Politica

Riforme: sindacati uniti contro Jobs Act. Renzi: “non aspettiamo”

Le riforme del lavoro che non piacciono a nessuno sono osteggiate anche dai sindacati. Il Congresso nazionale Cgil propone vertenza comune contro il governo.

Nell’ultimo decennio le rappresentanze sindacali hanno avuto sempre meno spazio nella concertazione politica delle riforme del lavoro proposte dai governi di turno. Nonostante le argomentazioni, le controproposte, le indicazioni frutto di studi sul campo, nonostante le battaglie portate avanti e i moniti che pre-annunciavano la crisi attuale. Vero è che anche le spaccature tra sindacati non hanno a volte favorito la situazione. Nel frattempo i tassi di disoccupazione si sono fatti sempre più allarmanti e le riforme sempre più necessarie.

In questi giorni il governo boccia ancora le richieste dei sindacati, interpretandole come forma di resistenza alle riforme, ma il discorso di Susanna Camusso, segretaria generale della Cgil – la più grande organizzazione sindacale italiana – all’apertura del XVII congresso nazionale, raccoglie molti consensi.

Il lavoro che manca, il lavoro precario, quello incerto, quello che si riduce con la cassa integrazione o con il part-time obbligato, quello delle ore che diminuiscono ad ogni cambio appalto, quello sottoposto al dominio dei caporali…

Sono queste le prime parole pronunciate, premessa sui contenuti del discorso e su quelle che sono considerate priorità delle riforme: il rilancio della contrattazione tra lavoratori e governo, la necessità di un maggiore coinvolgimento. Temi portanti della relazione sono: pensioni, ammortizzatori sociali, il lavoro povero e il fisco, ma anche Europa e partecipazione politica. E su questi la Cgil invita gli altri sindacati alla mobilitazione.

Un sindacato generale, confederale ha il cambiamento nella sua natura, esiste ed organizza lavoratori, lavoratrici, pensionati e pensionate, chi ha il lavoro, chi lo cerca, chi lo ha perso, chi giunge al meritato riposo. Perché considera il lavoro il produttore di ricchezza, perché considera il lavoro libertà delle persone, perché sa cosa vuol dire dignità, e soprattutto perché sa che dal lavoro e nel lavoro si determina la trasformazione sociale, il primo metro del cambiare è se i lavoratori stanno peggio o meglio nel lavoro.

Il discorso, articolato e complesso, riassume anche il documento di apertura congressuale dall’incipit più che esplicito: “il XVII Congresso nazionale della CGIL si colloca nel pieno della crisi più grave e profonda che il Paese attraversa dal dopoguerra ad oggi.” Le proposte di azione concreta riguardano: riforme e salvaguardia del welfare, contratto unico, iniziative di contrasto all’evasione come il ripristino del reato di falso in bilancio. In particolare, si propone a CISL e UIL una vera e propria vertenza congiunta contro il governo in tema pensioni. E potrebbe essere solo l’inizio di un percorso unitario. Il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, intervenuto al congresso ha accolto “con grande disponibilità le proposte fatte da Susanna Camusso”. Anche Luigi Angeletti, segretario generale della Uil, ricorda al Primo Ministro Renzi e al suo governo che: “senza i sindacati in Italia le riforme è difficile farle e non è vero che siamo contro le riforme”.

Il Presidente del Consiglio Matteo Renzi, che non ha partecipato all’apertura del congresso e – forse per questioni di par condicio – ricorda che non andrà nemmeno a quello di Confindustria, risponde alla “questione sindacati e riforme” alla trasmissione televisiva Ballarò: “I sindacati devono capire che la musica è cambiata, non possono pensare di decidere o bloccare tutto loro. Se vogliono dare una mano bene ma noi non stiamo ad aspettarli.”  Ma il fatto è che sono i sindacati – e tramite loro i lavoratori, i disoccupati, i giovani in cerca del primo impiego – ad aspettare da un bel pezzo risposte e azioni dai governi.

Cristina Di Pietro

Classe 1986. Laurea Magistrale in Lettere conseguita con il massimo della dignità. Citazione preferita: "se comprendere è impossibile conoscere è necessario" (P. Levi).

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