Recensione: 27 martore e 4 caffè
Recensione: 27 martore e 4 caffè di Emiliano Billai e Michela Meloni per i tipi di La Piccola Volante
Una Musa ispiratrice dialoga con lo scrittore combattuto tra il sogno di un mondo più elegante, classico, libero da vincoli di badget, scadenze, soldi, sudditanze, arrivismo, e la realtà del mondo dell’arte di oggi, ispirata dal denaro, dove il potere ne diventa il fine e non l’oggetto.
Parli tanto dei tempi del mercato, dice la Musa ispiratrice, perché non chiami i Sig.ri Amazon affinché trovino le parole che ti servono entro il 17? Non sei forse tu, come me, uno dei pochi a non volersi adeguare alle leggi del mercato? Ma non ci è concessa pausa, no, non ci è concessa, appena rallenti il passo ti buttano via e ne comprano uno nuovo! Il mercato detta i tempi, i soldi trovano le parole, il caffè è la colonna sonora di questi dialoghi dall’inferno. Perché all’Inferno ci si finisce sul serio, per carrierismo si cerca la scalata anche nell’Ade e per rancore verso chi ci ha sbarrato la strada, fosse anche una stronza che ci ha ammazzati per amore, si diventa più carnefici del Maligno, talmente da stupire la morte che si è fatta convincere ancora una volta da una partita a scacchi.
Bel testo quello di Emiliano Billai e Michela Meloni, messaggi dal passato e dall’oltretomba per conoscersi e conoscerci a fondo, soprattutto dedicato a coloro che credono all’arte senza compromessi, l’arte che non guarda ai soldi ed al potere, ma vuole semplicemente vivere libera senza essere offesa dalle regole del mercato che esige velocità, guadagno, successo.
L’adattamento teatrale del primo dialogo è già stato messo in scena lo scorso anno con Matteo Loglisci e Luisanna Ciuti. Nel 2014 sul palco il secondo dialogo tra il dannato e Lucifero. Da seguire
27 martore e 4 caffè di Emiliano Billai e Michela Melon, per La Piccola Volante
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