No Tav corteo in solidarietà ai detenuti. La parola alle donne
Corteo nazionale No Tav: “Colpevoli di resistere”. Solidarietà ai quattro detenuti da mesi con l’accusa di terrorismo. Sfilano studenti, famiglie, bambini, musiche, colori. Parlano le donne.
Torino: corteo nazionale No Tav. Più di diecimila persone si sono concentrate intorno alle 14 in Piazza Adriano e hanno sfilato compatte fino a Piazza Castello riempiendo le strade di bandiere No Tav. Il corteo di oggi è stato dedicato ai quattro detenuti con l’accusa di terrorismo perchè, secondo i pm, avrebbero messo in campo una vera e propria strategia paramilitare nel maggio scorso, dando l’assalto al cantiere. Eppure il fatto incriminato riguarda soltanto il danneggiamento di un compressore. Giorno 22 maggio si aprirà il processo, ma nel frattempo i quattro si trovano in regime di alta sicurezza e in isolamento da dicembre – leggi il comunicato dei legali. Al corteo Nazionale No Tav sono stati riservati il noto trattamento della stampa e le note misure di sicurezza. Torino è stata blindata, il tribunale è stato evacuato e anche il pezzo di strada adiacente è stato chiuso per il timore di attacchi.
La notizia di oggi fa fatica a varcare le soglie della cronaca locale perché “non è successo niente”, nessuna tensione, nessuno scontro. Si fa accenno ad alcune scritte fatte con la bombololetta spray, ma non al gruppo di Pulizia No Tav dei valligiani che da fine corteo raccoglievano l’immondizia e hanno lasciato le strade di Torino più pulite di prima. Tanti i nomi illustri aderenti all’appello No Tav a difesa dei detenuti: Erri De Luca, Wu Ming, Valerio Mastandrea, Sabina Guzzanti, Vauro Senesi, il presidente di Emergency Cecilia Strada e decine di altri. Sparuti articoli di cronaca riportano i nomi di alcuni degli esponenti che sono intervenuti sul palco, ma nessuno ha citato quelli più importanti secondo me: le donne.
La mamma di Carlo Giuliani, dalla voce tremante ma piena, ci riporta improvvisamente ai giorni di terrore del G8 di Genova. Quando furono massacrati dalla polizia italiana migliaia di manifestanti pacifici provenienti da tutto il mondo.
Quando nel 2001 Carlo è stato ucciso e tante persone sono state represse, ferite, umiliate, violentate…ecco lì abbiamo capito. Ci hanno spiegato che il dissenso non è più lecito, non è più sopportato. Le minoranze devono scomparire. Oggi abbiamo la dittatura della maggioranza.
La mamma di Mattia, uno dei detenuti, legge a voce alta una lettera rivolta al figlio in isolamento. La sua voce è commossa e arrabbiata allo stesso tempo. Di seguito alcuni passaggi.
Carissimo Mattia, perché ti abbiamo insegnato il dovere di dissentire, di ribellarti davanti alle ingiustizie? Perché ti abbiamo trasmesso l’amore per l’umanità e per la Terra? Non era meglio lasciarti crescere cullato dalla edificante “cultura” offerta dal nostro Paese negli ultimi vent’anni? Sono certa che risponderai no, che preferisci mille volte essere chi sei e dove sei piuttosto che adeguarti a questo spettacolo raccapricciante offerto da chi esercita l’abuso di potere applaudendo gli assassini di Aldrovandi, rispondendo con i manganelli e la prigione ai movimenti popolari che nascono sulle necessità reali della gente, ignorate da chi dovrebbe cercare e trovare delle risposte.
Prende, tra gli altri e le altre, la parola anche Loredana Bellone, sindaco di San Didero, condannata – insieme ad Alberto Perino e Giorgio Vair – a pagare 200mila euro per resistenza passiva nella notte dell’arrivo della famosa “talpa”. Loredana Bellone racconta delle sue preoccupazioni iniziali, dell’angoscia in famiglia a causa di tutti quei soldi da pagare. Ma tramite una campagna portata avanti spontaneamente in tutta l’Italia, il movimento No Tav è riuscito a raccogliere in un solo mese la cifra intera e a superarla. Il sindaco No Tav ringrazia e ricorda con la fascia tricolore in mano che il suo ruolo istituzionale è quello di stare dalla parte dei cittadini e di difendere il territorio dagli abusi.
Non è vero che oggi non è successo niente. Migliaia e migliaia di persone, non solo No Tav, sono scese in corteo assieme a diversi movimenti di opposizione alle grandi opere e in difesa dei beni comuni. Al meccanismo di repressione esagerata e spesso violenta, si è voluta dare una risposta pacifica. Al suono delle sirene di polizia e degli elicotteri si è voluto rispondere con la musica e i canti. Le vie del centro di Torino hanno amplificato e restituito come fosse un’unica voce i cori e le melodie di migliaia di persone che vogliono: “Chiara, Claudio, Mattia e Niccolò liberi subito”.