Silvano Toti Globe Theatre e Pena d’Amor Perdute
Dall’11 al 18 settembre alle ore 21 il Silvano Toti Globe Theatre di Villa Borghese ospita un nuovo allestimento di Pene d’amor perdute con la regia, la traduzione e l’adattamento di Alvaro Piccardi.
È la storia del re di Navarra e di tre amici che, alla ricerca di eternità, giurano solennemente di dedicarsi solo a studio e contemplazione per 3 lunghi anni. Un proposito che viene meno con l’entrata in scena della principessa di Francia accompagnata da tre amiche. La commedia vive dentro lo spazio di questa sfida e del suo fallimento e si manifesta attraverso un linguaggio fatto di schermaglie, giochi di parole, rebus inestricabili, virtuosismi verbali. Nello spettacolo esploderanno tutti gli elementi di questa comicità, insieme ai toni più sofisticati della commedia d’amore, per sottolineare le amarezze del conflitto amoroso, frutto della difficoltà dell’incontro fra i due sessi.
Dalle ore 19.00 il pubblico del Silvano Toti Globe Theatre può partecipare all’aperitivo in giardino e, a partire dalle 20.30, assistere alla proiezione dei cortometraggi che hanno partecipato al bando Ancora Shakespeare: perché?
La stagione 2014 del Globe Theatre si concluderà il 19, il 20 e il 21 settembre con lo Shakespeare Fest (autori e project manager Carlotta Proietti e Daniele Dezi) una grande festa di chiusura della stagione, durante la quale alle proiezioni verranno affiancate performance teatrali e musicali. Salirà sul palco Gigi Proietti che, con improvvisazioni ed imperdibili pillole teatrali, presenterà gli eventi in programma.
La stagione 2014 è promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura, Creatività e Promozione Artistica – Dipartimento Cultura con la produzione di Politeama srl, organizzazione e comunicazione di Zètema Progetto Cultura e il supporto di G.V. srl. La sua realizzazione è possibile grazie al contributo della Banche Tesoriere di Roma Capitale (BNL Gruppo BNP Paribas, UniCredit, Banca Monte dei Paschi di Siena). Anche quest’anno nelle sere di spettacolo è attivo il Globar, punto ristoro affidato a Spazio Novecento.
Note di regia “Pene d’amor perdute”
Il tempo sembra essere il protagonista di “Pene d’amor perdute”, il tempo che brucia la vita in un soffio: un attimo appunto. Per vincere su quest’attimo, per trionfare sulla morte che ineluttabile cancella il nostro breve passaggio, il re di Navarra e i suoi tre amici decidono di sfidarla la morte, costruendo azioni ed opere che diano eternità ai loro gesti e alla loro storia. Giurano per questo e sottoscrivono solennemente un impegno con il quale per tre anni dedicheranno la loro vita alla contemplazione e allo studio, lontani dai piaceri della carne e dei futili divertimenti.
Ma il tempo della vita smentirà queste ipotesi eroiche. La principessa di Francia e tre sue amiche giungono a Navarra per una missione diplomatica e la loro presenza sconvolge i buoni propositi dei quattro protagonisti. Le quattro donne sono portatrici di un altro modo di intendere il tempo della vita, un modo dove l’attimo, proprio perché tale, merita di essere vissuto in fondo, e la vita possa acquistare così il senso pieno di un’avventura e di un tragitto. Il progetto degli uomini sarà destinato a fallire, ma sarà il tempo a scandire i termini della rivincita delle donne: costringeranno gli uomini rinsaviti ad attendere un anno di riflessione prima di concedersi a loro.
Dentro questo spazio, lo spazio di una sfida e del suo fallimento, vive la commedia, che si manifesta attraverso il linguaggio. Un linguaggio fatto di schermaglie, di occhi di parole, di rebus inestricabili, di virtuosismi verbali. E dietro a ciò una satira violenta che Shakespeare fa nei confronti di quegli intellettuali che fondano accademie o cenacoli letterari lontani dal respiro della vita e dal suo pulsare conflittuale e contraddittorio. Questo linguaggio si specchia in un altro, quello che usano un gruppo di personaggi popolari, costretti a misurarsi con gli editti del sovrano. Il loro linguaggio, ricco di una comicità plebea irresistibile, suonerà come caricatura del linguaggio cortigiano.
Lo spettacolo vuole far esplodere tutti gli elementi di questa comicità. Insieme ai toni più sofisticati della commedia d’amore, ma anche sottolineare le amarezze del conflitto amoroso, frutto della difficoltà dell’incontro fra i due sessi.
Pene d’amor perdute … appunto!