Renzi Bomba e la recessione economica
Renzi e la recessione, Napolitano gli copre le spalle e Padoan snocciola numeri
Renzi continua a spararle a bomba finché c’è Napolitano a coprirgli le spalle, un po’ come quei ragazzini esili e gracili che si gonfiano e fanno i duri avendo alle spalle il papà, ma entrambi vanno alla scommessa: Padoan snocciola dei numeri da brivido sui rischi, quarto anno di recessione e rischio deflazione per il Bel paese.
Il problema è tutto nei numeri duri ed impietosi che soffocano l’economia italiana, gli sforzi che si stanno facendo oggi sono quelli impossibili da fare per Berlusconi, buttato a mare con un benservito degno di Agatha Christie, tanti mandanti e nessun assassino. Si è osato ma non troppo con Monti e, da ultimo, appena accennati da Letta per la dolchstoss subita dal Segretario-Presidente. Napolitano e Renzi non vogliono opposizione in Italia, filano dritti come treni seguendo acriticamente un copione già scritto da altri, anche se a parole il Premier Bomba minaccia e si gonfia come un tacchino contro Bruxelles. Una sceneggiata, perché Renzi è un prodotto di quello che contesta, cresciuto e pasciuto in quella bambagia, il problema è che la sceneggiata potrebbe durare ancora, ma quanto durerà il Paese? Sì, perché al momento il cittadino vessato, umiliato, spolpato economicamente e socialmente sta ancora a guardare, non è arrivato al limite, anzi, ci spera. Ma se la situazione dovesse farsi economicamente isostenibile la strategia della terra bruciata contro vere o presunte opposizioni, ovviamente quelle interne, sindacati e tutti i deboli colpiti dalla disfatta economica in progress -ben rappresentati dai malati di sla con il taglio dei loro 100 milioni nonostante la doccia fredda di Bomba- allora la voce grossa si trasformerà in un boomerang.
Tutti i colpiti dalla scure economico-strategica saranno incazzati neri se dopo le chiacchiere e gli interventi sbandierati come risolutivi per la ripresa non vedranno benefici e i cittadini più deboli ed esposti dopo gli enormi sacrifici non vedranno miglioramenti. E il tutto in breve tempo! L’economia e la pancia del popolo non sono come la Chiesa che si riforma in secoli. A questo punto, gentile Premier e caro Presidente, né opposizioni, né sindacati e nemmeno malati faranno sconti, le spine da staccare saranno due, quella sul Colle per ritiro anticipato è già annunciata, quella di Palazzo Chigi è appesa alle tante chiacchiere e nessun fatto, perché i fatti si misurano in crescita economica, posti di lavoro e vere riforme civili.