CasaPound e residenti Casalotti, il centro Enea? No grazie
Immigrati: CasaPound in piazza con i residenti di Casalotti, il Centro Enea va chiuso. Comunicato stampa ufficiale
Roma, 6 dicembre – C’era anche CasaPound Italia in piazza a Roma con i residenti di Casalotti per chiedere la chiusura del Centro Enea, una struttura che ospita centinaia di immigrati e che ha portato degrado e disagi nel quartiere a fronte di una spesa per il Comune di Roma di 4 milioni di euro solo nell’ultimo anno.
Tra Tricolori, striscioni come “il centro Enea? No grazie” e “Alcuni italiani non si arrendono” e slogan come “il centro d’accoglienza non lo voglio”, centinaia di residenti di Casalotti hanno partecipato alla fiaccolata promossa dal comitato Fenix 13 con il sostegno di CasaPound a piazza Ormea, chiedendo ancora una volta a gran voce che la struttura venga chiusa e che lo stabile e i fondi spesi per mantenere il centro vengano invece restituiti al quartiere e ai suoi cittadini.
“Le periferie non sono le discariche d’Italia, non sono terre di nessuno da lasciare in balia delle ‘mafie capitali’. Gli italiani si stanno riprendendo le strade, i quartieri, stanno imparando a scendere in piazza insieme, sotto il tricolore, e a non farsi più ingannare da posticce divisioni ideologiche che fanno comodo solo a chi li vuole addormentati – ha detto il vicepresidente di CasaPound Italia Simone Di Stefano – E se i vari Renzi e Marino ancora una volta si fossero ‘distratti’ e non avessero capito cosa sta accadendo intorno a loro, nel mondo reale, distante mille miglia dal mondo virtuale della politica da salotto, o da quello criminale della politica degli affari, penseranno gli italiani a ricordarglielo, come stanno facendo stasera i residenti di Casalotti”.