Bela Guttmann e Babe Ruth: quando lo sport diventa maledizione
L’ennesima sconfitta in finale da parte del Benfica ha fatto rivivere ancora una volta il mito della maledizione di Bela Guttmann. E non è l’unico caso.
Era il 1° maggio del 1962 quando Béla Guttmann, secondo una leggenda ormai entrata a far parte della storia del calcio, pronunziò le seguenti parole:
D’ora in avanti il Benfica non vincerà più una coppa internazionale, per almeno 100 anni.
L’avesse pronunciata un mese prima, forse avrebbero parlato di un pesce d’Aprile che, di divertente, aveva ben poco. Sta di fatto che da quel giorno, il Benfica, di finali, ne ha disputate otto. Il risultato? Quello previsto dal caro Béla: tutte perse. Una storia fatta forse di suggestioni, di beffarde coincidenze, di sconfitte sempre più difficili da digerire per i tifosi della compagine portoghese.
Tutto nacque da quello che, per molti, risulterebbe un semplice capriccio, ma che nel calcio moderno rappresenta un problema così comune da esser diventato consuetudine: il rinnovo contrattuale e i premi vittoria. Béla Guttmann, dopo aver vinto con il suo Benfica per ben due volte di fila la Coppa dei Campioni chiede un “premio” dopo la conquista della seconda Coppa; una proposta mal digerita dai dirigenti della squadra lusitana, che rifiutano ogni tipo di trattativa. Guttman, che in realtà aveva già deciso di lasciare il club lusitano per altri problemi con i dirigenti del Benfica, lancerà quindi una sorta di “profezia” prima di abbandonare la panchina del club, di cui esistono diverse versioni. Quella più famosa l’avete letta ad inizio articolo. Un’altra versione lascia però trasparire una versione “smorzata” della celebre maledizione:
Da qui a cento anni nessuna squadra portoghese sarà due volte campione d’Europa ed il Benfica senza di me non vincerà mai una Coppa dei Campioni.
La prima parte dell’anatema è stata già parzialmente sfatata, visto che il Porto vincerà sia la Champions, sia la Coppa Uefa. Il Benfica, invece? Niente. Che sia Champions League o Europa League non fa differenza: stavolta è stato il Siviglia a giustiziare i lusitani, ai rigori per giunta. Per dare ancora più forza ad una maledizione che sembra reggere imperterrita.
Il calcio non è però l’unico sport dove possiamo trovare situazioni simili. Ne sanno qualcosa i tifosi dei Boston Red Sox, squadra di baseball statunitense che per ben 86 anni non riuscirà a vincere le World Series. Tutto a causa della “maledizione del Bambino”: la cessione di Babe Ruth (soprannominato proprio “Bambino” per i suoi atteggiamenti infantili e per il precoce talento) ai New York Yankees permise alla compagine newyorchese di rompere l’egemonia di quella bostoniana, racimolando vittorie su vittorie. I Boston Red Sox, invece, dovranno aspettare il 2001 per poter tornare a gioire.
Béla Guttmann, Babe Ruth: storie di maledizioni, ma forse, anche testimonianze dell’incredibile forza delle suggestioni (nel primo caso) e delle coincidenze (forse, nel secondo).