Cronaca

Quanto spendiamo per la cultura?

Italia ultimo Paese in Europa per spesa pubblica dedicata alla cultura, solo l’1.1% del totale, contro il 2,2 % della media europea.

Italia, Paese di santi, poeti e navigatori? Che non fosse più così l’avevamo capito già da tempo. La cronaca degli ultimi anni ben ci ha palesato che l’Italia aveva perso la rotta per quanto riguarda santità e navigazione, ma i poeti? Beh sui poeti proprio non riesco a farmene una ragione. La poesia, la letteratura, l’arte nutrono i cuori, aprono le menti, illuminano giornate cupe, ma a quanto pare non tutti la pensano come me. 

Da alcune recenti statistiche risulta che nei 15 Comuni più popolosi d’Italia i cittadini investono meno di 100 euro per la cultura cultura. Se guardiamo i dati per le singole città sono ancor meno consolanti. In testa ci sono Firenze con €114,17 pro capite, Trieste e Venezia con una media di 100 euro per cittadino, mentre le ultime della classifica sono Bari con  €11,69 pro capite per la cultura, Napoli €7,64 e Messina, fanalino di coda, con €6,60. 

Oltre a Firenze superano la soglia dei 100 euro pro capite anche Udine (€100), Bolzano (€105), Bergamo (€130) e Siena (€145).

I dati dell’Eurostat 2011 sono decisamente meno consolanti. L’Italia è l’ultimo tra i Paesi europei per quanto riguarda la percentuale della spesa pubblica dedicata alla cultura, l’1,1% sembra davvero misero in confronto al 2,2 %.

Ora è vero che c’è crisi, è vero che molti non arrivano a fine settimana, figuriamoci poi a fine mese, che ci sono spese più urgenti e le “tasse” non diminuiscono mai, al più aumentano, ma ogni cittadino di questo bel Paese, ricco d’arte e di storia, dovrebbe dedicare un po’ del suo tempo e del suo reddito alla cultura, così che alla fine di questa lunga salita non resti solo la cenere del popolo che eravamo.

Se le tasse hanno svuotato le tasche, non per questo devono svuotare anche le menti.

Immagine di Ivelin Radkov via Shutterstock

Clelia Tesone

E m'abbandono all'adorabile corso: leggere, vivere dove conducono le parole. La loro apparizione è scritta; le loro sonorità concertate. Il loro agitarsi si compone, seguendo un'anteriore meditazione, ed esse si precipiteranno in magnifici gruppi o pure, nella risonanza. Una delle più belle citazioni di Paul Valery per molti, come me, che crescono tramite una pagina, che sia letta, scritta o studiata.

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