Cronaca

Toni Servillo a teatro con Le voci di dentro

Toni Servillo  torna alle origini, al teatro, con una commedia del drammaturgo napoletano Eduardo De Filippo, “Le voci di dentro”, in scena dal 29 Ottobre 2014.

L’odore del legno ammuffito del palco difficilmente si cancella una volta che l’hai provato. Il teatro ti resta dentro come un marchio indelebile, puoi recitare con registi di fama mondiale, calcare il red carpet della serata degli Oscar, ma alla fine vuoi tornare lì dove tutto è iniziato. Toni Servillo probabilmente conosce bene questa sensazione di nostalgia. L’attore protagonista del film premio Oscar, “La Grande Bellezza”, torna a teatro con “Le voci di Dentro” di De Filippo.

Servillo, da buon napoletano, è legato alle sue radici e alla tradizione, ma in particolare al drammaturgo napoletano, delle cui opera già si è reso interprete. Ben dieci anni fa Servillo ha riportato in scena una delle commedie più celebri di De Filippo, “Sabato, domenica e Lunedì”.

Da Sabato 29 Ottobre al Teatro San Ferdinando, invece, sarà nuovamente interprete del  protagonista de “Le voci di Dentro”, Alberto Saporito. L’uomo al centro delle vicende vive con il fratello e con lo zio Nicola, il quale non parla da anni, non perché muto, ma perché il “mondo è sordo”. Lo zio vive in una specie di soppalco da dove comunica con il nipote attraverso lo sparo di fuochi d’artificio.  Alberto si sveglia inquieto dopo aver fatto uno strano sogno, che ritiene più che altro una visione. Dopo il burrascoso sonno, l’uomo è convinto chi i suoi vicini di casa, i Cimmaruta, hanno ammazzato il suo amico Aniello Amitrano e ne hanno occultato il cadavere in cucina. Convinto di non aver sognato denuncia il delitto al commissario. L’Amitrano effettivamente non si trova e i Cimmaruta vengono arrestati, ma subito rilasciati perché non vieve ritrovato il cadavere nel  luogo indicato da Alberto. Tuttavia i Cimmaruta sono convinti che uno di loro possa aver commesso l’omicidio e uno per volta vanno da Alberto per accusarsi a vicenda. Il protagonista disgustato dall’umanità giunge a desiderare di essere una scimmia e il vecchio zio Nicola, non potendo sopportare di vivere tra degli uomini così pieni di sentimenti cattivi, decide di accendere il suo razzo verde, che dà il via libera alla morte.

Dice Servillo sull’opera:

Le voci di dentro è la commedia dove Eduardo, pur mantenendo un’atmosfera sospesa fra realtà e illusione, rimesta con più decisione e approfondimento nella cattiva coscienza dei suoi personaggi, e quindi dello stesso  pubblico. L’assassinio di un amico, sognato dal protagonista Alberto Saporito, che poi lo crede realmente commesso dalla famiglia dei suoi vicini di casa, mette in moto oscuri meccanismi di sospetti e delazioni. Si arriva ad una vera e propria “atomizzazione della coscienza sporca”, di cui Alberto Saporito si sente testimone al tempo stesso tragicamente complice, nell’impossibilità di far nulla per redimersi. Eduardo scrive questa commedia sulle macerie della seconda guerra mondiale, ritraendo con acutezza una caduta di valori che avrebbe contraddistinto la società, non solo italiana, per i decenni a venire.

La spiegazione sicuramente corretta di Servillo, tuttavia procede secondo una delle molte direttrici secondo cui è possibile interpretare l’opera. De Filippo con Le voci di dentro tornò a ricorrenti tematiche della sua poetica, che accostavano il suo teatro a quello di uno dei suoi maestri,Pirandello.

Sicuramente uno dei punti chiave è l’incomunicabilità tra i personaggi. Lo zio Nicola che preferisce non parlare perché il mondo non lo comprende, come egli stesso dice il mondo è “sordo”,  i Cimmaruta che preferiscono correre da Alberto a confessare peccati forse inesistenti, piuttosto che confrontarsi e comprendersi, sono questi chiari esempi dell’idea Pirallendiana ed accolta da De Filippo, secondo cui gli uomini non potranno mai conoscersi gli uni con gli altri, ascoltarsi e capirsi.

Altra tematica affrontata da De Filippo è la conoscibilità della verità. Per il drammaturgo napoletano questo concetto, in primis, si traduce nel rapporto realtà ed sogno. Alberto non riesce a distinguere tra ciò che è vero e ciò che non lo è, immergendosi in un mondo di illusioni che travolgerà gli altri personaggi. Come in molte opere di Pirandello, la verità alla fine non può essere scoperta. Amitrano non viene ritrovato né vivo né morto, ognuno dei Cimmaruta incolpa uno dei membri della propria famiglia e il mistero resta irrisolto.

Nelle ultime battute della commedia di Pirandello “Così è, se vi pare”, incentrato sulla ricerca dell’identità di uno dei personaggi, la Signora Ponza, si dice:

SIGNORA PONZA: Io sono,sì, la figlia della signora Frola (…)e la seconda moglie del Signor Ponza (…) io sono colei che mi si crede.

SIGNOR PONZA: Ed ecco , o signori, come parla la verità.

La verità non è conoscibile.

Clelia Tesone

E m'abbandono all'adorabile corso: leggere, vivere dove conducono le parole. La loro apparizione è scritta; le loro sonorità concertate. Il loro agitarsi si compone, seguendo un'anteriore meditazione, ed esse si precipiteranno in magnifici gruppi o pure, nella risonanza. Una delle più belle citazioni di Paul Valery per molti, come me, che crescono tramite una pagina, che sia letta, scritta o studiata.

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