Napoli-Fiorentina, Coppa Italia: la finale dei rimpianti e dei rimorsi
La finale di Coppa Italia Fiorentina-Napoli vedrà di fronte due solide realtà calcistiche, reduci da una stagione esaltante, ma ricca di rimpianti.
Nel calcio, così come nella vita, a volte i rimpianti risultano ineludibili; se i propri errori possono essere corretti con il passare del tempo, gli eventi dettati dal “caso” risultano spesso decisivi. Napoli-Fiorentina, la finale di questa Coppa Italia 2013/2014, vedrà di fronte due squadre reduci da una stagione tutto sommato positiva, ma colma di rimpianti. E di rimorsi, oseremmo dire.
Nel caso della “viola”, apparentemente si potrebbe parlare di sfiga nera: i Della Valle hanno costruito la Fiorentina di quest’anno sullo spettacolare asse offensivo Rossi-Gomez, utilizzato al 100% solo in un paio di partite. Ambo i giocatori, infatti, hanno dovuto fronteggiare lunghi e dolorosi infortuni, che hanno costretto mister Montella a numerosi adattamenti: la mancanza di una valida alternativa ai due bomber è risultata decisiva in determinate partite, nonostante il bel gioco mostrato dalla squadra e la prolificità di Cuadrado, vera stella di questa Fiorentina ed esploso definitivamente dopo stagioni piuttosto altalenanti. Sfortuna nella sfortuna, anche lui mancherà all’appuntamento con Napoli-Fiorentina, mentre Rossi potrebbe recuperare in extremis. Molti parlano di pura sfortuna, ma le condizioni fisiche del bomber della Nazionale Italiana e di Gomez erano ben risapute, sia dai medici che dagli addetti ai lavori: l’errore della società toscana è stato quello di puntare in ritardo su una valida alternativa, visto che Matri è arrivato solo a Gennaio e non è riuscito ad integrarsi a pieno nei meccanismi della compagine di Montella, che è riuscito comunque ad esaltare la vena realizzativa dei suoi centrocampisti. Nel caso della Fiorentina, quindi, possiamo tranquillamente parlare più di rimpianti che di rimorsi.
Non si può dire lo stesso del Napoli di Benitez: anche la squadra azzurra è stata spesso falcidiata dagli infortuni, ma ha dimostrato di avere a disposizione una rosa decisamente più ampia e competitiva di quella fiorentina. In campionato il distacco c’è stato, ma abbiamo avuto l’impressione che il Napoli non abbia disputato una stagione al massimo delle proprie potenzialità: il nuovo ciclo ha risentito dei residui di quello vecchio, e quando parliamo di “residui” ci riferiamo al solito atteggiamento arrogante contro le cosiddette “piccole”, la difficoltà della squadra ad imporsi fuori dalle mura amiche e la “dipendenza” da bomber. Senza Higuain, infatti, gli azzurri hanno sempre stentato, mentre gli infortuni dei lungodegenti Hamsik, Zuniga e Rafael hanno costretto la società a correre ai ripari, andando a pescare nel mercato degli svincolati. Anche la stagione del Napoli è risultata piuttosto positiva, visto che la qualificazione ai preliminari di Champions League è davvero ad un passo, ma la squadra di Benitez ha buttato al vento numerose partite, facendosi rimontare negli ultimi minuti e in situazioni di vantaggio, contro squadre solitamente inferiori. Almeno sulla carta. Nel caso del Napoli, quindi, sono i rimorsi ad avere la meglio sui rimpianti, e in visione di Napoli-Fiorentina potrebbe mancare nuovamente Higuain, un handicap che fa preoccupare i tifosi partenopei, viste le prestazioni di Pandev e Zapata, sostituti naturali del “Pipita”.
Una finale di prestigio, quindi, condita con un pizzico di rammarico e malinconia, per due squadre che hanno fatto bene, ma che potevano sicuramente dare di più. Chi per un motivo, chi per un altro. Quali tra le due può considerarsi maggiormente delusa? Alcuni proverbi suggeriscono che i rimorsi risultano preferibili ai rimpianti, ma in questi casi, essere padroni del proprio destino può dimostrare la vera forza di un gruppo.
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