paga tasse, affitti e utenze e premia chi ha amicizie altolocate, oppure ha buttato giù una porta per occupare e fregandosene della correttezza cavalca l’onda dell’opportunità. Ma in fondo questa è la Roma che stiamo vedendo da anni, amministrata da chi usa uno scandalo per coprirne un altro e se scandalo non c’è, si cerca. La Capitale taglia 310 milioni di euro a tutto, dal sociale alla cultura, ma trova i fondi per ATAC, partecipata del comune e morosa verso la Roma TPL. La città che ha nel suo cuore 48 licenziati dalla Roma Multiservizi e che ancora aspetta un bando per la Meditral e il trasporto dei disabili.
Questa è la città che, certamente, vedrà battaglia nei prossimi giorni. Alessandro Onorato poco prima del voto scriveva ”
La delibera nonostante la nostra dura opposizione che dura da ormai 25 giorni verrà approvata ma noi faremo ricorso al TAR perché non si può svendere in questo modo il patrimonio di pregio della città di Roma. È imbarazzante il clima è l’approssimazione con la quale Pd e Sel decidono di vendere oltre 300mln di € di patrimonio comunale. Banchi della maggioranza deserti e tutti al bar a gozzovigliare!”.
Al Tribunale Amministrativo Regionale faranno appello anche le altre forze di opposizione, ed è questa una delle cose più imbarazzanti, siamo costretti a ricorrere ad un Tribunale per difenderci da chi dovrebbe amministrarci e parlava di amore per Roma.