Cronaca

Tfa ordinario 2014: atenei contro il Ministero

Tfa ordinario 2014: gli atenei non possono garantire l’attivazione dei corsi per tutte le classe di concorso, né l’accesso a tutti quelli che ne avrebbero diritto.

Il Ministero dell’Istruzione sul Tfa sembrava avere le idee chiare. Preselezioni entro l’estate, seconde e terze prove entro ottobre, inizio corsi a novembre. Il decreto è piovuto dal cielo a maggio, il fabbisogno di insegnanti reso noto, le preselezioni si sono svolte e i risultati sono stati pubblicati. Fin qui tutto bene.

Nell’attesa del decreto ministeriale necessario a stabilire tempi e modi rispetto alle prove di selezione ancora da svolgersi e a regolamentare i criteri di scelta e di iscrizione, le università hanno detto la loro pubblicando le proprie informazioni circa l’attivazione dei corsi Tfa. Documenti che hanno gettato nel panico studenti e aspiranti insegnanti, poiché i numeri di accesso risultano essere nettamente inferiori a quanto promesso dal Ministero e per alcune classi di concorso non verrà attivato alcun Tfa. Il succo del discorso è che le università non sarebbero in grado, così stanti le cose, di garantire l’accesso al Tfa a quanti ne avrebbero diritto comunque. Il Ministero continua a non proferir parola.

Il CIFIS di Torino ha reso note le motivazioni che, è cosa certa, sono le stesse per le quali anche altri atenei si trovano costretti a tali estremi rimedi. “In riferimento alle critiche che sono state rivolte agli Atenei circa l’attivazione dei percorsi di Tfa, in particolare per quanto riguarda la mancata corrispondenza tra i posti previsti per il Piemonte dal DM 312/2014 e le disponibilità inserite nella banca dati delle classi di abilitazione, a nome del Centro Interateneo di Interesse Regionale per la Formazione degli Insegnanti Secondari (CIFIS), riteniamo doverose alcune puntualizzazioni. Premesso che il CIFIS si rende pienamente conto della delicatezza sul piano sociale della situazione ed è disponibile a discutere rispetto a qualsiasi ipotesi o proposta che – in modo serio e non lesivo della qualità e dell’alto livello didattico/scientifico che i corsi del TFA debbono garantire – si impegni a risolvere le criticità segnalate. […] I numeri proposti e l’offerta corsi Tfa 2014, molto più ampia dello scorso ciclo Tfa costituiscono uno sforzo non indifferente per i nostri Atenei e sono il massimo della disponibilità possibile se davvero s’intende predisporre una pianificazione delle attività didattiche seria e responsabile.”

Al Ministero si rimproverano diverse cose tra le quali quella di aver pubblicato decreti, indicazioni, date e posti disponibili in merito al Tfa in modo indiscriminato. Gli atenei, che a fine anno accademico hanno già stabilito e definito le attività di quello successivo, sono stati informati, a dir poco, in extremis. Le università hanno comunque rispettato le decisioni e i termini di scadenza indicati dai decreti, ma le continue dilazioni del Ministero non hanno certo agevolato una serena programmazione. La conseguenza di tutto questo sarà il caos. Le università vedrebbero il sovrapporsi della didattica normale, di quella relativa ai PAS e del nuovo Tfa. Inoltre le difficoltà consistono non solo nel reperimento spazi che, come al solito sarebbe risolto affittando locali esterni e utilizzando a questo scopo le già esigue risorse economiche, ma soprattutto nel “trovare un numero adeguato di docenti disponibili a farsi carico di un ulteriore impegno didattico particolarmente complesso e faticoso e poco gratificante sia sul piano economico sia su quello curriculare (è noto che i meccanismi concorsuali e di carriera universitaria “premiano” principalmente le attività di ricerca e non quelle legate alla didattica, pertanto i docenti che debbono dedicarsi prevalentemente alle prime si trovano in grave difficoltà ad ampliare impegni didattici già normalmente assai gravosi).” Come dargli torto?

Cristina Di Pietro

Classe 1986. Laurea Magistrale in Lettere conseguita con il massimo della dignità. Citazione preferita: "se comprendere è impossibile conoscere è necessario" (P. Levi).

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