PD e primarie, la distrazione di massa
Per leggere questa storiaccia fatta di primarie taroccate e Partito Democratico molto poco trasparente bisogna partire dalle recenti polemiche intorno alle dimissioni di Cofferati e poi tornare indietro nel passato per vedere fino a dove può arrivare un potere malato.
Cofferati sbatte la porta in faccia al PD e se ne va attaccando i vertici e accusandoli di non avere detto nulla “sull’inquinamento delle primarie della Liguria da parte del centrodestra”. Nel partito si infiamma la polemica, che fa riaffacciare anche lo spettro della scissione a sinistra. Un copione già visto quello che ha coinvolto le primarie liguri, ricordate? A Roma le primarie sono vinte dalla creatura di Goffredo Bettini, il senatore Ignazio Marino.
In quel caso a lanciare l’allarme su Facebook è Cristiana Alicata, membro della direzione regionale del Pd Lazio:«Le solite incredibili file di Rom che quando ci sono le primarie si scoprono appassionatissimi di politica. Non è razzismo: sono voti comprati Chi lo nega è complice dello sfruttamento della povertà che fa il clientelismo in politica, non è la prima volta che succedono queste cose, guarda il voto di Napoli con i cinesi. Il tema non è il razzismo, ma chi sfrutta gruppi poveri che abitano ai margini della città». Una bomba atomica lanciata senza conseguenze apparenti, perché a sentire Cofferati in Liguria ci risiamo, un buon modo per far fuori i concorrenti mentre Matteo Renzi tace, evidentemente il sistema democratico e trasparente fa venire a troppi l’orticaria.
A Roma, però, la situazione non finisce così. Lo scrive l’Adnkronos, Anche le primarie del Pd romano finiscono sotto le mani di Mafia capitale. La cupola romana si organizza, secondo quanto emerge dalle intercettazioni del Ros per l’inchiesta ‘Mondo di mezzo’, per smistare voti a Lionello Cosentino e Tommaso Giuntella, in corsa per la segreteria romana dei dem. ”Come siete messi per le primarie?”, chiede il capo dell’organizzazione Massimo Carminati al suo braccio imprenditoriale, Salvatore Buzzi, presidente della Cooperativa 29 giugno, iscritta a Legacoop. ”Stiamo a sostene’ tutti e due – risponde – Avemo dato centoquaranta voti a Giuntella e ottanta a Cosentino. Cosentino – puntualizza Buzzi – è proprio amico nostro”.
L’inchiesta Mafia Capitale strettamente legata alla politica romana ed al PD, però, sparisce dalle cronache prestissimo, lo scandalo che diverte TV e media nazionali diventa la ribellione degli agenti della Polizia Locale a Capodanno e la rivolta dei dipendenti capitolini contro i tagli al salario accessorio, mentre su tutti i protagonisti di questa vicenda cala il silenzio e l’oscurità. Una vicenda trasversale alle forze politiche, se si dà giusto peso alle dichiarazioni di Cofferati ed all’inchiesta che ha scosso solo per pochissimi giorni l’opinione pubblica subito distolta su altro.