Cronaca

Intervista ai The Moon: un britpop di marca tutta italiana

Abbiamo intervistato i The Moon, una formazione rock tutta italiana molto cara alle sonorità degli anni 60′ e del britpop.

 

I The Moon vengono da Udine e risultano una tra le formazioni più promettenti dell’attuale panorama rock italiano. Dopo l’uscita del loro nuovo album, Waiting for Yourself, la band capitanata da Spino, Charles, Den e Piotre è pronta al grande salto, anche grazie alle numerose apparizioni televisive e radiofoniche che li ha visti protagonisti in queste settimane. Il loro sound unisce le classiche sonorità degli anni ’60 a quelle puramente british degli anni 90′, in bilico tra Beatles, Stones e Oasis.

Noi di SenzaBarcode li abbiamo intervistati in occasione dell’uscita del loro nuovo album: i The Moon ci hanno svelato storia, ispirazioni, progetti e quant’altro, in una lunga chiacchierata da leggere tutta d’un fiato. Se volete ascoltare i brani della promettente formazione potete farlo sulla piattaforma Soundcloud a questo link.

Parliamo un po’ della vostra storia. Come sono nati i The Moon?
Siamo quattro amici ci conosciamo da tempo, diciamo da quando eravamo adolescenti. A volte abbiamo suonato nelle stesse band, altre abbiamo condiviso gli stessi palchi. Poi Spino e Charles, durante una stagione estiva al mare dove facevano i barman in due hotel diversi, si sono incontrati e hanno iniziato a fare del busking serale la loro principale attività. Da quel momento abbiamo capito che era ora di provare a fare sul serio: è così che ci siamo ritrovati tutti di nuovo assieme.

Un misto di sonorità “Sixties”, Rock ‘n Roll e, soprattutto, Brit Pop. Quali sono i gruppi che hanno maggiormente influenzato il vostro modo di fare musica?
Abbiamo quattro formazioni musicali molto diverse, ognuno ci mette la propria esperienza in un’amalgama che ci apre funzioni. Ascoltiamo di tutto: il rock’n roll degli anni Cinquanta e quello degli anni Sessanta, le innovazioni pop-rock inglese tra Beatles e Stones, il rock più duro ma sporcato di blues degli anni Settanta, i primi gruppi hard-rock degli anni Ottanta e infine il garage e la seconda ondata “brit” degli anni Novanta. C’è un po’ di tutto, fare un elenco sarebbe difficile.

Un breve dialogo con i membri del gruppo presi personalmente: quali sono gli obiettivi, le aspirazioni e i sogni di Spino, Charles, Den e Piotre?
I sogni nel cassetto restano chiusi nel comodino, vicino al letto dove ci piace dormire per sognare, anche se ci piace sognare a occhi aperti. Vorremmo riuscire a far cambiare un po’ questo mondo musicale italiano così chiuso e immobile, facendo vedere (e sentire) che un’alternativa è possibile… Insomma vogliamo far valere la nostra musica, per noi è importante! Siamo certi di dare del nostro meglio, stiamo proponendo un buon lavoro e cerchiamo di arrivare a suonare nei posti dove la gente è interessata ad ascoltare la musica perché si diverte. D’altronde per noi la musica è un divertimento e vogliamo far divertire, emozionare, rapire chi ci ascolta.

Come descrivereste in poche parole il vostro nuovo album, Waiting for Yourself, dal punto di vista delle sonorità e delle tematiche affrontate?
È un album d’effetto, funziona bene. Ci sono tutte le caratteristiche per essere un disco da ascoltare in macchina su un’autostrada, a una festa di amici, distesi sul divano con gli occhi chiusi… Abbiamo cercato di comporre un album che avesse il senso di unità e coesione, pur contenendo brani diversi tra loro ma che affiancati suonano molto bene. Prendete ad esempio “Make It In The Easy Way You Know” e “Electric Level”! Sono una bomba sonora!

Dopo l’uscita di Waiting for Yourself avete già in programma nuovi progetti?
Il disco è appena uscito, aspettiamo qualche riscontro dal pubblico e dagli specialisti amici o sconosciuti che siano. Intanto proviamo con il singolo “Make It In The Easy Way You Know”. Abbiamo in programma qualche concerto per l’estate, anche se ci proponiamo di fare un vero e proprio tour questo autunno.

Giuseppe Senese

Sono un laureando in Scienze e Tecnologie Informatiche, che nutre anche numerose passioni come la musica, il cinema e il calcio. Adoro il Rock Progressivo degli anni 70' (soprattutto quello britannico e quello italiano) e sono un tifoso sfegatato del Napoli.

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