Contratto unilaterale: Ignazio Marino Vs dipendenti e sindacati
I sindacati intervistati in Piazza Campidoglio mentre la Giunta di Ignazio Marino affossava la democrazia a Roma approvando un contratto unilaterale
Ore 16.30 del 1 agosto 2014. In piazza Campidoglio SenzaBarcode incontra le sigle sindacali presenti, al fianco dei lavoratori, mentre a Palazzo Senatorio – che equivale, purtroppo, alle segrete stanze di Ignazio Marino – si sta discutendo del nuovo contratto per i dipendenti del Comune di Roma. L’accordo ha il sapore di un contratto unilaterale, un colpo di mano ai danni dei dipendenti che si ritroveranno fino a 300 euro in meno in busta paga e contro i sindacati che vengono messi in un angolo e zittiti.
Da ricordare quanto accaduto la notte precedente, quando all’1.30 il vicesindaco Luigi Nieri, SeL, ha abbandonato il tavolo dove stavano ancora discutendo con i sindacati, ritenendo chiusa la trattativa. I sindacati hanno occupato l’Aula attendendo il ritorno dell’Amministrazione che, vedremo in seguito, non tornerà mai sui suoi passi.
Facciamo un rapido resoconto di quanto accaduto in questi mesi con Marco D’Emilia, FP Cgil Roma:
“Ad aprile il sindaco Ignazio Marino ha detto semplicemente – taglio il salario – c’è stata quindi una grande assemblea di oltre 10 mila dipendenti del Comune di Roma, seguita da uno sciopero con la partecipazione di oltre l’80%. Questo ha fatto si che si formasse una commissione interministeriale … Il sindaco con il Consiglio Comunale, anche se non veniva posto nessun limite, dalla circolare della commissione interministeriale, incomprensibilmente metteva come data della scadenza il 31 luglio” E nella notte tra il 31 luglio e il 1 agosto, infatti, Luigi Nieri ritiene esaurita la trattativa. L’intervista con Marco D’Emilia prosegue fino ad affrontare il giorno precedente.
Al microfono segue Sandro Bernardini, Uil Fpl di Roma il quale ci riferisce quello che sta accadendo e, specialmente, quello che ci si augura accada presto:
“Noi sappiamo che oggi è in riunione la Giunta Capitolina, perché dovrebbe decidere sulla deliberazione dell’atto unilaterale che sta portando in Giunta. Noi siamo qui ancora una volta per dimostrargli, uno: che non abbiamo abbandonato il tavolo, due: perché dobbiamo dare delle risposte a tutta questa gente che dà un servizio essenziale alla città …” Parliamo delle risposte che Ignazio Marino non sta dando ai dipendenti e a Roma Capitale.
La rosa dei sindacati si chiude, per il momento, con Giancarlo Cosentino, Fp Cisl Roma e Lazio. Gli chiedo se questa è la fine del sindacato o della politica dell’Amministrazione Marino:
“Penso che Marino non potrà mai dare fine al sindacato. Probabilmente quella di oggi è la fine di una politica che non è più in grado di captare quelli che sono i bisogni dei cittadini e dei lavoratori. Probabilmente la politica ha abdicato il suo ruolo ad una sorta di autoritarismo, volere a tutti i costi comandare senza avere il consenso. Io oggi direi a Marino di guardare i suoi 24 mila dipendenti, ma sopratutto quanti e quale qualità di servizi sta dando alla città con questa manovra”.
Alle 18 circa arriva il comunicato dal Campidoglio, il contratto è fatto, i dipendenti capitolini “subiranno” la scelta della Giunta Marino. Hanno deciso da soli, con tempi da loro dettati e non in linea con le poche accettate direttive del sindacato.
Romolo Bonarota, in questo articolo, dice che uno spicchio di democrazia è morto il 1 agosto 2014 in Roma. Io temo che la fetta sia bella grossa e che settembre 2014 porterà tante e gravose agitazioni. Naturalmente sulle spalle dei romani, in termini di mancanza di servizi e di disagio sociale, perché non scordiamo che i dipendenti capitolini sono figli di quella lupa che Marino vorrebbe togliere come simbolo.
Non è politica, è Roma diceva il suo slogan; ho sempre interpretato questa frase come un presagio di “confusione” nel programma di Ignazio Marino che professava la non politica ma si limita a pedonalizzare qualche tratto di strada.
I sindacati hanno deciso di far annullare la decisione unilaterale presa dalla Giunta rivolgendosi direttamente agli organi giurisdizionali competenti. Sembra che in queste ore già siano a lavoro gli uffici legali dei sindacati pronti a dar battaglia nelle aule di giustizia. Contemporanemanete verranno messe in campo tutte quelle iniziative previste dalla legge che comporta la dichiarazione dello stato di agitazione. Confidiamo che a questo punto, e dopo la delegittimazione dei sindacati, non ci sia più nessun indugio nell’affrontare in modo concreto e duro l’amministrazione e senza più alibi rispetto alle comuni identità politiche. Insomma, il sindacato è stato totalmente ignorato dalla politica, che la politica sia del tutto ignorata dal sindacato.
Vorrei sapere ora cosa succederà. I sindacati sono ancora obbligati ad un primo solo giorno di sciopero prima di proclamare lo sciopero vero e proprio a lunga scadenza immagino, perchè non credo che un fatto cosí grave possa passare senza una risposta di lotta dura. Che purtroppo per i romani sará tragica e saranno in molti a prendersela con i vigili fannulloni ecc ecc, soprattutto tra i precari eq senza lavoro che giá vedono di cattivo occhio tutti i dipendenti pubblici. Non capiscono neanche che proprio su queste antipatie hanno sempre giocato i politici, per tartassare poi tutti, anche chi li approvava nelle manovre di avvilimento dei pubblici dipendenti