Flash news M5S: Interrogazione Ippodromo di Capannelle
Risposta su interrogazione parlamentare situazione Ippodromo di Capannelle
Comunicato stampa dal Movimento 5 Stelle del Campidoglio
Il viceministro Olivero risponde alla interrogazione di L’Abbate (M5S) e afferma che per il Ministero dell’Agricoltura non vi erano alternative al concedere l’affitto maxi-agevolato alla Hippogroup nonostante i canoni non pagati a Roma Capitale e gli oltre 80 milioni di euro di cui ha beneficiato la società.
In tempo di crisi, un occhio lo si può anche chiudere. Sembra essere stata questa la linea adottata dal Ministero dell’Agricoltura nei riguardi dell’ Ippodromo di Capannelle di Roma, sulla cui opaca gestione aveva presentato una interrogazione parlamentare il deputato L’Abbate (M5S) ed a cui risponde ora il viceministro Andrea Olivero. La società di gestione Hippogroup, infatti, dal 2004 al 2011non ha pagato l’affitto come da concessione a Roma Capitale mentre il Campidoglio, nonostante i bilanci comunali malmessi, abbassa il canone del 97% portandolo a 66.000 euro dagli iniziali 2,1 milioni di euro. E, nel frattempo, il Ministero dell’Agricoltura ha continuato a sovvenzionare la stessa società, intestataria della convenzione, con quasi 60 milioni di euro. Ma per lo stesso Ministero, “era necessario mantenere dei finanziamenti per l’ Ippodromo di Capannelle, in continuità con quanto fatto in precedenza, per garantire la sopravvivenza dell’ippica a Roma, in attesa del rilancio del settore che dovrebbe ripartire presto”.
“Si continua a ripetere che l’intero settore ippico è in forte crisi, ma in concreto non viene fatto nulla per cambiare la situazione che si protrae da diversi anni, proprio a causa di scelte scellerate di questo tipo che hanno distrutto un comparto sano e che garantiva posti di lavoro e profitti grazie ai propri introiti – dichiara il deputato Giuseppe L’Abbate, componente M5S della Commissione Agricoltura nonché primo firmatario di una proposta di legge per il rilancio dell’Ippica, arenatasi alla Camera assieme a quelle dei colleghi – Non vi è un piano, non vi è una strategia e non si comprende come il Governo voglia rilanciare questo settore. Il tutto sulla pelle degli operatori”.
Sull’Ippodromo di Capannelle il deputato 5 Stelle non nasconde il proprio stupore per la gestione capitolina della vicenda. “Ridurre il canone ad appena 66.000 euro annui, nonostante la Hippogroup abbia accumulato un debito di oltre 10 milioni nei confronti di Roma Capitale, appare molto discutibile – afferma L’Abbate (M5S) – Lo stesso Ministero dell’Agricoltura, poi, non ha tenuto minimamente conto del cosiddetto ‘Studio Deloitte’ nel conferire il corrispettivo alla società di gestione per le corse del trotto. Nonostante, infatti, gli impianti presentino problemi legati alle infrastrutture, non siano chiari i servizi forniti e le condizioni della pista, realizzata al contrario, non permettano lo svolgimento di gare di livello internazionale, il Governo continua tranquillamente a sovvenzionare la società come se nulla fosse. Uno sperpero di denaro pubblico che può finire solamente con una seria riforma del settore ippico. La maggioranza è riuscita ad esautorare il Parlamento dalla discussione delle diverse proposte di legge presenti in Commissione Agricoltura – conclude L’Abbate (M5S) – e spero solo che il Governo utilizzi saggiamente i poteri conferitigli dalla legge delega fiscale”.
La questione Capannelle ha visto anche l’impegno del gruppo dei consiglieri capitolini del Movimento 5 Stelle attraverso accesso agli atti, interrogazioni e sopralluoghi. “La risposta del viceministro è perfettamente in linea con quella dell’Amministrazione Marino – dichiara Daniele Frongia, consigliere capitolino M5S e presidente della Commissione Spending Review della Capitale – la società che gestisce l’impianto è ‘povera’ e va aiutata. Ma i numeri parlano chiaro: i poveri sono altri. In questa brutta storia – conclude Frongia (M5S) – a rimetterci sono solamente la città di Roma, e dunque tutti i cittadini romani, e i lavoratori o ex-lavoratori della Hippogroup. L’ennesimo caso di pessima gestione di uno splendido bene immobile comunale”.