Cronaca

Mafia Capitale. E’ finita non esiste più l’Amministrazione Marino

Immagino un pennarello nero che traccia le parole Mafia Capitale su una cartellina; quel gesto è la fine dell’amministrazione Marino, almeno per me.

La nausea è una condizione pressoché momentanea, si vomita e poi passa. Quando si intasa il gabinetto si usa il famoso “stura tutto” o nei casi gravi si chiama l’omino che con qualche macchinario rimuoverà lo schifo che ha otturato i tubi di scarico. Le sensazioni e le emozioni di questo momento non le so definire ma non accennano a passare, anzi vanno peggiorando di giorno in giorno. Mi sento derubata, affranta, delusa, arrabbiata. Sono umiliata e ferita.

Per quanto mi riguarda Roma non ha più una guida, non riconosco in Ignazio Marino la figura del primo cittadino. Non ho fatto e  faccio mistero della mia opinione, ritengo che il ruolo del sindaco richieda qualità che lui non possiede. Mai ho pensato che fosse in malafede o immischiato in Mafia Capitale. Anche se lo ritengo colpevole di inadeguatezza e forse anche di presunzione, perché non essere mafiosi, indagati e/o disonesti non può essere il solo requisito utile e necessario per guidare la Capitale d’Italia. A mio avviso non basta neppure per fare il lavoro più umile e semplice del mondo, ma a maggior ragione non il primo cittadino di Roma. Non sostenevo Ignazio Marino neppure durante le primarie, mi trasmetteva l’idea dell’allegro chirurgo, certamente un ottimo medico e adatto a fare il senatore ed occuparsi di sanità, ma mai il sindaco. Potrebbe guadagnare punti ai miei occhi solo in un modo: dimissioni immediate, non per Mafia Capitale ma per inadeguatezza, molesta aggiungerei.

Impossibile non parlare del Movimento 5 Stelle, un “fenomeno” sbalorditivo. Marcello De Vito era il loro candidato sindaco, è entrato in Campidoglio insieme a Virginia Raggi, Enrico Stefano e Daniele Frongia  e ritengo siano stati praticamente la sola vera opposizione. Non hanno mai nascosto la loro poca esperienza in politica -se così non fosse stato probabilmente neppure sarebbero stati candidati- e questo è ciò che io recriminavo all’inizio ai 4, ritengo che la politica si un mestiere -badate, non un lavoro, ma qualcosa che hai dentro e ti muove con passione ed uguale preparazione- e non ci si possa improvvisare uomini prestati alla politica. Allo stesso tempo credo abbiano fatto un ottimo lavoro, peccato che moltissime porte aperte non sia possibile, per vari e svariati motivi, oltrepassarle.

Ho apprezzato Valentina Grippo, l’ho conosciuta poco ma abbastanza per credere che quello che fa, ed ha fatto, ha un fine ben diverso da quelli che hanno alimentato le menti e gli animi dei membri di Mafia Capitale; va bene il garantismo ma lasciateci il dubbio.

Molti altri membri dell’Amministrazione guidata da Ignazio Marino li abbiamo conosciuti e ne abbiamo parlato; Giovanni Quarzo, ora indagato, era stato al nostro microfono nei giorni dell’acqua all’arsenico e dei primi momenti delle agitazioni sindacali. Di Daniele Ozzimo avevamo accennato sulla faccenda Meditral, ma non sono mai riuscita ad incontrarlo. Molto abbiamo -ed ho personalmente- scritto su Mirko Coratti -ora indagato e auto dimessosi da presidente d’Aula- a proposito dell’articolo 30 sulla pubblicità delle sedute. Alessandro Onorato è probabilmente, insieme ai ragazzi del 5 Stelle, uno di quelli che hanno lasciato qualcosa a questa parentesi mariniana, non ha mai risposto ad un mio personale invito per rilasciare qualche intervista, neppure Alfio Marchini che ho più volte tentato di contattare, ma non a tutti possiamo “piacere”. Prima del Mafia Capitale ero pronta a stare ore sotto Palazzo Senatorio, a fare la fila dietro alle transenne in attesa che la lista dei nomi ammessi arrivasse dall’Aula Giulio Cesare, ai guardia portone fino agli Agenti della Polizia Locale per permetterci di salire -vedi il giorno in cui Roberto Cantiani ci mise nel prezioso elenco ma, magicamente, la lista svanì- con la pioggia e il sole; pronta a seguire commissioni o approfondire ogni tema trattato dai consiglieri, ora basta.

In molti sono stati ai nostri microfoni, SenzaBarcode ha un centinaio di interviste nel suo VideoChannel. Altri membri che avevano uno scranno bello comodo non li ho mai sentiti nominare, figure quasi inutili.

Per quanto mi riguarda al Campidoglio non vi è nessun sindaco, non esiste Giunta e neppure un consigliere. Per quanto mi riguarda mi unisco simbolicamente a coloro che diserteranno l’Aula con la speranza che in tanti abbiano un rigurgito di dignità e decidano di non mischiarsi in queste faccende che non riguardano solo Mafia Capitale, ma il rispetto di Roma e di tutti i suoi cittadini.

Resto in attesa delle nuove elezioni che spero siano annunciate molto presto, resto al fianco dei dipendenti capitolini e di quelli delle partecipate.

Per me le luci in Campidoglio sono spente.

Sheyla Bobba

Classe 1978. Appassionata di comunicazione e informazione fin da bambina. Non ha ancora 10 anni quando chiede una macchina da scrivere come regalo per il sogno di fare la giornalista. A 17 anni incontra un banchetto del Partito Radicale con militanti impegnati nella raccolta firme per l’abolizione dell’Ordine dei Giornalisti e decide che avrebbe fatto comunicazione e informazione, ma senza tesserino. Diventa Blogger e, dopo un po’ d’inchiostro e font, prende vita il magazine online SenzaBarcode.it Qualche tempo dopo voleva una voce e ha creato l’omonima WebRadio. Con SBS Edizioni & Promozione si occupa di promozione editoriale e pubblicazione. Antipatica per vocazione. Innamorata di suo marito. Uno dei complimenti che preferisce è “sei tutta tuo padre”.

Cosa ne pensi?

error: Condividi, non copiare!