Cronaca

F35: il PD proclama il dimezzamento del budget

Il numero degli F35 si è già ridotto da 131 a 90. Il parlamento approva una mozione in cui si chiede un ulteriore ridimensionamento del budget.

In teoria il programma F35 gioverebbe non solo alla difesa italiana, che vedrebbe la sostituzione dei vecchi Tornado, Amx e AV-8B Harrier con quelli nuovi, ma avrebbe delle ricadute anche in termini occupazionali. Secondo le stime si calcola che, tra lavoratori in fabbrica e indotto, si arriverebbe a circa 6.500 posti di lavoro. La spesa pubblica italiana si attesta sui 15 miliardi di euro, ed è ancora sottostimata. Quindi non è che si possa venderlo come un grande affare e né immaginare che la partecipazione al programma F35 costituisca la base da cui partire per un ipotetico grande balzo in avanti dell’economia italiana. Per di più gli F35 cominciano a essere duramente criticati anche dal punto di vista strategico-militare da chi già li usa (Stati Uniti in primis), perché si stanno dimostrando farlocchi. Si rompono facilmente, consumano a dismisura, i costi di gestione e manutenzione sono esorbitanti. Come afferma uno studio del Gao (U.S. Governement Accountability Office) pubblicato in questi giorni per mantenere in servizio lo stormo di F35 serviranno quasi 20 miliardi di dollari a fronte degli 11 necessari attualmente. Lo scopo di questo progetto, sviluppatosi alla fine degli anni Novanta e che ha progressivamente coinvolto a livello internazionale molti stati, sarebbe invece molto diverso, come afferma anche il sito dell’Areonautica Militare Italiana: “il programma Lightning II-JSF (Joint Strike Fighter) ha l’obiettivo di sviluppare e produrre un sistema d’arma da combattimento di nuova generazione economicamente sostenibile e supportabile in tutto il mondo”.

Tra i tanti dubbi circa programmi di difesa quanto mai inefficaci e che non garantiscono alcuna pace e sicurezza, l’unica cosa certa sembra essere la servitù all’industria militare dell’Italia. La produzione è riservata alla multinazionale Lockeed Martina, l’Italia si occuperebbe solo dell’assemblaggio. In molti sono ostili da sempre all’adozione degli F35 per svariati motivi: etici, politici e, non da ultimo, economici. Il 24 settembre in parlamento si è ampiamente dibattutto sul programma F35 e sono state approvate ben quattro mozioni. La più votata è stata quella di Forza Italia, con 326 voti, al secondo e al terzo posto si sono piazzate quelle di Ncd e Scelta Civica e, all’ultimo posto quella del PD, approvata con 275 voti, che però ha suscitato più scandalo tra tutte perché, a differenza delle altre tre, impegna il governa a rivedere l’intero programma F35 con l’obiettivo di dimezzamento del budget. Fa rumore l’approvazione di una mozione proveniente dal partito al governo e fa notizia l’idea che l’Italia in qualche modo faccia un passo indietro e “rinunci” ai tanto famigerati F35. Tuttavia, nonostante i titoli di giornale, lo scalpore e l’esultanza di alcuni, si tratta solo di un impegno preso a parole. I dati di fatto sono tutti ancora da verificare.

Cristina Di Pietro

Classe 1986. Laurea Magistrale in Lettere conseguita con il massimo della dignità. Citazione preferita: "se comprendere è impossibile conoscere è necessario" (P. Levi).

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