Cronaca

Iran, 28 condanne a morte a settembre 2014

Iran nel solo mese di settembre ha ordinato ed eseguito 28 condanne a morte. Le esecuzioni sono state eseguite con impiccagioni in pubblica piazza. Nessuno Tocchi Caino continua ad informarci sulle condanne a morte nel mondo.

Il 18 settembre quattro detenuti sono stati impiccati nella prigione centrale di Bandar Abbas per traffico di droga, ha riferito il sito ufficiale della magistratura nella Provincia di Hormozgan.

Sono stati identificati come F. M. e A. R., accusati di possesso e traffico di 970 grammi di eroina, H. R. per traffico di 582 chili e 350 grammi di oppio e A. N. per possesso e traffico di 1.460 grammi di eroina. Sempre il 18 settembre, cinque uomini sono stati impiccati in pubblico nella Provincia di Fars, ha riferito l’agenzia IRNA. Secondo il Club dei Giovani Giornalisti, un sito web di notizie vicino alle forze di sicurezza iraniane, quattro uomini sono stati impiccati in Piazza Azadi (Libertà) a Shiraz. Sono stati identificati come Bahram, Edalat e Mohammad, tutti accusati di rapimento e stupro, e Jahanbakhsh B., accusato di “corruzione sulla terra” e rapina a mano armata. Un altro uomo identificato come Hossein Sh. è stato impiccato pubblicamente in Marvdasht. Era stato accusato di “corruzione sulla terra” e rapina a mano armata

Lo stesso giorno, otto prigionieri accusati di trasporto e possesso di droga sono stati giustiziati nella prigione di Shahab a Kerman, ha reso noto la Human Rights Activists News Agency (HRANA).
Il 20 settembre, almeno cinque detenuti, tra cui due donne di nazionalità pakistana, sono stati impiccati nella prigione centrale di Zahedan per traffico di droga, secondo il Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana (CNRI). Le identità delle due donne non sono state divulgate. Uno dei giustiziati era Gholam-Hossein Mirshekar, di circa 50 anni, detenuto nel reparto 7 della prigione.
Il 21 settembre, due uomini, che non sono stati identificati per nome, sono stati impiccati nel carcere di Mashhad per omicidio, hanno riferito i media iraniani. Uno dei prigionieri era un ragazzo di 18 anni condannato per aver ucciso un uomo nel 2009. Non è chiaro se il ragazzo avesse 18 anni al momento del reato o al momento dell’esecuzione. L’altro impiccato aveva 27 anni ed era stato condannato per un omicidio commesso nel 2010. Il 24 settembre, un uomo è stato impiccato la mattina presto nella prigione di Noshahr, ha riferito l’agenzia FARS. E’ stato identificato come Jaber N. ed era stato condannato per un omicidio commesso nel 2004. Lo stesso giorno, altri due prigionieri condannati per reati legati alla droga sono stati giustiziati nel carcere di Qazvin, ha reso noto la FARS. Sono stati identificati come Sadegh Mohammadkhanloo, 33 anni, accusato di traffico di 995 grammi di crystal, e Asghar Mahtabi, 35, accusato di detenzione e spaccio di un chilo di crack e 200 grammi di crystal.
Il 24 settembre, un detenuto di coscienza di 37 anni, Mohsen Amir Aslani, è stato giustiziato nel carcere di Rajaishahr a Karaj, dopo essere stato accusato di “corruzione sulla terra” e eresia, ha reso noto la Human Rights Activists News Agency (HRANA)

Un alto funzionario giudiziario iraniano, Gholamhossein Esmaeili, ha confermato l’esecuzione, ma ha detto a Mizannews che Mohsen Amir Aslani è stato giustiziato per stupro, negando che la sua condanna a morte era legata ad altre imputazioni, tra cui eresia, reinterpretazione del Corano e aver insultato il profeta Giona. Durante le sue sessioni di rilettura del Corano, Aslani avrebbe detto che “il profeta Giona in realtà non sopravvisse nello stomaco della balena”.
Secondo Iran Human Rights (IHR), nel marzo 2007, Amir Aslani era stato accusato tra l’altro di eresia, insulti al profeta Giona e atti immorali ed è stato condannato dalla sezione 31 della Corte d’Appello di Teheran a una pena detentiva, alla fustigazione e a una sanzione pecuniaria. Ma dopo il capo della magistratura Sadegh Larijani, noto per la sua linea intransigente, era intervenuto personalmente e Amir Aslani è stato condannato a morte con l’accusa di “corruzione sulla terra, aver cambiato i principi dell’Islam e le sue norme secondarie, nuova interpretazione del Corano”, in aggiunta all’accusa di stupro. Secondo le informazioni di IHR, Aslani non ha mai confessato lo stupro e non vi erano prove sufficienti a sostegno di tali accuse.

Marika Massara

Nata e cresciuta in provincia di Milano, emigrata in Calabria, adottata da Roma, non posso che definirmi italiana. Amo la mia Calabria, il mare d'inverno e il Rock. Da sempre attenta alla politica (più che ai politici), non posso che definirmi assolutamente di sinistra. Segni particolari: Milanista sfegatata.

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