Il Museo Madre rende omaggio a Lucio Amelio
Fino al 9 marzo 2015 al Museo Madre di Napoli sarà in esposizione un allestimento dedicato alla carriera del gallerista napoletano Lucio Amelio. La rassegna è a cura di Andrea Viliani.
A vent’anni dalla morte del gallerista Lucio Amelio, il Museo Madre di Napoli dedica a questa figura cardine dell’arte contemporanea una mostra che racchiude l’essenza di un’intera carriera. L’attività di Amelio è stata di ispirazione per molti dei progetti che oggi vengono realizzati. Lo stesso Museo Madre è una creatura di questo instancabile genio, come ha sostenuto lo stesso Andrea Viliani, curatore della mostra, nonché direttore del museo:
Senza Lucio Amelio non esisterebbe un museo come il Madre, la storia di Lucio è la storia di un’arte che non cerca di esprimere solo se stessa ma di dialogare con la comunità che la circonda. Quando aprì la Modern Art Agency al Parco Margherita nel 1965 non aprì solo una galleria ma una piattaforma sulle ragioni dell’arte creando quel sistema odierno dell’arte contemporanea. [ Una rassegna] che è anche la storia dei tanti artisti, collaboratori e compagni di strada che hanno condiviso la loro ricerca con Amelio.
Numerosi sono i grandi artisti che hanno collaborato con la sua Modern agency o che sono stati i protagonisti delle sue mostre e dei suoi progetti; tra questi ricordiamo: Warhol, Burri, Fontana a Manzoni, Fabro, Pistoletto, Kounellis, Mimmo Paladino,Luigi Ontani, Robert Rauschenberg, Cy Twombly.
La rassegna è stata allestita in ben 19 sale del museo ed è stata sviluppata sulla base dei progetti lavorativi intrapresi dal gallerista tra la fine degli anni sessanta e l’inizio degli anni ottanta. Fondamentale, quindi, è stato il lavoro di ricerca nell’archivio di Amelio, di analisi delle lettere e documenti che testimoniano il suo operato.
Il percorso espositivo si snoda nell’analisi di una serie di tematiche, dal rapporto tra astrazione e figurazione, che ha segnato la fine degli anni Sessanta (con operedi Barisani, Fontana, Manzoni) all’Arte povera di Calzolari, Mario e Marisa Merz, Pistoletto e Kounellis, fino alla Pop art di Warhol.