Anche gli avvocati familiaristi vogliono il divorzio breve
Durante la puntata a cura della Lega Italiana per il Divorzio Breve trasmessa in diretta da Radio Radicale martedì 1° luglio abbiamo avuto in collegamento telefonico l’avv. Gian Ettore Gassani, presidente dell’Associazione Matrimonialisti Italiani, una delle più autorevoli associazioni in materia.
Già da anni l’associazione ha sposato la causa del divorzio breve, ed in modo particolare l’eliminazione del passaggio obbligatorio della separazione per consentire alla ex coppia di poter fare direttamente domanda di divorzio. Con un Congresso interamente dedicato al tema nel 2012 l’AMI metteva a confronto posizioni diverse sull’argomento invitando operatori della giustizia, docenti, politica ed associazioni in uno dei più esaurienti dibattiti recenti sul divorzio in Italia.
In quell’occasione veniva ribadita l’insensatezza del luogo comune per cui “causa che pende causa che che rende”, la quale fa ancora supporre che ci sia una lobby degli avvocati interna al Parlamento decisa ad ostacolare la riforma. La celerità, in effetti, oltre ad essere un vantaggio in termini economici e di tempo per lo Stato ed i cittadini, lo è anche per la categoria forense, e se l’ostacolo viene frapposto in Parlamento non è da parte degli avvocati eletti, ma eventualmente gli attacchi più feroci e beceri vengono da una parte politica ben precisa, trasversale ai gruppi parlamentari: la “lobby della Conferenza Episcopale”, come più volte ribadito durante le nostre trasmissioni anche da autorevoli esponenti del nostro Parlamento.
Oggetto del confronto in trasmissione è stata anche la proposta del Governo di degiurisdizionalizzare i divorzi consensuali come avviene in altre realtà europee, ovvero demandare agli avvocati la soluzione delle controversie senza l’obbligo di passare davanti al Giudice e consentire in questo modo di alleggerire il carico pendente sui tribunali civili italiani. Tale proposta non trova il favorevole riscontro di Gassani, il quale sostiene che, a fronte di una percentuale bassa di cause di separazione e divorzio rispetto alla mole di lavoro arretrato dei nostri tribunali, si priverebbe il cittadino di una verifica ulteriore degli accordi che potrebbe scongiurare il rischio di un patto leonino, magari con la compiacenza degli avvocati. In un Paese come il nostro dove la Giustizia gode di poca fiducia, addirittura deve garantire la possibilità di tre gradi di giudizio al cittadino, per Gassani non è possibile “affidarsi” al solo giudizio degli avvocati per fugare ogni dubbio sull’imparzialità della decisione, ed un passaggio finale ulteriore davanti ad un giudice è necessario ed auspicabile sempre.
Evidentemente su questo ultimo punto si potrebbe ribadire che la poca fiducia nell’operato della nostra Giustizia auspicherebbe una degiurisdizionalizzare in caso i coniugi abbiano scelto di accordarsi, senza dover passare davanti ad un Giudice che quasi sempre prende solo atto delle decisioni già prese, e pur essendo le cause coinvolte dalla riforma una piccolissima percentuale sono comunque migliaia.E’ necessario chiudere con un ringraziamento speciale per l’AMI e l’avv. Gassani per gli splendidi dibattiti a cui ci ha abituato da anni, tra i più partecipati e coinvolgenti organizzati negli ultimi anni: convegni straordinari dove si cerca sempre il confronto con tutti.
È anni che se ne parla ma ho pochissima fiducia che questa volta la legge arrivi a concretizzarsi. Finirà con un altro rimpallo tra camera e senato. Ho fatto in tempo a divorziare due volte con i tempi biblici da quando sembrava realizzabile nel 2003