Gabriel García Márquez, addio allo scrittore Nobel per la letteratura
All’età di 87 anni ci ha lasciati Gabriel García Márquez, uno tra gli scrittori più importanti della recente storia della letteratura.
La vita non è quella che si è vissuta, ma quella che si ricorda e come la si ricorda per raccontarla.
E la vita di Gabriel García Márquez ha molto da raccontare. Ci ha lasciati, all’età di 87 anni, uno tra i più grandi scrittori della recente generazione, ma soprattutto uno tra i più grandi simboli artistici della cultura iberica e sudamericana. Lo scrittore di origini colombiane, infatti, ha ricevuto numerosi riconoscimenti durante l’arco della sua lunga carriera, vedendo il suo nome accostato addirittura a quello di Miguel de Cervantes; una tra le opere di Gabriel García Márquez, Cent’anni di solitudine, è stata infatti votata come seconda opera in lingua spagnola più importante di tutti i tempi, preceduta solo da Don Chisciotte della Mancia.
E pensare che la sua carriera, almeno inizialmente, non sembrava affatto indirizzata verso la letteratura: dopo aver abbandonato gli studi di giurisprudenza e scienze politiche, infatti, Gabriel García Márquez inizia a lavorare come redattore, reporter e critico cinematografico, scrivendo il suo primo racconto solo nel 1947, dopo aver ricevuto numerosissimi riconoscimenti “umanistici” da personaggi di spicco come Che Guevara e Bill Clinton.
Cent’anni di solitudine, pubblicato nel 1967, rappresenta sicuramente la sua opera più celebre, ricca di allusioni alla cultura popolare sudamericana e di quel “realismo magico” che lo renderà celebre in tutto il mondo. Dopo un breve ritorno al giornalismo in occasione del colpo di stato del generale Pinochet, Gabriel García Márquez torna ad occuparsi della letteratura, pubblicando a cavallo degli anni 70′ e degli anni ’80 opere celebri come L’autunno del patriarca e L’amore ai tempi del colera, da cui verrà tratta anche una pellicola cinematografica di successo. Gli ultimi lavori gli permettono di ottenere il Nobel per la Letteratura nel 1982, per poi continuare ad occuparsi di giornalismo, intrattenendo stretti contatti con ulteriori figure di spicco come l’ex leader sovietico Michail Gorbachev ed Hugo Chávez.
Nel 1999 un cancro linfatico lo tiene a lungo lontano dal mondo del giornalismo, ma non da quello della letteratura, visto che comincia a scrivere le sue memorie. Dopo aver sconfitto il terribile male, lo scrittore pubblica il suo ultimo romanzo, Memoria delle mie puttane tristi, e numerose autobiografie. Dopo aver contratto la malattia d’Alzheimer nel 2012, Gabriel García Márquez si spegne il 17 aprile 2014, a causa di problemi respiratori ed un’infezione alle vie urinarie.
Lo vogliamo ricordare non solo attraverso le sue gesta, ma anche attraverso i personaggi che hanno rappresentato le sue opere:
Non si muore quando si deve, ma quando si può. (Cent’anni di solitudine)
Si può essere innamorati di diverse persone per volta, e di tutte con lo stesso dolore, senza tradirne nessuna, il cuore ha più stanze di un bordello. (L’amore ai tempi del colera)
È impossibile non finire per essere come gli altri credono che uno sia. (Memoria delle mie puttane tristi)