Lavoratori TPL SCARL. Umiliati e beffati
Per favore, pagateci lo stipendio! I dipendenti Roma TPL SCARL costretti a chiedere tramite lettera il loro stipendio. Umiliati da aziende e amministrazioni sorde e silenti.
L’onore, il rispetto, l’educazione, la democrazia… valori e parole che oggi sembrano solo ridicoli manichini. Come è possibile che un padre di famiglia, un giovane che si affaccia alla vita, una moglie, un onesto lavoratore debbano chiedere la cortesia che gli venga erogato lo stipendio? Non c’è un limite oltre il quale costringere all’umiliazione una persona diviene reato? Quantomeno che venga siglato con un timbro e la frase “nuoce gravemente alla salute”, colui che sta impoverendo l’animo e la vita di intere famiglie, che le sta portando al disastro economico ed emotivo.
Non bastano gli scioperi, le manifestazioni, i dolori, le sofferenze? si deve arrivare alla tragedia per capire che è ora di finirla?
Ho sentito il mio solito amico autista al telefono, quando gli ho chiesto “allora, come va?” lui mi ha risposto solo “male” e io ho pensato a come diamine poteva essere che la situazione fosse precipitata e peggiorata ancora di più. E’ semplice, mi ha detto, ora lo stipendio proprio non ce lo stanno pagando a noi della TPL SCARL, i ragazzi di TROTTA BUS hanno percepito l’ultimo stipendio ad agosto. Ma forse non è abbastanza chiedere a queste persone di lavorare senza stipendio, non è abbastanza neppure che gli orari lavorativi siano eccedenti i limiti del contratto che non vengono pagati i fondi integrativi di categoria e privati, l’azienda strumentalizza a suo piacimento ogni dichiarazione e utilizza provvedimenti disciplinari aberranti – Ilario e Valentino sono l’esempio e il simbolo per eccellenza – e la democrazia sindacale è ormai un’ipotesi lontana e di certo non rispettata.
In questo quadro sconfortante e clima disperato ci sono al vaglio due proposte per la TPL SCARL: affidargli le navette che affiancheranno la mitologica Metro C, oppure privarne i cittadini – questo a fronte pure del contenzioso che TPL SCARL ha aperto contro ATAC richiedendo il pignoramento di 77 mln – nel primo caso, noi cittadini e azienda, ci dovremmo affidare al buon cuore del personale,tanto per non essere pagati possono anche fare gli straordinari! Nel secondo noi cittadini saremmo senza il collegamento da Centocelle a Termini e i poveri lavoratori TPL SCARL vedrebbero sfumata anche quella possibilità per racimolare qualcosa!
Il sindacato di Base USB ha formulato ed inviato una lettera con richiesta di intervento urgente al Prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro, al sindaco Ignazio Marino, all’assessore Guido Improta, a Roma Servizi Mobilità e naturalmente a Roma TPL SCARL, vogliono il loro stipendio. Hanno il sacrosanto diritto di riceverlo non devono essere costretti a chiederlo. Ma quale società permette che dei lavoratori siano obbligati a giustificarsi dicendo “non ho i soldi per il carburante”, devono lavorare a servizio della città sfruttati dalle stesse persone che dovrebbero guidarla questa città.
Stanno permettendo che una delle aziende che lavorano per la città, per il sindaco Ignazio Marino, di fatto sfruttino altri cittadini!
Cosa altro devono togliere hai dipendenti TPL SCARL?