Cronaca

Milan-Napoli 2-0: gli azzurri regalano, i rossoneri ringraziano

Il match Milan-Napoli è stato sicuramente deciso dai regali della difesa azzurra: bravi ad approfittarne i rossoneri, autori di una partita non perfetta.

Il Natale è arrivato in anticipo in casa Milan. Ad impersonare il famoso “Babbo” ci ha pensato Kalidou Koulibaly, accompagnato dalle sue renne, che ovviamente non rispondono al nome di Dasher, Dancer, Prancer, Vixen, Comet, Cupid, Donder e Blitzen ma a quelli dagli altri giocatori mandati in campo da Benitez, subentranti compresi. Perché il Milan, giocando una partita spettacolare ma ricca di errori, è riuscito ad avere comunque la meglio contro una squadra a tratti imbarazzante anche per la Lega Pro, quasi da chiedersi come abbia fatto a guadagnarsi il passaggio all’Europa League e l’attuale posizione in classifica.

I motivi, guardando la partita di oggi, non sono però così oscuri: basta infatti che le stelle della squadra si spengano per far inabissare tutto il complesso in un mare di imbarazzante mediocrità. Callejon ha perso completamente la bussola, risultando egoista e affrettato anche nelle giocate più elementari, mentre Higuain pensa ormai più a protestare che a giocare. Mertens sembra il fratello monco di quello visto l’anno scorso ed Hamsik, partito comunque oggi dalla panchina, sta ottenendo una costanza di rendimento davvero incredibile. In negativo, ovviamente. Di questo passo il progetto Napoli è destinato a fallire inesorabilmente, rendendo tutti gli sforzi (non proprio immensi, bisogna dirlo) della società vani e controproducenti.

Le premesse ci sono tutte: in caso di mancata qualificazione alle coppe, Higuain e Callejon potrebbero chiedere la cessione, e neanche la permanenza di Mertens (autore comunque finora di una stagione al di sotto delle sue possibilità) sembrerebbe così scontata. Nel caso in cui la società sbagli gli acquisti per rimpiazzare i possibili partenti la squadra si ritroverebbe a doversi affidare esclusivamente agli elementi che stanno affossando l’attuale rosa e a nuovi giocatori non all’altezza. Il fallimento è praticamente dietro l’angolo. Basti guardare chi gioca attualmente nel Napoli: Rafael è probabilmente il portiere ad aver fatto meno parate in tutta la Serie A, e un motivo ci deve stare; Koulibaly sarebbe un elemento valido in un videogame come FIFA, dove la velocità e la potenza fisica risultano elementi determinanti, ma in Serie A non può proprio giocare visto che si fa sistematicamente scartare come un birillo (situazione verificatasi almeno nel 33% dei casi in cui il Napoli ha preso gol); Raul Albiol è stato ceduto con esultanza da Madrid, e oggi abbiamo capito il perché, mentre il resto della squadra è composta da calciatori tutto sommato mediocri, in cui spicca qualche individualità latente mostrata saltuariamente da De Guzman e Duvan Zapata. Il 4-2-3-1 è un modulo vincente, ma solo se hai centrocampisti di spessore e difensori di qualità, cose che al Napoli mancano palesemente.

E non basta passare un girone di Europa League rivelatosi poi ampiamente al di sotto delle aspettative, visto che solo lo Young Boys ha realmente impensierito gli azzurri: se non brillano i campioni, il Napoli è una squadra da Serie B, e il progetto, se mirato verso questo andamento, è destinato a fallire mortalmente, relegando la compagine partenopea nuovamente nella mediocrità; un vero peccato, visto il tesoretto “promesso” da De Laurentiis, di cui tutti noi abbiamo perso le tracce. Ultimo appunto in casa azzurra: per due match di fila Rafa Benitez ha inserito un centrocampista di rottura, Gargano, escludendo Zapata contro l’Empoli e De Guzman contro il Milan; in entrambi i frangenti bisognava provare almeno a recuperare (se non a vincere, come contro i toscani), e togliere un elemento offensivo per uno difensivo non rappresenta certo una mossa che ostenta voglia di vincere e di recuperare. Quindi il messaggio personale dell’autore dell’articolo è questo: se non si vuole vincere e si vuole far chiudere la stagione nella mediocrità più assoluta, è meglio lasciare la baracca prima che venga affondata definitivamente.

In tutto questo va anche sottolineato che Milan-Napoli ha visto i rossoneri molto più in palla delle volte precedenti, anche per demeriti degli avversari: ad un Menez sempre più costante si sono affiancate le ottime prestazioni dei difensori centrali, con un Mexes totalmente recuperato e un Montolivo finalmente convincente, anche se contro questo Napoli da rottamare bastava davvero poco per vincere.

Giuseppe Senese

Sono un laureando in Scienze e Tecnologie Informatiche, che nutre anche numerose passioni come la musica, il cinema e il calcio. Adoro il Rock Progressivo degli anni 70' (soprattutto quello britannico e quello italiano) e sono un tifoso sfegatato del Napoli.

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