Cronaca

Brasile 2014, quarti di finale: tra classici e sorprese

Il Mondiale di Brasile 2014 giunge alla sua fase clou, con dei quarti di finale all’insegna delle outsiders, che forse tanto outsiders non sono.

Forse l’unica vera outsider di questi Mondiali di Brasile 2014 è proprio la prima carnefice degli azzurri, quella Costa Rica che tanto ha fatto irritare italiani ed uruguayani, ma che forse ha semplicemente approfittato del fattore “sorpresa” per sopraffare gli avversari in un gioco dove spesso si bada troppo spesso al clamore provocato da certi giocatori. Basta vedere gli esempi di casa nostra per averne la dimostrazione lampante, ma non ci sembra giusto parlare continuamente di chi, ormai, non ha nulla più a che vedere con questo splendido mondiale, dove le big arrancano e le cosiddette “piccole” si rivelano molto più grandi di quel che sembravano.

Gli ottavi di finale di Brasile 2014 hanno infatti mostrato quanto sia equilibrata questa competizione, a prescindere dai nomi di grido o meno: la quotatissima Seleçao continua a boccheggiare se Neymar scompare dal campo, e c’è voluto il doppio fattore C per approdare ai quarti. Il primo non è quello che immaginate: C come Cesar, come Julio Cesar, ancora una volta decisivo dagli 11 metri. Il secondo fattore, invece, è proprio quello che immaginate, ma evitiamo inutili volgarità e parliamo semplicemente di fattore Cile; una squadra tanto bella quanto sfortunata, uscita dal mondiale a testa non alta, altissima. Come l’Algeria, che per 120 minuti ha retto la forza d’urto della devastante Germania di Müller, Özil e del gregario di lusso Schürrle. Come la Svizzera, “gemellata” col Cile in termini di sfortuna: quel palo al 121′ di Dzemaili grida ancora vendetta. Come gli USA, salvati per 90 minuti da un eroico Tim Howard, estremo difensore mai particolarmente apprezzato in Europa. Il fatto che ben cinque partite siano finite dopo i tempi regolamentari la dice lunga sull’equilibrio che regna in Brasile 2014, equilibrio che potrebbe continuare a persistere nei quarti.

L’unico match che sembra vedere una vera e propria favorita, infatti, sembra Olanda-Costa Rica: i costaricani hanno però dimostrato di poter battagliare con chiunque e di poter contare su elementi molto sottovalutati; i tulipani dovranno tenere gli occhi ben aperti ed offrire una prestazione molto più convincente di quella offerta contro l’ottimo Messico. I padroni di casa, invece, già tremano: la Colombia ha fatto paura un po’ a tutti, grazie al capocannoniere della competizione, James Rodriguez, e ai tantissimi italiani che militano tra i “cafeteros”, tra cui i napoletani Zuniga ed Armero, il viola Cuadrado e il cagliaritano Ibarbo. I carioca non hanno mai convinto fino ad ora, soprattutto quando s’è spenta la luce di Neymar. L’Argentina di Messi sembra invece maggiormente in palla rispetto agli “odiati” cugini brasiliani, ma l’avversario è tra i peggiori: il devastante Belgio di Wilmots, mix letale di giovani e vecchie guardie, ha mostrato non solo un attacco micidiale e ricco di soluzioni, ma soprattutto una difesa granitica e d’esperienza, blindata da quello che in molti considerano il miglior portiere attualmente in circolazione, Thibaut Courtois.

Parlando di portieri, la menzione d’onore per Neuer è d’obbligo: il portierone della Germania ha ancora una volta dimostrato la sua ottima abilità con i piedi, rivelandosi spesso e volentieri il difensore aggiunto della retroguardia schierata dal tecnico Joachim Löw; tra estremi difensori la sfida sarà tutta con Hugo Lloris, portiere spesso lunatico ma capace di prodezze incredibili. L’unica classica europea di questi quarti di Brasile 2014 sarà, infatti, Francia-Germania, a completare un quadro di partite che ci regalerà certamente numerose emozioni.

Giuseppe Senese

Sono un laureando in Scienze e Tecnologie Informatiche, che nutre anche numerose passioni come la musica, il cinema e il calcio. Adoro il Rock Progressivo degli anni 70' (soprattutto quello britannico e quello italiano) e sono un tifoso sfegatato del Napoli.

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