Cronaca

Intervista a Andrea Brunello, da ricercatore a drammaturgo

Intervista a Andrea Brunello, da ricercatore a drammaturgo

Redazione – Oggi intervistiamo Andrea Brunello, direttore artistico della compagnia teatrale Arditodesìo.

Andrea incominciamo proprio dal nome della compagnia. Era nata nel 2002 con il nome di Teatro di Bambs è mutato in Arditodesìo – desiderio ardito – nel 2008. Come mai questo cambio?

Andrea Brunello – Sempre di più ci siamo accorti che per noi fare teatro ha la valenza di una sfida. Una sfida piacevole, profonda, che ci regala soddisfazioni e gioie ma anche difficile, a volte sul limite dell’insopportabile… ardita. Un desiderio ardito di vivere di questo lavoro, di questo mestiere. Ecco il nuovo nome.

Redazione – Arditodesìo si prefigge di fare teatro civile“. Ci puoi spiegare meglio cosa significa e in cosa si differenzia da altre forme teatrali?

Andrea Brunello – Buonissima domanda! Teatro Civile  può voler dire tante cose e fondamentalmente crediamo che il teatro sia “civile” per definizione, quando è fatto con l’intento di condividere una idea, una urgenza. Per noi è quello: l’esigenza di comunione, con il pubblico, con i colleghi e anche con noi stessi. In questo modo il nostro è un teatro civile perché ci porta a ragionare su cose che ci stanno a cuore: dalla violenza, alle religioni, dal lavoro al ruolo della scienza. La guerra… elaboriamo i nostri pensieri, spesso con drammaturgie originali che scrivo io stesso, attorno a queste tematiche attraverso il teatro, condividendoli con il pubblico. Un senso ci comunione. In questo senso il nostro teatro è civile.

Redazione – Andrea ormai il sodalizio con il musicista teatro civile è consolidato. Ci puoi raccontare come la Parola-Concetto ha incontrato la Musica-Movimento come si legge sul vostro sito?

Andrea Brunello – Con Enrico lavoriamo da tanti anni. Io personalmente ho costruito con lui veramente tanti spettacoli, improntati sull’idea che ci può essere un dialogo fra il suo mondo (che si esprime attraverso la musica) e il mio (che si esprime attraverso la parola e l’azione scenica). Questo dialogo diventa poi universale ed è totalmente alla pari, sempre in evoluzione e spesso sorprendente. Enrico è un musicista che amo e che trovo eccezionale. Mi emoziona stare in scena con lui perché so che mi sorprenderà e so che il pubblico godrà di questa sorpresa. Il nostro Jazz Teatrale nasce così, da una improvvisazione scenica dove la parola e la musica giocano, dialogano, si rincorrono, su un canovaccio ma senza una partitura ben definita. Un gioco.

Redazione – Qui al TrentinoInJazz 2014 proprio con Enrico Merlin avete portato in scena – BUM! 14/18 storie e suoni dalla Grande Guerra – una narrazione quanto mai attuale in questi giorni in cui riecheggia, con rinnovata violenza, il frastuono delle bombe. Come è nato questo progetto? Che messaggio volete lasciare?

Andrea Brunello– Da tempo lavoro attorno ai temi della prima guerra mondiale. Sono affascinato dalle vite di questi soldati, dai patimenti, dalle difficoltà che hanno sopportato e allo stesso tempo dalla loro forza, dal coraggio. Dalla pazzia dei comandanti, dalla stupidità di alcuni… e dalla sublime capacità di amare, di sacrificarsi per un vero senso di amicizia. Con Enrico abbiamo voluto raccontare tutto questo attraverso il nostro Jazz Teatrale. Non vogliamo celebrare i soldati, non li incensiamo! Ma vogliamo testimoniare il loro dolore e il loro dramma. Loro hanno vissuto la guerra, loro hanno sofferto e noi testimoniamo questo. Non ce ne appropriamo. Non viviamo le loro emozioni, le raccontiamo. Qualche volta ci emozioniamo (spesso!) e qualche volta prendiamo le distanze. Raccontiamo gli orrori su tutti i fronti grazie a testi di Emilio Lussu, Giuseppe Ungaretti, Fritz Weber, Erich Maria Remarque, Paolo Monelli e di alcuni poeti inglesi che in trincea hanno scritto alcune fra le pagine più belle della letteratura di guerra: Sigfried Sassoon, Wilfred Owen… Per noi si tratta di un atto dovuto.

Redazione: Sul sito di Arditodesìo si legge che la compagnia è disponibile anche per la realizzazione di progetti ad hoc; cioè siete aperti a lavorare su tematiche che vi propongono altri soggetti come scuole e comunità? E’ corretto?

Andrea Brunello – Lavorare con le scuole è per noi una gioia. I giovani sono una fonte inesauribile di stimoli e di energia. Però… dipende se le tematiche che ci chiedono sono in sintonia con le nostre, se ci chiedono di trattare soggetti che ci stanno a cuore. In passato abbiamo elaborato spettacoli su “commissione”, ma sempre dopo una attenta riflessione, dopo avere capito se e come quello che ci chiedevano risuonava con noi, dentro di noi. E’ il senso del nostro fare teatro, dare sfogo ad una esigenza. L’esigenza può anche essere quella di altri, ma deve diventare anche nostra.Spesso ci viene chiesto di elaborare tematiche di Jazz i Teatrali con Enrico Merlin ad hoc per scuole, biblioteche, musei, luoghi storici ed altri luoghi di interesse culturale. Per la natura stessa del Jazz possiamo in realtà affrontare qualsiasi tematica ma anche qui stiamo attenti ad affrontare tematiche che per noi sono importanti. Credo che sia questo il segreto del nostro lavoro: dobbiamo crederci noi stessi, per primi!

Redazione – Andrea c’è un progetto che non hai ancora realizzato e che vorresti diventasse realtà?

Andrea Brunello – Da tempo ormai mi sto dedicando al teatro che racconta la scienza. Ho un passato scientifico essendo stato un ricercatore di fisica quando ero più giovane. Da anni ormai lavoro in teatro, come attore e drammaturgo, ma amo ancora la scienza. Ho in programma nuovi progetti che raccontano il rapporto fra essere umano e scienza. La scienza che apre nuovi spiragli di consapevolezza, la scienza che ci condiziona ma allo stesso tempo ci permette una vita insperata. La scienza che diventa filosofia…Questi progetti sono di interesse sia per il teatro classico, ma anche per le scuole e tutti quelli che amano entrare in contatto con idee “altre”, nuove, sorprendenti.  Mi interessa anche insistere nella ricerca di tematiche legate al racconto storico che però ci apre nuovi spiragli di consapevolezza sul contemporaneo.

Le idee sono tante. Se solo si avesse il tempo di inseguire tutti i sogni…

Redazione: Grazie Andrea, Ciao.

Andrea Brunello: Grazie a te!

Erica Simone

Sono un Hospitality Manager e Ufficio Stampa, ho lavorato per boutique Hotels, ristoranti e strutture recettive. Quale responsabile della comunicazione mi sono occupata di eventi musicali e culturali. Sono proprietaria di un B&B al centro di Roma. Le mie passioni sono l'ospitalità, la comunicazione e la politica.

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