Politica

Sanità Lazio, intramoenia e fallimento

La sanità laziale, tra fallimenti, intramoenia e denaro pubblico

Chiunque ricorda una qualche truffa alla nostra Sanità: dalla vicenda della Lady Asl nel Lazio fino al più conosciuto epilogo del San Raffaele di don Luigi Maria Verzé. Il denaro pubblico dato all’ospedale San Raffaele finisce “nelle mani di loschi gruppi di potere clericali che lo utilizzano per attività speculative e clientelari, sulla pelle degli ammalati” dicevano nel 1978 i deputati radicali Emma Bonino e Marco Pannella. Dalla denuncia dei radicali vi furono occhi chiusi per più di trent’anni.

Storia della nostra Sanità fatta di scandali, truffe, appalti truccati, nomine politiche, raccomandazioni e tanto altro a cui gli italiani passivamente, e questo è un grande errore, sono ormai abituati. La Sanità del Lazio ormai soffre di un buco di 12 miliardi di euro che non accenna a fermarsi, per avere il quadro della cifra basta ricordare che Matteo Renzi cerca 20 miliardi entro settembre per salvare i conti pubblici italiani. Ma oggi parliamo di un altro scandalo che ci costa in termini di denaro e salute: la riforma introdotta dall’allora Ministra Rosy Bindi, quella intramoenia che permette ai medici dipendenti pubblici (Ospedalieri e specialisti ASL ) di scegliere il rapporto unico con l’azienda sanitaria potendo esercitare attività privata all’interno della stessa azienda.

Un Ospedaliero che ad esempio effettua Ecodoppler in convezione, può eseguirli anche in attività privata all’interno dell’Ospedale, utilizzando i locali, il personale infermieristico, gli strumenti che appartengono alla collettività, lasciando solo una esigua percentuale all’azienda sanitaria. Prima della riforma Bindi, un medico Ospedaliero che voleva esercitare attività specialistica privatamente, doveva affittare uno studio, pagare luce, gas, segretaria ed acquistare tutta la strumentazione necessaria e provvedere alla dovuta manutenzione tirando fuori i soldi dalla propria tasca e non da quella dei contribuenti: a tutto danno dei conti pubblici. Nel 2010 i medici ospedalieri italiani hanno fatturato circa 1,13 miliardi di euro, devolvendo alle ASL circa 74 milioni.

Bene, si dirà, però in questo modo i medici saranno più presenti nella struttura a tutto beneficio degli assistiti. Suppongo che la risata sia assordante: quanti di voi hanno prenota un esame qualsiasi e si sono sentiti dare l’appuntamento per l’ anno successivo? E quante possibilità ci sono che vi presentiate il giorno della visita?

Quasi nessuna, se è veramente urgente, come per quasi tutte le visite specialistiche, sei mesi o un anno di attesa sono troppi e quindi non si fa altro che intasare i Pronto Soccorso o prenotare un appuntamento intramoenia: “pagando signora l’appuntamento è per la prossima settimana al massimo!”

Dettagli da: La Voce Libera 

Diego Sabatinelli

Dal ’95 letteralmente “batto le strade” di Roma per promuovere le iniziative nonviolente radicali, a partire dalla raccolta firme su 20 referendum che si svolge proprio quell’anno…

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