Nuova legge divorzio breve: posizioni a confronto
Martedì 17 giugno in diretta su Radio Radicale abbiamo avuto in collegamento tre senatori della Repubblica che dovranno affrontare e gestire in commissione giustizia la riforma del divorzio
Ciro Falanga di Forza Italia, Lucio Barani di Grandi Autonomie e Libertà e Rosanna Filippin del Partito Democratico.
I senatori si dicono fiduciosi sulla rapidità del passaggio in Senato e l’approvazione di un testo che riduca i tempi per ottenere il divorzio, oltre che i disagi ed i costi per il cittadino. E’ sulle modalità di abbreviazione di tempi, costi e disagi che differiscono le posizioni. Per Falanga, ed in modo ancora più netto per Barani, lo scioglimento del matrimonio dovrebbe essere affrontato quasi alla stregua di un normale contratto stipulato tra le parti davanti ad un pubblico ufficiale, e quindi allo stesso modo si dovrebbe accertare la volontà di porne fine quando la coppia non ha figli minori ed è d’accordo su tutto.
Per la senatrice Filippin superare l’obbligo della separazione legale in caso di divorzio consensuale potrebbe essere la soluzione ottimale per agevolare il cittadino ed il carico sulla giustizia civile, che vedrebbe in caso di approvazione dell’attuale testo un improvviso aumento di circa 200 mila richieste di divorzio da parte di coloro che avrebbero già avviato la separazione da più di sei mesi o un anno. Il problema, secondo la Filippin, sorgerebbe nell’ulteriore tempo necessario per l’approvazione di un testo che dovrebbe essere discusso nuovamente nel dettaglio rispetto a quello proveniente dalla Camera – Testo approvato dalla Camera dei Deputati – che ha già ottenuto il via libera dai guppi presenti a Montecitorio, e che molto probabilmente troverebbe la stessa facilità di approvazione a Palazzo Madama.
Insomma, la lunga marcia del divorzio breve in Italia non è ancora finita e siamo in attesa che dal Governo arrivi in Parlamento la proposta del Ministro Orlando che dovrebbe delegare agli avvocati la soluzione dei divorzi consensuali senza figli minori. Per fare una sintesi di quanto emerso nel confronto radiofonico, da una parte l’ala più conservatrice del Parlamento che ritiene l’attuale legge sul divorzio la migliore per il nosto Paese ed i suoi cittadini. Dall’altra coloro che ritengono il testo approvato alla Camera ancora troppo debole, che non risolve i problemi della Giustizia e delle persone, le quali meritano celerità e costi contenuti.
Nel mezzo coloro che, pur ravvisando la necessità di un miglioramento del testo di Montecitorio, ritengono che non ci sia il tempo per promuovere un dibattito in Senato che sciolga alcune questioni ancora troppo legate al vecchio testo di 44 anni fa, non curandosi, però, del fatto che ci sono voluti già 18 anni per abbreviare i tempi da 5 a 3 anni, quasi altrettanti per questo compromesso, ed è possibile che ce ne vogliano altri venti per avere una norma al passo con il resto dei paesi occidentali ed europei: circa nel 2034.
Dovrebbe esserci una legge che limita il tempo per approvare o no delle leggi in Italia. Questo allungare negli anni i tempi per aggiornare le leggi è assai ridiculo!…nel fratempo gli italiani si modernizzano, la società cambia, i parametri cambiano e i cittadini andiamo a divorziare al estero…
dovrebbe essere valido anche per chi ha figli minori