Elezioni Figc: tra le ”gaffe” di Tavecchio e il solito caos italiota
Tra le ”gaffe” di Tavecchio e l’incertezza generale, il capitolo “elezioni FIGC” sta per concludersi: chi sarà il nuovo presidente?
In un sistema pallonaro come quello italiota non ci si poteva aspettare che la confusione in ogni sua accezione, in ogni sua sfumatura, in ogni sua circostanza. Anche il capitolo “elezioni FIGC” ha visto i suoi momenti di caos, di controversia, di polemica: lo specchio perfetto per mostrare un’attitudine ormai consolidata e perfetta per sviare appassionati e addetti ai lavori dalle vere problematiche che affliggono il calcio italiota. Si fa un po’ di “caciara”, qualcuno si arrabbia e alla fine ci si dimentica tutto. Come la politica, del resto. L’Italia è questa. Ma andiamo con ordine.
L’11 agosto verrà finalmente eletto il nuovo presidente della FIGC, e tra i candidati papabili figurano ancora i nomi di Carlo Tavecchio, attualmente a capo della Lega Nazionale Dilettanti, e Demetrio Albertini, figura storica del calcio “giocato” e, attualmente, proprio vicepresidente della FIGC. Si sa, in tal casi l’obiettivo dei candidati è quello di presentarsi al meglio ai candidati per convincerli a “strappare” un voto per loro: in realtà nessuno dei due protagonisti della scottante questione “elezioni FIGC” sembra aver raggiunto appieno tale obiettivo.
Albertini è visto di buon occhio da qualcuno per la sua discrezione, per la sua voglia di fare e sopratutto per la sua giovane età, fattore che porterebbe qualche anno “in meno” all’interno di un sistema vecchio ed obsoleto. Non tutti, purtroppo per lui, sembrano pensarla allo stesso modo, e di conseguenza il consenso nei suoi confronti non sembra esser tale da permettergli di avere la meglio su qualsiasi avversario. Sì, anche contro uno come Tavecchio, capace di infilare una serie impressionanti di autogol.
Già, perché l’attuale presidente della “scatafasciante” LND ha fatto davvero di tutto per attirare l’attenzione: nel bene e nel male. Per chi non avesse ancora idea di che personaggio stiamo parlando, citiamo testualmente alcune delle sue dichiarazioni esternate durante la candidatura, ormai ben risapute tra gli appassionati ma forse sconosciute a qualcuno:
“Le questioni di accoglienza sono un conto, quelle del gioco un’altra. L’Inghilterra individua dei soggetti che entrano, se hanno professionalità per farli giocare, noi invece diciamo che Optì Pobà è venuto qua, che prima mangiava le banane, adesso gioca titolare nella Lazio e va bene così. In Inghilterra deve dimostrare il suo curriculum e il suo pedigree…”
Pensate che basti? Qualche mese prima s’era addirittura superato:
“Da sempre protesi a voler dare una dignità estetica alla donna del calcio. Prima si pensava che fosse handicappata rispetto al maschio per resistenza ed altri fattori, adesso invece abbiamo riscontrato che sono molto simili. Adesso abbiamo creato uno slogan che parla della donna come l’altra metà del calcio.”
In seguito a questo “terremoto mediatico” scatenato dal ripescaggio o meno di sue dichiarazioni, Tavecchio s’è sentito terribilmente offeso, dichiarando di esser stato trattato “peggio dell’assassino di Kennedy”: per qualcuno risultano semplici “gaffe”, per tutti gli altri imperdonabili offese. E pensare che si parla così tanto di cotante dichiarazioni che nessuno s’è degnato nel sottolineare il fatto che il candidato qui presente è stato processato e condannato per cinque volte: un bel corollario di reati, tra cui evasione fiscale, omissione o falsità in denunce obbligatorie e abuso d’ufficio per violazione delle norme anti-inquinamento. Nonostante questo, Tavecchio è ancora in vantaggio; la sorpresa tanto anticipata da Malagò non sembra risultare un’opzione realistica e nonostante l’opposizione di 9 club di A, il vulcanico presidente della LND sembra ancora favorito. Nonostante le polemiche, nonostante le frasi ad effetto. Nonostante il suo esser pregiudicato. Nel mondo italiota tale status sembra più favorire che creare problemi. Come S.B., del resto. Lo specchio del paese.