Politica

Jobs act: vincoli alle assunzioni a tempo determinato.

Ieri voto di fiducia alla Camera per il contestato Jobs Act. Il decreto lavoro passa, ma al Senato potrebbe non avere i numeri. Ncd e SC iniziano la campagna salva-flessibilità.

La condizione economica e lavorativa in cui versa la maggior parte degli italiani è seriamente preoccupante. Il tornado riformatore di Renzi e del suo governo delle larghe intese, pur tra difficoltà politiche malcelate, sta raggiungendo i suoi obiettivi? Sul Jobs Act comincia il braccio di ferro tra i gruppi parlamentari. La discussione in atto riguarda ancora solo la prima parte del maxi-provvedimento di riforma del lavoro, quella relativa ai contratti. L’idea base della riforma, chiamata Jobs Act, dovrebbe essere quella di ridurre e semplificare le varie forme contrattuali, ma soprattutto quella di favorire il processo di inserimento a tempo indeterminato.

Il testo inizialmente proposto godeva del sostanziale accordo della maggioranza ma, approdato in Consiglio dei Ministri e modificato dal PD, è fortemente contestato da diversi gruppi parlamentari. La polemica riguarda alcuni punti del Jobs act, in particolare i contratti a tempo determinato e gli obblighi di assunzione. Il disegno di legge numero 34 del 2014 – conosciuto come Jobs Act – prevedeva un massimo di otto proroghe contrattuali in 36 mesi senza causale, modificato a cinque. Si è aggiunta una norma vincolante per le aziende che prima non c’era: non è possibile stipulare un numero di contratti a tempo determinato superiore al 20% dei dipendenti totali. La penalità prevista per chi sfora il vincolo è l’assunzione d’ufficio a tempo indeterminato dei nuovi dipendenti. Il Nuovo centro destra chiede che questa pena sia trasformata in sanzione pecuniaria. L’ex ministro del Lavoro Maurizio Sacconi (Ncd) insiste dicendo che la prima versione del Jobs Act era più morbida sulla flessibilità. Ma anche Sel non esprime soddisfazione per queste modifiche e dichiara che si sarebbero potute inserire maggiori garanzie per i lavoratori. Per questo ieri le larghe intese si sono spaccate. Gli avversari (Ncd e SC) accusano il governo Renzi e il PD di fare peggio della Fornero e di dare un colpo mortale alla flessibilità. I tentativi di mediazione ci sono stati, ma alla fine il Ministro per le Riforme Maria Elena Boschi ha annunciato la fiducia. Nonostante i problemi, il Ncd ha deciso di sostenere il governo e ha votato la fiducia. Anche se si impegna affinché il testo del Jobs Act venga migliorato in Senato, incassa l’aperto dissenso di Lega e Forza Italia. Il disegno di legge è dunque diventato decreto con 344 sì e 184 no, ma deve essere convertito in esecutivo entro il 19 maggio.

Il decreto lavoro ottiene il via libera di Montecitorio con 344 sì, 184 no. Il voto finale del decreto è previsto oggi alle 12. Poi il testo approderà a palazzo Madama, dove dovrà essere convertito entro il 19 maggio.  – See more at: https://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/ContentItem-d1563258-a2e8-4993-ba00-964f076ce45d.html?refresh_ce#sthash.qAwIvBqQ.dpuf
Il decreto lavoro ottiene il via libera di Montecitorio con 344 sì, 184 no. Il voto finale del decreto è previsto oggi alle 12. Poi il testo approderà a palazzo Madama, dove dovrà essere convertito entro il 19 maggio.  – See more at: https://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/ContentItem-d1563258-a2e8-4993-ba00-964f076ce45d.html?refresh_ce#sthash.qAwIvBqQ.dpuf
Il decreto lavoro ottiene il via libera di Montecitorio con 344 sì, 184 no. Il voto finale del decreto è previsto oggi alle 12. Poi il testo approderà a palazzo Madama, dove dovrà essere convertito entro il 19 maggio.  – See more at: https://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/ContentItem-d1563258-a2e8-4993-ba00-964f076ce45d.html?refresh_ce#sthash.qAwIvBqQ.dpuf
Alla fine il voto di fiducia ha composto le divisioni interne alla maggioranza. Il decreto lavoro ottiene il via libera di Montecitorio con 344 sì, 184 no. Il voto finale del decreto è previsto domani alle 12. Poi il testo approderà a palazzo Madama, dove dovrà essere convertito entro il 19 maggio.
Il Nuovo Centrodestra di Angelino Alfano non ha fatto mancare il proprio sostegno al provvedimento, ma Ncd “non rinuncia a dare battaglia al Senato”  come ha affermato la capogruppo del Ncd alla Camera Nunzia De Girolamo. Secondo l’ex ministro Maurizio Sacconi, la formazione di Angelino Alfano “punterà a correggere il dl, soprattutto in tema di formazione pubblica per gli apprendisti (tornata obbligatoria) e tetto del 20% di utilizzo dei contratti a termine”.Cosa prevede il testo
Il decreto estende da 1 a 3 anni la durata del rapporto di lavoro a tempo determinato senza causale, ovvero senza ragione dell’assunzione. Il testo approvato dal governo prevedeva un massimo di otto proroghe contrattuali in 36 mesi, la commissione ha abbassato il tetto a cinque proroghe. I lavoratori `a termine´ non possono però essere in ciascuna azienda più del 20% degli assunti a tempo indeterminato (1 per le imprese fino a 5 dipendenti). La commissione ha previsto che se si supera il limite, i contratti in eccesso si considerano a tempo indeterminato. Le norme si applicano alla somministrazione di lavoro a tempo determinato.  La commissione ha ripristinato l’obbligo di un piano formativo individuale in forma scritta, inizialmente cancellato dal governo, ma prevede modalità semplificate di redazione.Renzi: Polemiche sul Jobs Act? Tipiche nella campagna elettorale
In riferimento alle polemiche sul decreto lavoro ieri sera è intervenuto al Tg1 anche il premier Renzi. “Le polemiche dentro la maggioranza – ha detto il presidente del Consiglio –  sono tipiche di un momento in cui si fa campagna elettorale, ma con rispetto della campagna elettorale noi vogliamo governare. Sui dettagli discutiamo ma alla fine si chiuda l’accordo perché non è accettabile non affrontare il dramma della disoccupazione”.  “Bisogna decidere – ha concluso – non voglio perdere la faccia”.  – See more at: https://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/ContentItem-d1563258-a2e8-4993-ba00-964f076ce45d.html#sthash.EFz1einf.dpuf
Alla fine il voto di fiducia ha composto le divisioni interne alla maggioranza. Il decreto lavoro ottiene il via libera di Montecitorio con 344 sì, 184 no. Il voto finale del decreto è previsto domani alle 12. Poi il testo approderà a palazzo Madama, dove dovrà essere convertito entro il 19 maggio.
Il Nuovo Centrodestra di Angelino Alfano non ha fatto mancare il proprio sostegno al provvedimento, ma Ncd “non rinuncia a dare battaglia al Senato”  come ha affermato la capogruppo del Ncd alla Camera Nunzia De Girolamo. Secondo l’ex ministro Maurizio Sacconi, la formazione di Angelino Alfano “punterà a correggere il dl, soprattutto in tema di formazione pubblica per gli apprendisti (tornata obbligatoria) e tetto del 20% di utilizzo dei contratti a termine”.Cosa prevede il testo
Il decreto estende da 1 a 3 anni la durata del rapporto di lavoro a tempo determinato senza causale, ovvero senza ragione dell’assunzione. Il testo approvato dal governo prevedeva un massimo di otto proroghe contrattuali in 36 mesi, la commissione ha abbassato il tetto a cinque proroghe. I lavoratori `a termine´ non possono però essere in ciascuna azienda più del 20% degli assunti a tempo indeterminato (1 per le imprese fino a 5 dipendenti). La commissione ha previsto che se si supera il limite, i contratti in eccesso si considerano a tempo indeterminato. Le norme si applicano alla somministrazione di lavoro a tempo determinato.  La commissione ha ripristinato l’obbligo di un piano formativo individuale in forma scritta, inizialmente cancellato dal governo, ma prevede modalità semplificate di redazione.Renzi: Polemiche sul Jobs Act? Tipiche nella campagna elettorale
In riferimento alle polemiche sul decreto lavoro ieri sera è intervenuto al Tg1 anche il premier Renzi. “Le polemiche dentro la maggioranza – ha detto il presidente del Consiglio –  sono tipiche di un momento in cui si fa campagna elettorale, ma con rispetto della campagna elettorale noi vogliamo governare. Sui dettagli discutiamo ma alla fine si chiuda l’accordo perché non è accettabile non affrontare il dramma della disoccupazione”.  “Bisogna decidere – ha concluso – non voglio perdere la faccia”.  – See more at: https://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/ContentItem-d1563258-a2e8-4993-ba00-964f076ce45d.html#sthash.EFz1einf.dpuf

Cristina Di Pietro

Classe 1986. Laurea Magistrale in Lettere conseguita con il massimo della dignità. Citazione preferita: "se comprendere è impossibile conoscere è necessario" (P. Levi).

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