Duna Feniglia, l’incanto nelle mani del mostro
Duna Feniglia, Riserva naturale nel Comune di Orbetello. Potrebbe essere un luogo incantato; è una discarica con benestare di turisti intenti a peggiorare la situazione. Il Gestore è il Corpo Forestale dello Stato
Ah, la Toscana! Terra di caciucco e pane sciapo. Chilometri di pineta e poi isole e spiagge. Accenti che fanno sorridere e porticcioli incantati. Ah, la Toscana, dei poeti e degli amanti, della resina dei pini marittimi, dei polpi a riva e della Maremma, incantata regione fedele al mio cuore. Puoi percorrerla tutta, in lungo e in largo, senza mai perdere dalle narici quel profumo e dagli occhi quei colori. Forse esagero dite? Può essere, ma da toscana, mezzosangue, la trovo una terra fatata.
Duna Feniglia, Comune di Orbetello. In certi tratti sembra d’essere in un bosco mai calpestato dall’uomo. Un tombolo – spiaggia – che conta oltre 470 ettari, 6 chilometri di lingua di sabbia, raggiungibile dall’Aurelia e costeggiata da un’ottima pista ciclabile; passeggiata imperdibile. E se la percorrete di notte, con almeno una pila dato che i lampioni scarseggiano, potreste incontrare cinghiali o daini ormai abituati all’uomo, non spaventatevi – io però l’ho fatto! – andranno per la loro strada… La Riserva naturale Duna Feniglia, è attraversata da una strada, a tratti con pavimentazione artificiale, percorribile unicamente in bicicletta o a piedi, costruita tra il 1928 e il 1940 si interseca con altre viuzze e stradine che conducono poi sulla “strada reggia” oppure all’omonima spiaggia.
Vi trovò riparo per la morte il Caravaggio, al secolo Michelangelo Merisi, giunto da Napoli e sbarcato a Porto Ercole, si nascose tra i tomboli e gli acquitrini e incontrò la nera signora nel 1610. Cento anni dopo Feniglia era completamente ricoperta dalla macchia mediterranea e verso il 1800, il Comune di Orbetello allora proprietario del terreno, decise di lottizzarlo e venderlo ai privati. Qui cominciò la deforestazione e lo sfruttamento del territorio per scopi commerciali. Tanto devastarono che la duna iniziò a scivolare verso la laguna, il terreno franò creando delle crepe che divennero acquitrini favorevoli allo svilupparsi della malaria. Lo scempio finì, intorno al 1910 quando si intervenne espropriando i terreni che passarono di competenza al Demanio forestale. Iniziò così il rimboscamento della Feniglia che nel 1971 diviene Riserva Forestale di Protezione.
Nel 2014 sapete che cosa è Duna Feniglia? Una lunga e bellissima spiaggia violentata da venditori abusivi, rifiuti e resti di falò, un male nazionale che con un adeguato controllo sarebbe ben arginato, ricordo che parliamo di una riserva naturale. La parte della pineta, la bellissima zona dove vivono daini, cinghiali, faine, donnole, puzzole e volpi, insieme al picchio verde, al cuculo e al merlo e a tante altre meravigliose specie animali, è una grande discarica a cielo aperto! Fiori e piante che soffocano tra bottiglie di vetro e wc ammassati tra pneumatici e immondizia. Io stessa ho visto un daino giovane, al massimo di tre anni, masticare una busta di plastica! Feniglia è indicata come Riserva Forestale di Protezione? Ma da chi e come viene protetta? Il gestore è il Corpo Forestale dello Stato sul quale non mi esprimo. Un articolo del 2007 del Tirreno raccontava di un enorme problema di rifiuti in mare, tra Cala Galera e Ansedonia, turisti che se ne andavano via dopo un giorno perché impossibilitati a stare tra sacchetti di plastica e rifiuti.
La colpa poteva essere di una nave che aveva scaricato a largo di Civitavecchia, ma oltre alla maleducazione ed inciviltà dei “geni” marinai c’è un problema maggiore nella parte del bosco. I rifiuti non sono scarti alimentari o sacchetti portati dal vento. Feniglia è una discarica a cielo aperto! Un bidet non è trasportato dal mare come anche scatole di medicinali o pneumatici incastrati sugli alberi! E, oltre alla gestione dei rifiuti, è assolutamente necessario che qualcuno si occupi della potatura e rimozione degli alberi caduti e parti seccate.
E’ già un pericoloso groviglio di rovi e sterpaglie, ma intervenendo il prima possibile e con una bella squadra, si può risistemare la condizione della Riserva Naturale Feniglia.
Faccio appello al sindaco di Orbetello, Monica Paffetti del Partito Democratico, che ricopre la carica dal 2011: “anche se forse non entra nel merito delle sue competenze, non soffre vedendo la sua terra violentata in questo modo? Provvedere con squadre di volontari ai quali donare poi un panino ed una spilletta non sarebbe meno dispendioso della perdita economica di turisti che, schifati, decidono di non tornare?”
Non è possibile rispondere burocratizzando l’incanto di una terra meravigliosa lasciata nelle mani di qualche mostro!
Chiudendo definitivamente questa sterile conversazione gentile “rik”, le dimostro che noi non censuriamo nessuno (tranne chi offende), le persone che dicono idiozie dovrebbero censurarsi da sole. Se invece lei decide di continuare con insulti e pettegolezzi non sarà censurato ma più semplicemente ignorato.
Complimenti per la censura! Sono stato molto più corretto di Sheyla! e non c’era assolutamente nulla da censurare! beh, ovvio che in pochi sanno argomentare e quando mancano gli argomenti l’uso della forza, che ci accomuna agli animali, è la risorsa dei mediocri!
uuuuuuuu! è vero! non me ne ero accorto! Ma che profondità che acume e che mente eccelsa! i miei complimenti!
No, guardi.. Forse non ha capito la figuraccia che ha fatto dandosi da solo del maleducato e “schifoso”, uscendo dal tema e in pratica dicendo che è sì sporco il Feniglia… ma in modo accettabile.
Bravissima! Come è riuscita a pesare le ultime parole allo stesso modo poteva pesare le prime!
“i romani fanno schifo e sono maleducatissimi (autorazzismo! sono romano!)”
Lei mi autorizza ad approvare il suo commento, ma a non risponderle, credo non lo meriti.
non ho tempo nè voglia di leggere i post sopra; da turista ormai adottato dal monte argentario, vivo qui quasi 10 mesi all’anno “la feniglia discarica a cielo aperto” sono parole fortissime, esagerate, totalmente fuori luogo; che ci sia un po’ di degrado mi sembra fisiologico visto le migliaia di persone che ogni estate transitano di lì, che ci sia maleducazione … beh come dire… siamo italiani… poi i romani fanno schifo e sono maleducatissimi (autorazzismo! sono romano!); ma ripeto i “mostri” e le “discariche a cielo aperto” significa che non si ha la più pallida idea di che cosa siano IN REALTA’ i MOSTRI e le DISCARICHE A CIELO APERTO
Vede, lei lo interpreta cambio di rotta, io un estensione – se proprio vogliamo – del mio pensiero iniziale… forse perché non sa – ma non può sapere, ovvio – quanto io sia una “rompi balle” per ogni pezzetto di carta, mozzicone o bottiglia che trovo lungo le strade di Roma – mio marito mi chiama la maestrina – ma così facendo ho ottenuto pulizia e illuminazione di sottopassaggi sudici e bui, bidoni ecc ecc Spero di poter realizzare un servizio che mostri il lato bello, pulito e controllato del Feniglia – per amore della Terra e per servizio di informazione – ma perdoni il mio limite se quello che ho visto lo riesco a definire solo “discarica a cielo aperto” perché andava ben oltre lo scatolone e il wc (non ero attrezzata ad una incursione, stavamo passeggiando a fine luglio durante una breve vacanza, infatti le poche foto scattate con un cellulare sono quelle che vede) – cosa che ho anche nel Parco vicino a casa… – ad appena un metro dalle recinzioni, quella che chiamano terra di nessuno perché teoricamente non fa parte dell’area protetta, ecco la che si gettano i rifiuti ingombranti come tv, wc e materassi. Oppure il romano maleducato di turno o il turista scellerato, lancia dall’auto o dal bus rifiuti d’ogni sorta (come anche lo abbiamo visto tutti fare anche in mare). Ripeto, mostro è chi insudicia e non fornisce mezzi per pulire, o chi finge di occuparsene ma lascia scivolare tutto nella “burocratite” e i rimpalli politici, se lei fa parte di queste categorie è un mostro, ma si mette a perdere tempo con me, e da quel che scrive e come lo fa credo che sia più innamorato del Feniglia che stanco di esso
P.s. se il postino sparge maldicenze sa cosa penso… che me le son meritate, si sa che la gente è pettegola, quindi o non apro la porta e scendo le scale:)
Questa Sua correzione di rotta è indice dell’intelligenza che ci attribuisce. La apprezzo molto. Conosco la Feniglia a menadito e potrei portarLa per la mano sui posti che ha fotografato, che si trovano lungo strada esterna. Mi piacerebbe anche farLe ammettere di non aver dato una corretta informazione di aver cercato il sensazionalismo. Le spiego quello che intendo con un esempio che mi invento. Metta che io sia un postino e suono il campanello di casa Sua di mattina quando la sera prima Lei si è intrattenuta con alcuni ospiti, discutendo di vari argomenti e magari suscitando ilarità nel descrivere quanto ha trovato sporca la riserva della Feniglia. Avete fatto tardi e Lei ha rinviato il rassetto della casa alla mattina successiva, tanto poi arriva la signora che fa le pulizie etc…Io, postino, sbircio dentro, vedo il dispordine, ma sono postino e me lo tengo per me o ne rido coi colleghi portalettere. Se invece che solo postino fossi anche giornalista o blogger, e una volta sbirciato me ne tornassi a casa per scrivere un pezzo dal titolo: “Bobba: una casa di zozzoni!” non farei buona informazione. Attirerei lettori, e magari la compiacenza della Sua dirimpettaia con la quale tempo fa ha discusso di quote condominiali, ma mi mancherebbero molti elementi, che lei magari si affretterebbe a precisare in una smentita. Allora forse la metafora è un po’ ardita ed io ne ho perso il controllo, ma dire che la Feniglia è una discarica a cielo aperto perchè si è visto uno scatolone ed un sanitario usato dietro una pianta lungo strada durante il ferragosto non è fare corretta informazione. L’aspetto per la visita della riserva, meglio se fuori stagione. Buon lavoro anche a Lei.
Lo vede Stefano,ho ottenuto esattamente quello che volevo, la sua attenzione (il mostro è chi non aiuta il Parco, chi lo inzozza, non chi tenta di pulirlo e proteggerlo) e di più … siccome tornerò – per le vacanze e non per delle incursioni – la chiamerò pregandola di farmi fare un giro all’interno, se le farà piacere questa volta lei ci aiuterà a catturare – in foto e video magari – le meraviglie del Feniglia 🙂
P.s. Non creda, ci sono un sacco di persone che si divertono a leggere battibecchi, ma io credo che noi, qui, abbiamo fatto molto di più. Abbiamo dimostrato amore per il territorio, intelligenza e rispetto reciproco. Buon lavoro e… a presto! Sheyla
Gentilissima Sheyla,
non credo che ai molti lettori del blog interessi un nostro battibecco epistolare. Sono rammaricato che per incompetenza o per malizia sprechi il suo ottimo stile di scrittura per definire il Corpo forestale dello Stato – e me in particolare – un “mostro”. Si lavora con le risorse che si hanno, ricevendo moltissime attestazioni di stima, qualche critica, e pochissime punzecchiature sterili e polemiche. Si può sempre migliorare, farò tesoro di quanto mi suggerisce riguardo ai volontari e cercheremo di rafforzare la già produttiva collaborazione con il Comune di Orbetello per far si che la Feniglia (dentro e fuori riserva) sia un posto ancora più bello e ben tutelato. La invito nelle sue incursioni a visitare il Sentiero didattico che troverà all’ingresso lato Porto Ercole ed a rivolgersi ai Forestali presenti sul posto, per avere informazioni sulle attività che vengono svolte e fornire segnalazioni, se ne ha. Il numero è 0564 834086 oppure può fare il 1515. Non le risponderanno “mostri”, ma persone che lavorano per tutelare l’ambiente. Tutti i giorni dell’anno. Saluti cordiali.
Gentile Stefano, quindi lei è il Corpo forestale dello Stato?
Quindi se, come dice lei, queste foto non fanno parte del parco non c’è motivo di scandalizzarsi se è ridotto in quella maniera? L’intendo dell’autrice, la sottoscritta, era attirare l’attenzione di chi si occupa di tutto il Parco… e quindi anche dei “siti fuori della recinzione” – eppure so dove ho fatto le foto, qualità pessima lo so, ma li proprio nel Parco – ma anche si trattasse di una parte meno “autorevole” meriterebbe quello scempio? Io per prima accuso la maleducazione di molti e il lavoro di pochi, invece, lo elogio. Spiacente di informarla che l’articolo, come tutto il blog, ricevono un buon numero di letture e spero, con il cuore mi creda, che comprenda che questo non è un attacco ai lavoratori che curano i nostri – tutti – siti e parchi, ma più precisamente è indirizzato verso chi non fornisce gli strumenti per migliorare la situazione. Le basterà un sguardo a SenzaBarcode per comprendere le nostre – e mie nello specifico – posizioni. Amo la Toscana – e l’Italia intera – e se c’è una possibilità che anche quel meraviglioso sito sia reso pulito e accessibile ne sarei felicissima. Il daino con la busta di plastica in bocca non l’ho fotografato – non sono stata lesta – ma le assicuro, era all’interno della parte recintata. Non crede anche lei che dei volontari potrebbero essere una soluzione? squadre mensili? La spiaggia non è colma di resti di falò? E neppure è possibile negare che molti fanno campeggio sulla spiaggia e nella pineta che porta al mare, lasciando rifiuti e rovinando i dintorni… Quindi, come ripeto, se ci fossero squadre e controlli – superiori – non avremo a che fare con quelle immagini. Che ci siano solo ad agosto non è certo una giustificazione ed anzi, direi che è già abbastanza, anche per lei credo.
Sheyla Bobba
Io sono il mostro, cioè colui che gestisce la riserva naturale di duna feniglia. Ogni anno a ferragosto o giù di lì compaiono articoli tipo questo. Dopo che la Feniglia è frequentata da decine di migliaia di persone c’è sempre qualcuno che poi protesta per i rifiuti. La riserva è pulita. le foto pubblicate si ridferiscono a siti fuori della recinzione, quindi fuori dall riserva. Non è possibile entrare a scaricare bidet e scatoloni nella riserva perchè il cancello è chiuso. Il nostro personale (poco) sorveglia (tanto). E certo non è qualche Forestale che può risolvere il problema nazionale del commercio abusivo, o della maleducazione diffusa (alcuni raccolgono sulla spiaggia il “regalino” del cane per metterlo in un sacchetto che abbandonano poi in pineta). La realtà è diversa da come è stata rappresentata. Discarica a cielo aperto è un’affermazione quantomeno ingenerosa. L’unica consolazione è la consapevolezza che questo articolo verrà letto da poche persone. Ma siccome io sono al servizio anche di quelle poche, ci tengo che i termini della realtà siano ristabiliti pure apprezzando il bello stile, ancorchè utilizzato per un pessimo intento, dell’autrice.