Ucraina: limiti al rifornimento di gas per inadempienza
L’Ucraina non paga il debito, rifornimento gas a rischio in tutta Europa, Putin scrive ai “cari colleghi” europei.
Putin torna a interpellare l’Europa. L’aveva già fatto il 10 aprile ponendo l’attenzione proprio sui rifornimenti di gas e sulla necessità che l’Ucraina pagasse il dovuto. Inoltre, che il problema vero delle tensioni Europa-Russia nell’affare Ucraina fosse il gas, non è certo una novità. E l’inadempienza dell’Ucraina coinvolge direttamente l’Europa dato che l’Ue importa un quarto del gas dalla Russia e di questo, la metà passa attraverso i condotti ucraini. Non si tratta quindi di una nuova guerra, ma sempre della stessa che oppone il governo di Kiev – e i suoi alleati – a Mosca. Solo che la decisione della Russia di frenare i rifornimenti all’Ucraina getta nel panico tutti, compresa l’Italia. Da questo punto di vista Putin ha decisamente il coltello dalla parte del manico. Infatti, via Ucraina, il gas russo arriva a: Austria, Bulgaria, Bosnia Erzegovina, Croazia, Repubblica Ceca, Italia, Francia, Ungheria, Germania, Grecia, Macedonia, Moldavia, Polonia, Romania, Serbia, Slovacchia, Slovenia e Turchia.
Oggi Putin ha pubblicato una la lettera aperta ai colleghi europei che denuncia la non più tollerabile inadempienza dell’Ucraina e chiede all’Europa risposte concrete per risolvere la situazione. Dal primo giugno le consegne di gas si limiteranno a quanto già pagato dalla compagnia ucraina anticipatamente. Scrive Putin: “Vorrei sottolineare ancora una volta che siamo stati forzati a prendere questa decisione.”
Di seguito la traduzione del “Messaggio ai leader dei paesi europei riguardo il rifornimento e al transito del gas russo verso il territorio dell’Ucraina.” La versione originale sul sito kremlin.ru.
Cari colleghi,
all’inizio di aprile avevamo suggerito consultazioni immediate, allo scopo di studiare un approccio coordinato per stabilizzare l’economia dell’Ucraina e assicurare un trasporto e una consegna stabili del gas naturale russo, secondo i termini contrattuali.
È passato più di un mese. Consultazioni con rappresentanze di un numero di paesi non-Eu si sono tenute a Mosca, durante le quali i nostri partners ci hanno comunicato di condividere appieno le nostre preoccupazioni rispetto alla situazione dei pagamenti ucraini legati ai rifornimenti del gas proveniente dalla federazione russa e ai rischi dovuti alla presenza di quantitativi insufficienti di gas negli stoccaggi sotterranei ucraini.
Come risposta dei paesi europei, abbiamo avuto solo un incontro a Varsavia con una delegazione guidata dal Commissario Europeo per l’Energia Günther Oettinger, a cui ha assistito anche il rappresentante dell’Ucraina Yuri Prodan. Sfortunatamente dobbiamo dire che non abbiamo ricevuto alcuna proposta dai nostri partners su come riequilibrare la situazione della compagnia ucraina in modo tale che possa rispettare i suoi obblighi contrattuali e assicurare un trasporto affidabile.
Per di più la situazione rispetto ai pagamenti dovuti per il gas russo è solo andata peggiorando nel frattempo. Gazprom non ha ricevuto un solo pagamento per il gas fornito all’Ucraina e il debito totale contratto è cresciuto da 2.237 miliardi di dollari a 3.508 miliardi.
E questo nonostante il fatto che l’Ucraina avesse ricevuto la prima tranche del prestito dell’IMF che ammonta a 3.2 miliardi di dollari.
Date le circostanze, la compagnia russa ha rilasciato una fattura anticipata per le consegne di gas all’Ucraina, cosa che rispetta del tutto i termini del contratto, e dopo il primo giugno le consegne di gas si limiteranno a quanto già pagato dalla compagnia ucraina anticipatamente.
Vorrei sottolineare ancora una volta che siamo stati forzati a prendere questa decisione. Le federazione russa rimane disponibile a continuare le consultazioni e a lavorare insieme ai paesi europei per normalizzare la situazione. Speriamo anche che la Commissione Europea si impegni più attivamente nel dialogo per trovare soluzioni giuste e specifiche che aiutino a stabilizzare l’economia ucraina.