Divorzio diretto, Dalla Zuanna prepara la lista dei contrari
Divorzio diretto e breve: martedì 25 novembre in collegamento su Radio Radicale il senatore Gianpiero Dalla Zuanna, gruppo PD e membro della commissione territorio, ambiente e beni ambientali
Dopo il voto favorevole al divorzio breve in commissione giustizia al Senato, e l’introduzione del divorzio diretto nel testo grazie all’emendamento Filippin che elimina la separazione legale in determinati casi.
Alla vigilia del voto in commissione il sen. Dalla Zuanna ha promosso tra i senatori del PD un appello che chiede un dibattito interno al Partito sulla necessità di introdurre il divorzio diretto. La richiesta verte sull’opportunità di inserire il divorzio diretto nel testo approvato dalla Camera che già prevede la riduzione dei tempi della separazione a sei mesi per le consensuali ed un anno per le giudiziali. Evidentemente questa scelta di raccogliere tali firme alla vigilia di un voto atteso da giugno ha fatto sorgere il timore che l’operazione del senatore Dalla Zuanna avesse intenti dilatori al fine di rinviare la calendarizzazione in Aula in un periodo in cui il Parlamento è già in attesa di iniziare una febbrile attività tra riforme costituzionali, legge di stabilità, elezioni del Presidente della Repubblica, legge elettorale, e rischio di una crisi di Governo già paventata da NCD con la richiesta di chiarimenti rispetto alle maggioranze trasversali che troppo spesso si formano in Parlamento e che di fatto non rispecchiano la maggioranza di Governo.
Dalla Zuanna a Radio Radicale smentisce categoricamente che la sua iniziativa sia tesa a rallentare i tempi del dibattito parlamentare e dell’approvazione in Aula del divorzio breve, la sua è una richiesta di chiarimenti in merito alla iniziativa della collega Filippin che ha ottenuto in commissione giustizia una larga maggioranza. L’accordo tra i gruppi passato a Montecitorio di fatto è stato superato in Senato e quindi necessita di un confronto tra le varie anime del PD. Certamente desta sospetto questa iniziativa promossa a pochissimi giorni dal voto in commissione quando la Filippin ha già palesato da questa estate pubblicamente, insieme ad altri senatori di varie forze politiche, la volontà di introdurre l’emendamento che ha portato all’inserimento del divorzio diretto nella riforma, quindi non si comprende bene il motivo per cui i senatori che hanno aderito all’appello di Dalla Zuanna abbiamo sentito l’urgenza di muoversi solo ora. Il testo proveniente dalla Camera è rimasto fermo in commissione a causa del ritardo con cui sono arrivati i pareri richiesti ad altre commissioni, per le altre riforme già in discussione e a causa dei provvedimenti di provenienza governativa che hanno la precedenza: tra gli altri ricordiamo il Decreto Legge che ha introdotto nelle separazioni e nei divorzi la degiurisdizionalizzazione dei procedimenti. E’ di tutta evidenza che ci sarebbe stato il tempo per una riflessione comune.
E’ chiaro ormai che il testo sul divorzio breve non approderà nell’Aula di Palazzo Madama prima di gennaio, dove sarà stretto tra altre urgenze politiche, e sarebbe stato sicuramente più opportuno che questo chiarimento all’interno dei gruppi si fosse fatto subito questa estate, comunque l’indipendenza del singolo parlamentare su questi temi dovrebbe essere garantita. Spesso è stato detto che sui c.d. temi etici la disciplina di partito rischia di essere fortemente lesiva delle prerogative dell’eletto. Ringraziamo il senatore Dalla Zuanna che ha dato la piena disponibilità a partecipare in diretta per tutta la durata della trasmissione, un’ora circa, non sottraendosi alle domande degli ascoltatori in filo diretto. Una puntata che vale la pena di riascoltare. In studio, come sempre, Diego Sabatinelli ed Alessandro Gerardi, alla regia e coordinamento Lorenzo Bruschi e Sheyla Bobba.
non lo faranno passare mai, troveranno sempre il modo di arenare tutto. Perchè questa gente si sente realizzata a giocare con le vite degli altri? Da dove traggono la convinzione che la ragione è la loro, non quella del 90% degli italiani e del 100% dei separati?