Casa della Salute, nuova frontiera del fai da te?
In questo periodo di sanità pubblica già martoriata da bilanci regionali in rosso fisso, inefficienze, chiusure, tagli, litigi governativi ci mancava l’idea della Casa della Salute fai da te, ovvero fatta dai politici ma senza autorizzazioni.
Parliamo della polemica nata intorno alla Casa della Salute sita in Sezze, provincia di Latina, crocevia di tante, anzi, troppe trame politiche locali e nazionali. Questa volta la polemica nasce per l’urgenza, che si trasforma in fretta nell’innaugurare questa struttura al posto del vecchio Ospedale, ma senza essere un ospedale, che già eroga prestazioni e presto prenderà in carico anche pazienti con malattie croniche grazie ad un accordo con i medici di base. E come in tutte le occasioni pubbliche sono immancabili le foto di rito con Presidente della Regione Zingaretti, Sindaco con fascia tricolore, autorità, taglio del nastro e via cantando. Solo che a Sezze, la città con quasi più auditorium che cittadini, di queste manifestazioni sembra ne abbiano piene le scatole se si considera la fine -pena mai!- della SR 156 oppure del nuovo Anfiteatro monstre, anche quello senza fine pena.
Torniamo alla Casa della Salute, cittadini in trepida attesa di sapere che fine faranno le loro visite ed i loro soldi, taglio del nastro e immancabile polemica politica … ecco, fermiamoci alla polemica politica! Nuovamente il MLIS, come sempre da quelle parti, fa indispettire con domande irriverenti il potere: quanto costa ai cittadini tutta la giostra? E’ una scatola vuota? Ma è il M5s regionale che inaspettatamente spinge a chiedersi il 19 maggio se non ci sia mancato rispetto della presentazione della domanda di autorizzazione all’esercizio e di accrediatamento per tutte le attività sanitarie e socio sanitarie. E’ giusto fare quindi un passo indietro, fino al 21 febbraio 2014, quando viene sottoscritta l’intesa tra Regione e Asl per la Casa della Salute. Una settimana dopo il presidente della Regione, Nicola Zingaretti, arriva a Sezze a tagliare il nastro.
Il 21 maggio, due giorni dopo la sortita del M5s e tre mesi dopo l’intesa, la Asl Roma H scrive al direttore generale, Michele Caporossi, chiedendo una serie di documenti per consentire l’espletamento dell’istruttoria, e chiede elaborati grafici, certificato di agibilità, dotazione organica, generalità dei responsabili dell’attività e attestazione del possesso della specializzazione relativa alla disciplina, il tutto ai sensi della vigente Legge Regionale del Lazio. Solo il 21 luglio, altri due mesi passano, secondo il quotidiano Il Messaggero il direttore generale della Asl ha deliberato l’incarico ad un ingegnere per predisporre gli atti “ai fini del rilascio dell’autorizzazione all’esercizio” mentre la Casa è già aperta, funziona, effettua prestazioni (16.000 secondo i dati Asl) e stringe accordi con i medici di base: il tutto sembrerebbe senza essere ancora autorizzata all’esercizio.
Alcune domande sorgono spontanee: ma se le autorizzazioni erano carenti, come è stato possibile procedere alla contrattualizzazione? E nel balletto di cifre, quanti sono i cittadini che hanno veramente usufruito dei servizi nella Casa? Più 16.000 rispetto a quanto erogato ai tempi dell’Ospedale o 16.000 in tutto, e a questo punto sarebbe curioso sapere quante persone sono state curate ogni anno prima di questa convenzione dall’ormai chiuso Ospedale di Sezze.
Ma, soprattutto, se il Movimento 5 Stelle regionale, a leggere Il Messaggero, era a conoscenza o intuiva queste carenze, che tipo di provvedimenti ha preso rispetto a qualcosa che non sembra una semplice dimenticanza “burocratica”? Peccato non avere eletti in Regione che sappiano interrogarsi su questo, ma sicuramente ci sono molti cittadini interessati a sapere come vengono utilizzati soldi e risorse della nostra sanità.