Beppe Grillo, l’incantatore di giornalisti. Le dignità
Beppe Grillo è riuscito in molto nella vita. Condivisibile o meno uno dei suoi obbiettivi è raggiunto, utilizzare la stampa a suo uso e consumo.
Dapprima attaccava ogni giornalista, poi ha capito come usarli e li lascia attaccare dai “suoi”. Beppe Grillo fa scuola sull’utilizzo dei media. Per più di vent’anni ha tenuto ore di comizi politici senza contraddittorio, arricchendosi con mamma tv. Fondato il MoVimento 5 Stelle con l’amico Gianroberto Casaleggio, ha sparato a zero su chiunque usava una penna o una videocamera per mestiere. Durante le europee ha sfruttato invece i salotti televisivi, il dettaglio non trascurabile dei consensi perduti potrebbe essere un’indicatore. Beppe Grillo ha fatto tesoro di quella lezione ed ora è un grande, probabilmente il migliore, incantatore di giornalisti.
Lo accerchiano, lo seguono, lo cercano. All’urlo di “Beppe una domanda” ondate di giornalisti, tutti uguali, seguono il comico prestato alla politica come fosse la stella cometa o un santo, di quelli che portano a spalla i signoroni del paese. E lui si diverte, Beppe Grillo sa di non essere solo, mai. Specialmente a casa sua, al Circo Massimo: sa di non correre alcun rischio e allora come un incantatore di serpenti, una puzzola che alza la coda lasciando traccia a tutti i maschi in calore o semplicemente un comico che sa usare i giornalisti, tutti uguali, li porta a spasso, come avesse un guinzaglio dorato che stringe tra i canini sorridendo.
Nel video che segue pochi istanti, mentre Beppe Grillo “cerca” di far tappa in tutti i gazebi del Circo Massimo. Hanno ridisegnato il profilo l’Italia con qualche centinaio di tendoni bianchi e noi di SenzaBarcode siamo al Parlamento 5 Stelle in attesa di un incontro sulle Polizie Locali. Casaleggio è passato da poco scortato da qualche decina di energumeni. Per Beppe Grillo la questione è diversa.
I giornalisti, affamati di una sua parola, lo seguono ipnotizzati, lui chiaramente li deride, io prendo tre gomitate ad un fianco da uno della sua sicurezza. Ad un certo punto lancia per aria dei volantini, confusione e rumore e i suoi, i grillini doc, iniziano a urlare “venduti, venduti” verso i giornalisti. Io sono già fuori dal gazebo da tempo, godo la scena da lontano e quello che vedo ha poco o niente a che fare con la politica, quella che voglio io. I giornalisti invece lo seguono, vengono insultati e lo seguono, fedeli, in attesa di un suo cenno. Beppe Grillo ride, di loro, e rido pure io.
Non sono una giornalista, non sono una grillina, e quindi rido anche di più.