Cronaca

Paolino Paperino, gli ottant’anni di un anarchico irriducibile

Chi, io? Oh no! Ho mal di pancia. Paolino Paperino. Esordisce così, il 9 giugno 1934 Donald Duck, il papero vestito come un marinaio, nel cortometraggio “The Wise Little Hen” (La Gallinella Saggia), con una scusa per non lavorare.

Inizia così la (s)fortunata carriera di quello che per noi italiani ha il nome di Paolino Paperino e molti difetti: ozioso, irascibile, casinista. Da comprimario diventa in poco tempo il più letto e amato papero del mondo. Circondato da personaggi inquietanti (suo zio Paperone: avarissimo arcisupermegamiliardario, ideato dal geniale Carl Barks sul modello dello Scrooge di Canto di Natale di Dickens, che nuota nelle monete d’oro.

Qui, Quo e Qua: i conformisti nipotini di cui si prende cura, nonché la fidanzata Paperina: un’oca, non solo in senso zoologico, soddisfatta solo nel ricevere regali) si arrabatta contro una difficoltosa realtà popolata di creditori e bollette insolute, così a causa dei debiti deve spesso aiutare Paperone in qualche impresa che farà diventare lo zio ancora più ricco.

Negli anni Paperino é diventato autonomo da Donald Duck, le storie e i disegni sono realizzate da molto tempo da autori italiani, che hanno lanciato Paperino in imprese come quelle nei panni del suo alter ego Paperinik (creato da Ugo Martina) e con parodie come I Promessi Paperi e Paperino Don Chisciotte.

Se qualcosa può andar male, lo farà; pur sottoposto alla legge di Murphy riesce, dopo qualche sfuriata, a riprendere serenamente la sua ricerca della posizione orizzontale, dell’ozio radicale. A ottant’anni suonati Paperino é sempre lo stesso, un anarchico caratteriale, che rifiuta la logica del lavoro seriale e che ha come chiaro oggetto del desiderio un’amaca, al fresco tra due alberi. Non assimilabile alla logica del produci e consuma, rifiuta di crepare e  vivo e vegeto lotta insieme a noi. Auguri.

Alberto De Paulis

Informatico cinefilo e viceversa, osserva il mondo dall'interno di Genova e della sua testa. Alla trasgressione preferisce la digressione. Indeciso esiste, a volte desiste.

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