Comune di Roma, il grande inganno
Come ogni fine che si rispetti ed inizio degno di questo nome provo a fare un bilancio della catastrofica situazione del Comune di Roma, la peggiore da quando ho memoria.
Già er Monnezza, al secolo Tomás Milián, per indicare un grosso buco -evitiamo di descrivere in quale situazione- lo paragona al buco di bilancio del Comune di Roma. Siamo negli anni settanta, quelli del terrorismo e della Banda della Magliana, ma anche quelli della rinascita con l’assessore Nicolini. Ricordate? Bei tempi passati. Oggi, limitandoci al periodo in cui ha operato questa Giunta -o sarebbe meglio dire ciò che ne è rimasto tra dimessi ed indagati- la situazione dei morti ammazzati o gambizzati per guerre tra bande rimane sostanzialmente immutata, basta leggere le cronache di questi ultimi giorni, mentre per quanto riguarda le infiltrazioni mafiose c’è una novità. Una volta erano i Servizi ad infiltrare le bande, qualcuno sostiene anche per fargli fare il lavoro sporco, oggi sembra siano le bande ad infiltrare le amministrazioni per commissionare il lavoro sporco. Abbiamo fatto un salto di qualità definitivo, quello senza ritorno, quello che già tanti anni fa qualcuno denunciava tra le risate delle istituzioni: Roma è infiltrata dalla Mafia.
Va beh, d’accordo, ci sono le bande e le loro guerre esattamente come negli anni 70 e 80 ed i protagonisti di oggi spesso sono quelli di ieri, cambia il movente: i soldi e non i miti. Ma Nicolini che riportava la gente in strada dopo anni di buio dov’è? Scomparso e compianto grandissimo assessore alla cultura, pazzerello e illuminato che cambiò il volto di una città sofferente ed impaurita. Ora abbiamo un sindaco che ai minimi storici in fatto di gradimento popolare resuscita grazie ad un’inchiesta che vede coinvolti nella sua amministrazione un assessore, il presidente del consiglio comunale e il responsabile della direzione Trasparenza e Anticorruzione, più tutta una serie di politici che nelle intercettazioni sembrano essere benvoluti e benevolenti. Avete capito bene: resuscita! O viene resuscitato dalla stampa interessata al potere, dai salotti che contano -ovvero il potere-, e perfino dal non amichevole presidente del consiglio. Roba da marziani, ma di quelli cattivi della Guerra dei Mondi, non certo quello di Ennio Flaiano.
Già questo ci dovrebbe far riflettere su come stiamo vivendo questo scellerato e pericoloso periodo. Un sindaco che non è stato capace di risolvere nessuna delle criticità della Capitale, spostando tutto il suo impegno in una pedonalizzazione -sì, avete capito bene, una pedonalizzazione- mentre avvengono le stesse cose che avvenivano prima, ma con molto più disagio sociale degli anni passati e senza nessun dialogo con i cittadini, che siano utenti, lavoratori o commercianti. Ora, però, si erge a fustigatore dei comportamenti altrui, senza nemmeno sapere bene quello che sta avvenendo, perché certo la storia non dovrebbe finire qui, altrimenti di che mafia stiamo parlando? E non è certo il decoro e l’immagine di Roma che deve essere salvata, ormai definitivamente sporcata agli occhi dei cittadini di tutto il mondo. Per le storiche colpe dei politici -indimenticabili i cartelli di Pannella che li accusava di essere ladri di verità, giustizia e di denaro pubblico- si sposta tutto il fardello sugli ultimi, sui deboli, su coloro che non hanno accesso alle tavole che contano come Buzzi o Carminati, e che non influenzano le testate giornalistiche. Quei deboli che sotto elezioni il vicesindaco Nieri dichiarava di voler garantire, il vero volto del comunismo anni 90.
Quindi, il mio sguardo si posa su loro: i licenziati, i poveracci che continuano a morire di freddo in strada, i commercianti che chiudono, i lavoratori che perdono il diritto di opporsi al disastro economico -quando ad un lavoratore viene negato il diritto di difendersi dal potere, tutti i cittadini ne hanno perso il diritto-, alle periferie abbandonate, ai cittadini che pagano e non ricevono nulla in cambio. Io non sono complice! In un Paese normale sarebbe stato sciolto il Consiglio per infiltrazioni mafiose e un vicesindaco come Nieri si sarebbe già dimesso solo per le intercettazioni in cui viene citato, si chiama “opportunità politica” che nulla c’entra con il coinvolgimento nelle indagini.
Tutto questo in un Paese normale. Buon 2015