Coppie d’azione. Amore e rivoluzione Goffredo Mameli Adele Baroffio
Ultimo appuntamento del ciclo di conferenze Coppie d’azione. Amore e rivoluzione a Roma nel 1849. Goffredo Mameli e Adele Baroffio Relatore Andrea Cicerchia Museo della Repubblica Romana e della memoria garibaldina Sabato 5 luglio 2014 ORE 16.00
Se gli storici hanno ampiamente considerato il ruolo che il giovane Goffredo Mameli (1827-1849) seppe ricoprire nella breve e densa stagione della Repubblica romana del 1849 – che di fatto venne ad identificarsi con la sua stessa rapida e intensa vita – poco o nulla, invece, si sono soffermati sul legame che questi avrebbe intrecciato, durante quei mesi romani, con una personalità femminile.
Questa presenza, sfuggente e poco nota, venne già confermata, accanto a Mameli, dal medico Agostino Bertani, che nel suo diario poté seguirne e documentarne il ferimento e il decorso mortale tra il giugno e luglio di quell’anno; e ancora da Giuseppe Mazzini, in alcune lettere scritte al termine di quell’esperienza romana, quando a Jules Michelet poteva riferire il nome e l’esistenza di una “donna amata da Mameli” nei suoi ultimi mesi di vita. Adele Baroffio, dunque, di origini lombarde, sposata ad un veneto, non avrebbe solo ricoperto mansioni di assistenza ai feriti durante l’assedio romano, presso l’ospedale di Trastevere, ma soprattutto avrebbe ispirato, con la sua intensa femminilità – unita all’anelito democratico – l’ultimo grande momento di vita del poeta. Come già messo bene in evidenza da Codignola agli inizi del Novecento nell’edizione della vita e scritti del poeta e patriota genovese, Mameli era apparso infatti sempre condizionato dal bisogno di una vicinanza femminile importante, a partire dallo stesso rapporto molto stretto con la madre, Adele Zoagli.
Nel quadro delle coppie d’azione presenti sulla scena della Repubblica Romana del 1849 si ripercorrerà dunque questo giovanile ma conclusivo legame, posto fra il dato concreto e quello ideale. Si cercherà di interpretare, a partire dalle poche notizie documentate relative alla sfuggente figura della Baroffio, il profondo bisogno di femminilità sentito da Mameli durante l’esperienza più alta – dal punto di vista politico e personale – di tutta la sua breve e intensa vita. La Repubblica Romana nell’esperienza di Mameli, il suo sacrificio, la sua poesia, collegati alla ricerca di tale presenza,che ebbe a trovare in Adele Baroffio. Un bisogno che va al di là del dato semplicemente amoroso, sentimentale, e che finisce per stagliarsi in un più vasto quadro ideale, morale, e da ultimo anche politico.
Andrea Cicerchia, diplomato presso la Scuola di Archivistica, Paleografia e Diplomatica dell’Archivio di Stato di Roma, è Dottore di Ricerca in Storia politica e sociale dell’Europa moderna e contemporanea. Cultore della materia presso la Cattedra di Storia Moderna dell’Università di Roma “Tor Vergata”, attualmente collabora alla docenza di Storia della Chiesa presso l’Istituto Superiore di Scienze Religiose “Alberto Marvelli” di Rimini e con l’Università degli Studi di Urbino in collaborazione con la Scuola Normale Superiore di Pisa. I suoi campi di ricerca riguardano la Storia sociale, istituzionale e giudiziaria dello Stato della Chiesa (secc. XVI-XVIII), la Storia degli ordini religiosi nell’Italia di antico regime e Inquisizione e Risorgimento nello Stato Pontificio della prima metà dell’Ottocento. Ha partecipato a diversi seminari e convegni nazionali e internazionali; tra le sue pubblicazioni: La terra di Saltara. Nella periferia pontificia tra Antico Regime e Restaurazione, Neuberg, Senigallia, 2009; «Giacché non mi giova alcuna forma di governo». Ordine pubblico, giustizia e pericolo reazionario nella Repubblica Romana del 1849, in La Repubblica Romana del 1849.
La storia, il teatro, la letteratura, a cura di Beatrice Alfonzetti e Mariasilvia Tatti, Università degli Studi di Roma La Sapienza, Studi (e testi) italiani, 31, Bulzoni editore, Roma 2013.