Cronaca

Si accettano miracoli: la recensione del film di Alessandro Siani

Alessandro Siani torna al cinema in veste di regista e attore in “Si accettano miracoli”. Un film che, per decollare, avrebbe bisogno davvero di un miracolo.

Dopo averci provato dietro la macchina da cinepresa con Il principe abusivo, Alessandro Siani tenta di bissare il successo del suo lavoro precedente, lanciando nei cinema una nuova commedia brillante, Si accettano miracoli. Uscita nelle sale proprio in occasione del primo dell’anno, la pellicola ha subito raccolto un incredibile seguito di spettatori paganti, anche grazie al traino dei precedenti film che hanno visto Siani come protagonista.

La precedente fatica dell’attore comico alla regia, Il principe abusivo, ha infatti ottenuto un’accoglienza piuttosto calorosa da parte del pubblico, nonostante una trama abbastanza paradossale e sconclusionata, ma accompagnata comunque da una serie di gag forse non originalissime, ma capaci comunque di strappare un ingenuo sorriso a chiunque, motivo per cui esistono pellicole del genere. Si accettano miracoli segue praticamente la stessa falsariga del suo ideale predecessore, nonostante la sceneggiatura presenti qualche leggera complicanza in più: Alessandro Siani interpreta Fulvio, licenziato dal suo capo ed arrestato successivamente per averlo aggredito. In seguito alla scarcerazione suo fratello, Don Germano, cerca di riportarlo sulla “retta via”, ospitandolo nella casa famiglia gestita dal prete nel suo piccolo paesello. Le condizioni economiche della cittadella versano in una condizione disperata e la chiesa gestita da Don Germano cade letteralmente a pezzi: una “coincidenza gocciolante” permetterà però all’astuto Fulvio di escogitare un piano per inventare un miracolo e rivitalizzare l’economia del paese, attirando turisti e curiosi.

L’incipit della trama di Si accettano miracoli già lascia intravedere il leit-motiv della pellicola: quello dell’inganno, della furbata, tanto legata alla quanto mai proverbiale arte dell’arrangiarsi, che con Siani acquisisce di film in film sempre più una caratura prettamente partenopea, alimentando i già noti pregiudizi sul popolo napoletano. Lo scopo del comico è sempre stato questo: quello di risaltare i difetti di Napoli e dei napoletani, ridendoci sopra, ironizzandoli fino all’inverosimile e al paradossale, dandogli conseguenzialmente connotati divertenti e positivi. Una dialettica bonaria e molto popolare, che invece di esaltare tende a creare ulteriori motivi di scherno e pregiudizio da parte di chi, da secoli, ghettizza la gente del sud. Gli incassi e il successo, in questi campi, hanno però la priorità, e la formula proposta da Siani funziona: la gente continua infatti a ridere, magari a battute non sempre originalissime e parzialmente riciclate dai vecchi monologhi del comico stesso. Ma ride, ed questo è ciò che conta in questo genere di film. La comicità di Si accettano miracoli, in realtà, non appare mai estremamente volgare, ma risulta fin troppo spesso scontata e stereotipata: ironizzare sul peso e sulle disgrazie altrui può risultare divertente solo se non diventa una consuetudine, pratica che invece diviene realtà nel film. Molte gag ricordano, ahi noi, in maniera davvero troppa marcata le situazioni da “Stanlio e Olio” viste nei film di Natale dei Vanzina, indice di una mancanza di idee comiche da proporre.

La spontaneità di Siani, affiancata dal suo moralismo popolare e stucchevole trasformano però un film mediocre in una vera e propria macchina da botteghino, dove gli spettatori diventano veri e propri generatori di risate spensierate. Peccato che i momenti comici del film non siano neanche così tanti, ma il popolo italiota ama ridere sugli stereotipi banali, sulle gag paradossali. Quindi, perché sfiancarsi nel creare qualcosa che faccia davvero ridere e che abbia un minimo di creatività ed originalità? A questo film manca tutto ciò che può definirsi creativo, e nonostante sbancherà i botteghini di tutti i cinema d’Italia, gli serve davvero un miracolo per salvarsi qualitativamente. Un miracolo vero, ovviamente.

Film: comingsoon.it

Giuseppe Senese

Sono un laureando in Scienze e Tecnologie Informatiche, che nutre anche numerose passioni come la musica, il cinema e il calcio. Adoro il Rock Progressivo degli anni 70' (soprattutto quello britannico e quello italiano) e sono un tifoso sfegatato del Napoli.

10 pensieri riguardo “Si accettano miracoli: la recensione del film di Alessandro Siani

  • Un film veramente deludente e quasi imbarazzante per uno come Siani che verrebbe accreditato dalla critica specializzata e dall’opinione pubblica come il nuovo profeta della comicità napoletana, erede e continuatore dei grandissimi Totò e Massimo Troisi. Trama inesistente, storia con uno sviluppo poco coinvolgente ed un finale quasi ridicolo, battute banali, scontate e prive di qualunque mordente comico, recitazione approssimativa di quasi tutti gli attori, ad iniziare ad quelli di maggior calibro, ruoli poco idonei ed anche marginali per attori pur molto bravi come ad esempio Serena Autieri. Un grande passo indietro per Siani, per la sua credibilità di attore e di regista e per la sua pretesa di essere il nuovo alfiere della napoletanità e della comicità napoletana, anche se i suoi trascorsi professionali e cinematografici e la sua indiscutibile bravura ci consigliano e ci orientano a dovergli concedere una prova d’appello che stavolta sicuramente non fallirà più.

  • Salve. Ieri ho visto il nuovo film di Siani….che dire??? Risate ne ha strappate ben poche e non solo a me, ogni tanto mi giravo intorno e persone che ridevano sinceramente ne ho viste poche…insomma le solite gag di bassa lega e battute stereotipate che fanno del popolo del sud i soliti cretini. Non lo consiglio… meglio una buona pizza.

  • salemme in teatro è uno spettacolo, bravissimo fa ridere ed è difficilissimo trasportare la comicità teatrale al cinema. il film se si paragona alla commedia teatrale è una delusione però dopo i primi tre film(ultimo bel film ho visto le stelle) anche lui ha perso verve, ma con è fuori nevica ha riproposto la sua comicità che aveva perso. Poi scopri che fa queste comparsate in questi film insulsi e mi chiedo, per soldi?per far vedere che è poliedrico può anche fare film di merda?ahaha bho

  • Giuseppe Senese

    Checco Zalone non lo prendo manco in considerazione, mentre per Salemme ho recensito la riproposizione teatrale di …E fuori nevica, ed anche lì ho espresso parecchie perplessità.

    A livello di comicità direi che Siani forse è tra i meno peggio, ma nel filone delle commedie brillanti si assesta sul livello delle altre. Il fatto dello “svagarsi” va bene, ma onestamente devi anche saper far svagare… e usare sempre la stessa formula e sempre le stesse battute purtroppo (o per fortuna, forse…) funziona.

  • Ah scusa ora ho capito che la risposta non era per me, ma invece c’era lucia che aveva risposto. scusa

  • Grazie dela risposta e volevo precisare che sono Mauro un ragazzo , mi hai risposto al femminile 😉
    Ma io ho letto bene la tua recensione e apprezzo la tua sincerità, ma come ho già detto prima , la gente molto spesso va al cinema per svagarsi non per prendersi un dottorato in fisica nucleare, quindi è ovvio che non si badi alla sostanza. Per il resto mi sono sentito toccato perchè pure io seguo siani dai tempi di garibaldi, e non è mai stato “ripetitivo ” o banale, il cinema è diverso lo so, ma dimmi la verità tra tutti i comici lui per ora è il migliore?
    Hai visto il film orrendo di aldo giovannni e giacomo?checco zalone l’ultimo film era da schiaffi, per non parlare del film “di che segno 6” è da denuncia per quanto è povero (mi dispiace solo per salemme che adoro). Per il resto seguo il tuo consiglio e di sicuro il film lo guarderò per ridere e spassarmela, poi se non farà ridere te lo farò sapere, ma non ne farò un dramma e poi credimi film belli ci sono al cinema, se si capisce un pò di cinema. Scusate se esisto l’hai visto?Bello davvero, cmq mi leggero altre recensioni, io mi diletto con un blog a scriverle ma non avendo lettori l’ho lasciato stare. saluti

  • Giuseppe Senese

    Ciao, innanzitutto grazie per aver letto tutta la recensione e per aver esternato la tua opinione, mi fa sempre piacere leggere commenti a ciò che scrivo, vuol dire che riesco a parlare con il pubblico e non solo con il monitor xD

    Comunque mi dispiace che ti sia sentita offesa, non era proprio nelle mie intenzioni… come ho detto in un commento precedente, solitamente esprimo giudizi maggiormente oggettivi in termini di recensioni, ma in tal caso ho anche espresso un pensiero un po’ più personale sul modo di fare di Alessandro Siani, che seguo fin dai tempi di Telegaribaldi e dei suoi esordi alle TV locali. Non volevo insultare nessuno e non mi permetterei mai di farlo, e onestamente se sono caduto in qualche cliché vedo di analizzare meglio il tutto e di fare il mea culpa, perché era proprio l’ultima delle mie intenzioni.

    Ho un po’ “generalizzato” sul popolo italiota perché questo film, come già ho potuto constatare ieri nelle sale cinematografiche, ha fatto il boom al botteghino e se lo vedranno in tantissimi, quindi scusami ma penso di potermi permettere una generalizzazione in tal frangente, nonostante io odi generalizzare. Sul fatto degli stereotipi banali e delle gag paradossali, beh, appena guarderai il film capirai di cosa sto parlando: Siani basa la sua comicità da anni (che io comunque apprezzo ma non in ambito cinematografico, ma più in quello cabarettista, maggiormente appropriato per la sua dialettica) sullo scherzare in maniera bonaria sui difetti delle persone (grassezza, inettitudine, goffagine, ecc…), cosa che inizialmente funziona ma che, a lungo andare, risulta anche antipatica. Questo film, così come il suo predecessore, non è puramente comico, tenta di far riflettere, ma secondo me ci riesce nel modo più sbagliato possibile, presentando situazioni poco realistiche e ingigantendo le brutte abitudini per cui noi napoletani siamo tanto odiati. La critica sociale è raccontata, sì, ma è raccontata male, proprio perché si enfatizza più il lato “furbesco” che quello di redenzione, e parlo soprattutto del finale.

    Non volevo dire alcuna cattiveria (le cattiverie secondo me sono altre), ma ammetto di esserci andato un po’ pesante. In ogni caso ti consiglio comunque di vedere il film, sperando che ti piaccia e che ti regali un ora e cinquanta di divertimento spensierato, però ti dirò, a me questa comicità non fa più ridere come una volta.

  • Giuseppe Senese

    Innanzitutto ti ringrazio per aver letto tutta la recensione, comunque non so se sono stato un po’ troppo “pesante” o giudizievole, ma non mi pare di aver detto che il film fa schifo. Il fatto che i film di Siani non mi piacciono, beh, è vero… e quelli di Aldo, Giovanni e Giacomo a stento li ho visti, anche se quella è una comicità un po’ diversa. Mi sono limitato ad evidenziare ciò che andava (poco) e ciò che invece non mi è piaciuto (molto). Diciamo che solitamente in tali valutazioni tendo ad essere il più oggettivo possibile, ma se devo essere sincero la dialettica di Siani non l’ho mai particolarmente digerita, e in tal senso ammetto di averci messo un giudizio un po’ più personale, e se avessi recensito anche “Il principe abusivo” sarei stato ancora più severo. In ogni caso ti consiglio di andarlo a vedere comunque, perché come ho scritto nella recensione il film è comunque divertente, anche se devo dire la verità, vere risate me ne ha strappate pochissime, perché certe battute erano prevedibilissime e tante situazioni, più che farmi ridere a crepapelle mi han fatto sorridere timidamente, nulla più.

  • Premetto di non aver ancora visto il film, ma leggendo la trama scritta da te nella recensione mi sembra che in fondo non sia tremendo come dici, anzi intravedo anche una certa critica sociale… ma, indipendentemente dai tuoi gusti personali e il significato allegorico del film, ti consiglio di evitare frasi del genere: “Peccato che i momenti comici del film non siano neanche così tanti, ma il popolo italiota ama ridere sugli stereotipi banali, sulle gag paradossali” dove insulti in una sola volta il film, il regista e gli italiani, i quali non identificano la categoria degli spettatori, per propria natura mutevole e circoscritta… parli di stereotipi ma la tua recensione è piena di cliché…libertà di parola non significa sparare una serie di cattiverie per sembrare alternativi e controcorrente… libertà di parola significa esprimere il proprio pensiero educatamente e nel rispetto degli altri… perché solo in tal modo si può garantire a chiunque lo stesso diritto…

  • Il film ancora devo vederlo ma la recensione la trovo troppo cattiva, forse non conosci bene siani da criticarlo cosi duramente. Tutti i comici fanno battute da vecchi spettacoli teatrali(crozza, benigni,il trio ecc ecc) e non fanno ridere, il compito di un comico è quello io credo, vai a guardare quell’insulso film di aldo , giovanni e giacomo e vediamo che mi dici. Siani è nato in quel modo e nei suoi film trasporta pari pari la sua comicità semplice e di strada, se guardi i suoi primi film vedrai che non è cosi scontato, e poi un consiglio. L’italiota medio lascialo stare quello serve alle elezioni, nei film o nei botteghini non per forza si deve guardare la sostanza o si deve essere degli scienziati per andare al cinema non credi?Ognuno sceglie i film in base ai suoi gusti, io scelgo siani perchè mi piace a prescindere e fa ridere, chi sceglie altri film lo fa per “provare” , per interesse verso un attore(io per esempio gurderò ache a 90anni Arnold Alois Schwarzenegger) quindi non per forza si va al cinema per fare un esame di cultura generale. Alla fine basta guardarsi intorno per vedere che film “comici” co trame più interesanti e sociali esistono, ma sai l’italiota medio cosi come vota sicuramente sceglie i film, l’italiano medio è troppo sopravvalutato per quanto riguarda l’intelligenza. Cmq vedrò il film e ti farò sapere comè il film, ma se si legge prima la recensione fai pensare che il film fa skifo, e non capisco se lo fai per tuoi pregiudizi o perchè siani non ti piace proprio, nelle recensioni si deve essere obiettivi.

Cosa ne pensi?

error: Condividi, non copiare!