Cronaca

Federico Aldrovandi – applausi agli assassini

Cinque i minuti di applausi per tre dei quattro poliziotti che il 25 febbraio 2005 hanno ucciso Federico Aldrovandi.

La platea dei partecipanti al congresso della Sap – Sindacato Autonomo di Polizia – che ieri si è tenuto a Rimini, ha accolto con tutti gli onori gli assassini del ragazzo appena maggiorenne.

Per chi avesse  dimenticato la vicenda, ecco un piccolo riassunto:

Durante le prime ore dell’alba del 25 febbraio 2005 i quattro agenti di polizia, Monica Segatto, Enzo Pontani, Luca Pollastri e Paolo Forlani, hanno provocato la morte di un ragazzo di 18 anni, Federico Aldrovandi.

La Corte di Cassazione nella Sentenza di condanna definitiva ha parlato di

azione sproporzionatamente violenta e repressiva

I quattro agenti di polizia – tornati tutti in servizio – hanno ucciso Federico Aldrovandi a colpi di botte, calci e manganellate. Hanno perfino rifiutato di togliere le manette al povero studente di Ferrara una volta che, ormai esanime, è stato inutilmente soccorso dal personale medico dell’ambulanza, che giunto sul posto non ha potuto far altro che constatarne il decesso.

Federico Aldrovandi è morto perché i quattro “tutori” dell’ordine gli hanno schiacciato letteralmente il cuore. Lo hanno ammazzato di botte, senza fermarsi, senza mai guardare gli occhi verosimilmente impauriti, di un ragazzo che come tanti altri tornava a casa alle prime ore dell’alba, sperando magari di poter dormire fino a tardi.

Federico Aldrovandi, da quel maledetto giorno di febbraio, è stato però ucciso molte altre volte:

– Durante il processo, quando si è cercato in ogni modo di screditare la figura del ragazzo, sostenendo ad esempio che Federico fosse sotto l’effetto di sostanze stupefacenti – come se questo bastasse a giustificare la violenza nei suoi confronti-

– Rimettendo in servizio gli agenti che lo hanno ucciso senza troppi convenevoli. Tra questi c’è anche una donna, e vi assicuro che in questo caso il sesso, non è affatto un’attenuante.

Federico Aldrovandi è stato ucciso ancora quando il COISP – altro sindacato di polizia – ha organizzato una manifestazione in favore dei quattro assassini, proprio a pochi passi dall’ufficio in cui lavora la mamma di Federico. Uccidendo quindi anche lei, e la sua famiglia, per la terza volta.

– 29 aprile 2014, 5 minuti di applausi hanno acclamato gli agenti che 9 anni fa hanno ucciso Federico Aldrovandi come eroi, come martiri!

Federico Aldrovandi, come Stefano Cucchi, Riccardo Magherini e tanti altri, meno “noti” sono morti a causa dello Stato. Chiediamo che fatti del genere non accadano più, che chiunque per un motivo o per un altro, giustamente o meno, si trovi in un dato momento sotto la tutela dello Stato e delle forze dell’ordine, non rischi la vita a causa di esaltati e violenti in divisa.

Lo chiediamo anche in nome degli agenti che con onestà e senso di giustizia ogni giorno difendono noi cittadini e rischiano la propria vita per difenderci, per le mamme che come quella di Federico Aldrovandi hanno perso un figlio senza neanche sapere perché e per tutti noi cittadini che dovremmo vivere in uno stato di giustizia, e non di polizia.

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Marika Massara

Nata e cresciuta in provincia di Milano, emigrata in Calabria, adottata da Roma, non posso che definirmi italiana. Amo la mia Calabria, il mare d'inverno e il Rock. Da sempre attenta alla politica (più che ai politici), non posso che definirmi assolutamente di sinistra. Segni particolari: Milanista sfegatata.

6 pensieri riguardo “Federico Aldrovandi – applausi agli assassini

  • Marika Massara

    Grazie Federico, sia per aver letto il pezzo, che per aver dedicato del tempo al commento… credo che ogni cittadino chieda la stessa identica cosa… Grazie

  • Gentile Federico, la ringrazio per il commento, non solo per aver apprezzato il pezzo di Marika, ma per aver così ben espresso anche il mio personale pensiero. Non avrei saputo come meglio esporlo e sintetizzarlo. Grazie. Sheyla Bobba

  • Non mi soffermo sul considerare vergognoso il comportamento del Sap, vado oltre: è pericoloso, incostituzionale e và contro lo Stato. Rappresentanti delle Forze dell’Ordine che si permettono di opinare sentenze di cassazione sono un evento pericoloso. Ricordate il caso Borghese? E’ necessario che quanto prima lo Stato mostri pugno di ferro. Ne và della sicurezza Nazionale.

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