Cronaca

Zimbabwe, Corte Suprema altre 10 condanne a morte

La Corte Suprema dello Zimbabwe conferma le condanne a morte per dieci assassini, accusati di aver ucciso in varie zone del Paese

Comunicato stampa di Nessuno tocchi Caino, la Corte Suprema dello Zimbabwe ha confermato le condanne a morte di 10 persone riconosciute colpevoli di omicidi commessi in diverse parti del Paese.
Njabulo Tshuma, Vusa Mugobo Ndlovu, Zacharia Amos Simango, Nicholas Ncube, Michael Goodluck Nleya, Bright Kwashira, Cloudius Mutawo, Farai Lawrence Ndlovu, Wellington Gadzira e Norman Sibanda sono stati tutti riconosciuti colpevoli di omicidio intenzionale.

Il giudice Luke Malaba, insieme ad altri cinque colleghi, non ha riscontrato attenuanti per i 10, che avevano impugnato condanne e sentenze.
Nleya si è dichiarato colpevole dell’omicidio di Blessed Msebele, un bambino di nove anni, commesso nella zona Mnyamana di Plumtree l’8 ottobre 2010.

Kwashira e un complice sono stati condannati per l’omicidio intenzionale e rapina di Ommund Peter Sivertsen (71 anni), dall’Alta Corte il 3 luglio 2006.
Kwashira aveva età compresa tra 19 e 20 anni al momento del crimine.
Mutawo, del villaggio Maushe con a capo Chief Njelele a Gokwe, che aveva 19 anni al momento del reato, è stato condannato a morte per l’omicidio del padre 71enne.
Ndlovu (23) e Gadzira (37) sono stati condannati insieme per l’uccisione di Michael Sunderland (37) e Geoffrey Andrew Povey (65).
I due avrebbero detto alle vittime che c’era una corsa all’oro nei pressi del Kwekwe River, salendo nella parte posteriore del loro veicolo a motore.
Avrebbero messo del cianuro nelle bottiglie d’acqua che erano nella parte posteriore del veicolo, causando la morte dei due che hanno bevuto l’acqua avvelenata.
Tshuma e Vusa, che sono nipoti, sono stati giudicati colpevoli dell’omicidio intenzionale di Timothy Mugobo. Mugobo era fratello maggiore di Vusa.
Ncube (25) avrebbe ucciso la moglie che voleva divorziare da lui.

Marika Massara

Nata e cresciuta in provincia di Milano, emigrata in Calabria, adottata da Roma, non posso che definirmi italiana. Amo la mia Calabria, il mare d'inverno e il Rock. Da sempre attenta alla politica (più che ai politici), non posso che definirmi assolutamente di sinistra. Segni particolari: Milanista sfegatata.

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