TTIP: negoziazioni in corso tra Usa e Ue, mercato unico in arrivo
TTIP: Transatlantic Trade and Investment Partnership Ue-USA. Negoziati in corso per la creazione di un mercato unico. Di cosa si tratta? Cosa cambierà? Perché è importante che i cittadini sappiano?
Il negoziato TTIP è l’ultimo di una serie di trattati internazionali sottovalutati dall’opinione pubblica. L’ignoranza, specialmente italiana, su quanto succede nei palazzi del potere dell’Unione Europea è sempre meno tollerabile. Tendiamo a preoccuparci, giustamente, degli affari nazionali e delle nostre riforme e controriforme, ma consideriamo davvero molto poco le politiche decisionali sovranazionali che ci determinano e ci ri-formano spesso e volentieri grazie al nostro silenzio-assenso. Ce ne accorgiamo non semplicemente quando tutto è già stabilito, ma peggio ancora quando ne notiamo le ricadute pratiche sul nostro potere di acquisto, sul mercato del lavoro, sulla vita quotidiana. La Campagna StopTTIP ha promosso ieri: “una delle più grandi mobilitazioni decentrate della società civile internazionale. Oltre 100 eventi in tutta Europa, decine di iniziative da Nord a Sud del Paese per fermare il trattato di liberalizzazione selvaggia tra Europa e Stati Uniti. Decine di iniziative in tutta Italia, centinaia in Europa.”
Di cosa si tratta? Il TTIP Transatlantic Trade and Investment Partnership sarà il frutto della negoziazione, ancora in corso, tra la Commissione Europea e gli Stati Uniti. Lo scopo è quello di liberalizzare il commercio e gli investimenti tra Ue e USA, standardizzando norme e regole che disciplinano il modo, attualmente diverso, di commerciare e/o vincolare i prodotti e gli investimenti. Un esempio pratico? Lo ribadisce il commissario europeo Karel De Gucht in persona nel suo discorso del 7 ottobre a Rotterdam: “I consumatori beneficeranno di una maggiore scelta dall’ingresso nel mercato di molti più prodotti. Guardiamo al mercato dell’auto, per esempio. Alle auto europee e americane sono applicati diversi standar di sicurezza […]. Se riusciamo a raggiungere i nostri obiettivi questo trattato farà in modo che le auto americane siano considerate sicure per la guida in Europa e viceversa.” Ma il TTIP non riguarderà solo il mercato delle auto. Il TTIP potrebbe modificare significativamente: l’accesso al mercato per i prodotti agricoli e industriali, gli appalti pubblici, gli investimenti materiali, l’energia e le materie prime, le materie regolamentari, le misure sanitarie e fitosanitarie, i servizi, i diritti di proprietà intellettuale, lo sviluppo sostenibile, le piccole e medie imprese, la composizione delle controversie, la concorrenza la facilitazione degli scambi, le imprese di proprietà statale. Come denunciano quanti si oppongono al TTIP, si tratta di accordi commerciali che potrebbero portare a un drastico abbassamento degli standard di qualità dei prodotti e dei processi produttivi.
Gentile Alberto, dovrebbe essere la politica europea a scongiurare i rischi paventati, altrimenti non si tratta più di un mercato comune, ma di mercato imposto. Però, se ragioniamo in un’ottica di sudditanza della politica europea non sarà l’evitare un mercato comune euroamericano a salvarci. E’ vero che l’Europa è un gigante economico politicamente nano, ma prima o poi bisognerà crescere e rischiare di doversi imporre per creare nuove opportunità.
No Diego, non sono per nulla d’accordo. Non si tratta di protezionismo, e quando si parla di regolamentazione comune non si tratta di nuove norme, ma di armonizzazione delle vecchie. Domanda: secondo lei che fine farà il Reach sulle sostanze chimiche? E la direttiva sui carburanti? Vada a vedere col CETA cosa stiamo rischiando. Il problema non è tanto una competizione geopolitica, non soloo quella, ma il tentativo da parte delle imprese soprattutto europee di disarticolare il sistema di garanzie europeo a tutto vantaggio dei loro interessi. Io sono contrarissimo a un mercato unico Usa-Ue proprio per quel motivo, e non è protezionismo, parola spesso vuota. Vada a leggersi l’ultimo Trade Report 2014 dell’UNCTAD e leggerà cosa significa non riproporre le stesse ricette fallimentari, quelle che il TTIP imporrà. Si è domandato che fine farà la peculiarità dell’agroalimentare europeo e italiano? Lo spiega bene il Directorate for Internal Policies dell’UE. C’è da preoccuparsi, altro che ragionare in termini teorici sul concetto di protezionismo. La saluto
Sono favorevolissimo al mercato comune USA – UE, prima di tutto perché il protezionismo impoverisce le aree che lo applicano e, quindi, ogni apertura e regolamentazione comune non può che giovare i cittadini e le imprese, soprattutto quelle italiane nei confronti del mercato nord americano. I concorrenti che potremmo definire “sleali” si trovano in altre zone, quelle sì, senza regole.