Nuove dipendenze, internet, tecnostress, mali dei cittadini digitali.
Le nuove dipendenze riguardano internet, computer e telefonino. Tecnologie che provocano anche nuove forme di stress. Primo passo: riconoscere che il problema esiste.
Le nuove dipendenze comprendono tutte quelle forme di dipendenza legate a un comportamento o a un’attività socialmente accettata, per esempio: gioco d’azzardo, sesso, dipendenza da internet, shopping, lavoro ecc. Per la maggioranza delle persone queste attività rappresentano parte integrante del normale vivere quotidiano, ma per alcuni possono diventare vere e proprie patologie con gravi conseguenze. Con il diffondersi capillare di internet e delle nuove tecnologie si sono diffuse anche le nuove dipendenze tramite forme preoccupanti di comportamento scorretto e disturbi della personalità. La dipendenza da prodotti tecnologici condivide con quella da sostanze alcune caratteristiche e provoca: dominanza – l’attività assume un valore primario tra tutti gli interessi – alterazioni dell’umore, assuefazione e crisi d’astinenza. Per l’elenco delle patologie, delle conseguenze e delle terapie legate alle nuove dipendenze consulta il sito della Società Italiana di Intervento sulle Patologie Compulsive (S.I.I.Pa.C.).
La dipendenza da qualunque cosa è sempre il sintomo di problemi più profondi, un vuoto che si cerca di colmare e che porta, nei casi più difficili a comportamenti o usi compulsivi. Per quanto riguarda le nuove dipendenze, la questione è di certo complessa. Si tratta di mezzi tecnologici che non ha senso demonizzare e sottostimare o per cui è utile sconsigliarne a prescindere l’uso. Infatti, come per ogni altra innovazione tecnologica, internet ha portato a un miglioramento nella vita delle persone e a un progresso considerevole sotto moltissimi punti di vista. Il punto è che, allo stesso tempo, può rappresentare un pericolo per chi non ne riesce a usufruire in maniera adeguata. L‘uso incosciente e eccessivo di internet può coinvolgere la persona nel corso del tempo fino all’assorbimento totale. La dipendenza da internet e le nuove dipendenze in generale non colpiscono solo individui con personalità deboli. Un nuovo rischio professionale si sta diffondendo in questi anni e comincia a mietere vittime fra i lavoratori. Si tratta del tecnostress: una sindrome causata dall’uso costante, simultaneo ed eccessivo di tecnologie dell’informazione e di apparecchi informatici e digitali.
I principali segnali che caratterizzano la dipendenza da internet sono: bisogno di accedere alla rete sempre più frequentemente e trascorrere un tempo sempre maggiore in rete; marcata riduzione di interesse per altre attività; isolamento e/o paura della socializzazione reale; agitazione psicomotoria, ansia, depressione, pensieri ossessivi su cosa accade online; impossibilità di interrompere o tenere sotto controllo l’uso di internet; continuare a utilizzare internet nonostante la consapevoleza di problemi fisici, sociali, lavorativi o psicologici provocati dalla rete; disturbi dell’alimentazione o del sonno. In Italia da qualche anno è stato aperto un Ambulatorio per la dipendenza da Internet, al Policlinico Gemelli di Roma. I dati sono preoccupanti, soprattutto perché il disturbo sembra colpire prevalentemente i giovani adolescenti. Infatti solo il 20% tra i pazienti sono adulti. Dal reportage di un anno fa dell’HuffingtonPost:
i ragazzi assuefatti alla rete sono l’80% dell’utenza del Day Hospital di Psichiatria del Gemelli, e per lo più sono di sesso maschile. Il restante 20% sono adulti e nel loro caso, a destare problemi, sono le ore di gioco d’azzardo online e di accesso ai siti porno che arrivano a far perdere il posto di lavoro. Nei casi più acuti i giovani passano fino a 18 ore al giorno di fronte ad uno schermo.
Le nuove dipendenze non vanno sottovalutate, ma riconosciute come tali e considerate in un’ottica complessiva per una valutazione corretta della società contemporanea e dei disturbi caratteristici di questo tempo. Riconoscere che il problema esiste è sempre il primo passo da affrontare per poter garantire l’integrità e la salute dell’individuo e, dunque, della società – o anche solo della quotidianità – di cui fa parte.