Intervista al regista Alberto Albertino: “La stanza sopra il Pub” di David Gilna
SenzaBarcode continua ad incontrare giovani artisti emergenti di Roma. Oggi vi presentiamo Alberto Albertino attore da più di 15 anni che a Ottobre debutterà con la sua prima regia teatrale. “La stanza sopra il Pub” testo irlandese di David Gilna tradotto in italiano per la prima romana.
Alberto era il 1999 quando hai iniziato a seguire seminari di teatro. Come ti sei avvicinato a quest’arte?
Diciamo che era un richiamo che non potevo più fare a meno di ascoltare. Fin da piccolo le persone a me vicine mi raccontano che amavo esibirmi nel cortile sotto casa intrattenendo il vicinato. Questa attitudine è rimasta sopita negli anni preso dagli studi per diventare ciò che la famiglia si aspettava da me. Fatto questo percorso ad un certo punto mi sono accorto che avevo sbagliato completamente strada e ho cominciato a ripercorrere ciò che avevo sempre sentito di dover fare.
Alberto il nostro sito vuole avvicinare al teatro anche chi ancora non lo conosce. Tra i seminari che hai seguito mi ha incuriosito quello sul “parateatro”. Ti va di spiegarci cos’è e perché hai scelto di farlo?
Soprattutto agli inizi ero incuriosito da tutto ciò che i seminari e i laboratori teatrali potevano offrire. Sapevo che questo metodo traeva ispirazione da Jerzy Grotowski, uno dei maestri del teatro di avanguardia. Di fatto era un’ evoluzione del suo modo di pensare il teatro in cui la performance doveva essere basata non tanto sull’allestimento scenico ma sulla relazione fra attori e pubblico. In tal modo l‘espressione corporea era l’unico mezzo e si basava su una enorme conoscenza del proprio corpo come strumento. Era fisicamente molto faticoso e pensavo non facesse per me come forma espressiva ma in realtà fu proprio grazie a quanto imparato in questo seminario che anni dopo riuscii a entrare a far parte di uno spettacolo sul “teatro fisico” in Irlanda.
Alberto da giovane artista come giudichi l’attività culturale a Roma? E’ stato facile trovare le opportunità per emergere che cercavi quando ti sei trasferito da Biella a Roma?
Sicuramente una città come Roma offre molto, ci sono letteralmente decine di teatri per tutti i tipi di pubblico, e di attori! Si spazia dagli spettacoli dei grandi nomi nei principali teatri alle compagnie sconosciute nei teatri OFF.
Alberto hai avuto modo di fare teatro, cinema e tv; ti abbiamo potuto vedere anche nel telefilm dei R.I.S. nel ruolo di Gilberto. Ai tanti giovani che si rivolgono ai talent show per trovare una carriera artistica cosa ti senti di consigliare?
Non ho mai nemmeno partecipato alle selezioni di un talent show per cui non saprei cosa dire. E non è per spocchia, credo che ogni possibilità di poter imparare e mettersi in gioco possa essere importante. Quindi ben vengano anche i talent. Forse l’unico aspetto che non mi piace quando ne guardo uno mi sembra la poca disponibilità del giovane di accettare le critiche e di imparare la disciplina da persone più esperte e preparate. Ma credo che anche la gogliardia faccia parte del format, o no?
A Ottobre, Alberto, debutti con la tua prima regia teatrale. Come mai questa scelta? Meglio “dietro” gli attori che sul palco?
Dopo oltre 15 anni da attore sono diventato curioso nel vedere cosa volesse dire curare aspetti legati al lavoro collettivo di un gruppo anziché pensare solo a ciò che potevo dare io nei panni di un personaggio. Credo che non vi sia un meglio o un peggio ma la necessità di non sedersi su esperienze consolidate e cercare di crescere ulteriormente.
Dal 2 al 5 Ottobre 2014, al Teatro Elettra, “La Stanza Sopra Il Pub” di David Gilna con la regia di Alberto Albertino. Bella soddisfazione! Ci parli un po’ del testo? In cosa rintracceremo la mano della tua regia?
Il testo è di un autore emergente irlandese che conosco fin dai tempi in cui vivevo a Dublino. Ho pensato che anziché debuttare con qualche “testo sacro” sarebbe stato interessante essere il primo a tradurre il lavoro di un giovane autore in italiano e testare l’efficacia in una lingua diversa. Di fatto è la storia, quasi autobiografica per ogni attore, di un giovane dublinese che va a cercare fortuna a Londra e racconta al pubblico le sue avventure, e disavventure. Con tutti gli alti e bassi che la vita da attore comporta: i molti no che si ricevono prima del fatidico sì che ci fa andare in scena, momenti di pura gioia per una audizione positiva al dover ricercare un nuovo progetto per tirare avanti. Oltre a me in scena ci saranno tre giovani attori che hanno accettato con entusiasmo questo progetto e si sono messi subito a disposizione lavorando molto duro; i loro nomi sono Lorenza Sachetto, che mi assiste anche in regia, Matteo Maria Dragoni e Andrea Guerini. Le luci sono curate da Luca Imola e Daniele Petroselli mentre il commento musicale è a cura di Simone Meliconi. Per la mano della mia regia, però, vi invito a venirci a vedere in teatro.
Grazie Alberto, saremo in prima fila insieme ai nostri lettori!