Politica

Ignazio Marino, dipendenti capitolini e i romani. Amore finito

Ignazio Marino è praticamente al vertice del disastro. Non c’è dipendente capitolino che sia soddisfatto dell’amministrazione e i romani sono sul piede di guerra. La Roma che nessuno vorrebbe è targata PD

il 9 giugno 2013 Ignazio Marino vinceva al ballottaggio contro il sindaco uscente Gianni Alemanno con 64.445 voti, pari al 63.93%. Numeri importanti che oggi rischiano di essere un boomerang. Non funziona più nulla a Roma. Se non, a detta di Valentina Grippo e Tripadvisor, il turismo. Pare che Roma sia passata dal quarto al secondo posto tra le destinazioni più apprezzate al mondo dai turisti. Se vogliamo dichiarare la vittoria turistica di Roma, non possiamo esimerci dal dichiarare fallimento su tutti gli altri fronti. Quel che è peggio è il totale abbandono che i dipendenti capitolini stanno vivendo. Ricordo la campagna elettorale dove, tra un Daje e una foto, si parlava di città a misura di bambino e di un candidato sindaco che si proclamava garante anche dei diritti dei dipendenti capitolini.

Invece i dati e i fatti sono assolutamente diversi. I bambini stanno in scuole che gli crollano sulla testa, altre che non hanno abbastanza personale extra scolastico – vedi bidelli – indispensabili per il controllo dei bambini; gli asili nido soffrono terribilmente la riduzione degli orari, la riduzione dei dipendenti e il triste destino che parrebbe toccare a educatori ed insegnanti nelle varie scuole, partendo dalle precarie storiche fino a chi si avvicina al pensionamento.

ATAC, l’azienda municipalizzata dei trasporti che ha cominciato a soffrire delle responsabilità delle passate amministrazioni ad inizio gestione Ignazio Marino, vedi la truffa dei biglietti clonati, ma oggi risulta in evidente deficit di mezzi, non abbastanza efficaci e non abbastanza organizzati, per soddisfare le esigenze della popolazione romana e di quella che incrementa il dato di Tripadvisor. Ma i cittadini individuano nella causa e nella colpa i dipendenti della fascia più debole e non responsabile, quelli che per strada ci stanno, che non hanno gestito l’Azienda, e che in automatico passano per svogliati, cattivi o farabutti. Facile dire “Prima il dovere! Se l’azienda richiede dello straordinario meglio che lavorino e ringrazino pensando ai disoccupati!”. Certo, dopo ore di lavoro, nel traffico di Roma, e magari con i figli al nido che riduce l’orario con le nuove delibere.

AMA, l’azienda municipalizzata che si occupa di rifiuti e che non sa più dove metterli. I dipendenti di questa azienda fanno parte del “trittico” dei più attaccati; al pari degli agenti della Polizia Locale e ATAC. Avevo intervistato Giovanni Belluomo che mi raccontò degli enormi disagi dei dipendenti. Le RSU hanno ricevuto una “proposta” a firma Patrizia D’angeli, Giovanni Belluomo, Rita Salerno, e Maurizio Ambrosi, anch’essi rappresentanti RSU. Un passaggio mi ha particolarmente colpito:

… È inaccettabile che i lavoratori AMA siano oggetto di siffatte mistificazioni di fronte alla cittadinanza già vittima di una gravosa tassa sui rifiuti e insoddisfatta di un servizio PAP carente e improvvisato, le cui responsabilità non sono certamente riconducibili alle migliaia di dipendenti impegnati quotidianamente sulla strada.

Ed i risultati non si fanno attendere: apprendiamo dalla rete che già le tensioni con il “solerte” cittadino che attribuisce la responsabilità del disagio al primo che vede, ovvero il più debole, ha portato alle aggressioni non solo verbali. Lo scaricabarile è già iniziato, la guerra tra poveri anche.

E che dire degli Agenti della Polizia Locale di Roma Capitale? E’ così facile sparare cattiverie sui caschi bianchi! Se non fanno le multe sono dei ruba stipendio, se le fanno sono maledette sanguisuga che vanno a rimpinguare le casse. Se rincorrono i venditori ambulanti e si prendono delle sassate non hanno neppure l’indennità, ricordate il vigile al quale venne strappato mezzo dito a morsi da un fermato, o l’agente preso a testate in zona Tuscolana? Probabilmente no, se non leggete la cronaca di Roma e non seguite SenzaBarcode ed i pochi che riportano le notizie dei poveri “pizzardoni”. Oggi si parla di movida, di alcol da vietare, di Trastevere, di piazze e siti che ci invidia il mondo intero, si commenta come sia stato efficace l’intervento della Polizia Locale in Piazza di Spagna e di quanto era bella senza tutti i venditori ambulanti abusivi. Certo che la sicurezza a Roma è basilare, ma la sicurezza costa denaro che solo l’amministrazione può mettere a disposizione. E se manca il personale non è possibile coprire tutte le aree di una città grande come due New York. Il 2 aprile Ignazio Marino ha incontrato i sindacati Cgil, Cisl e Uil, un incontro che pare aver gettato nuove basi per il  perfezionamento della situazione della Polizia Locale e dei partecipanti al concorso con la calendarizzazione delle procedure, dato che finalmente si è insediata una nuova commissione. Si è parlato anche del piano ferie, bloccato per circa un mese degli eventi eccezionali di aprile, di titoli di viaggio TPL e anche una nuova pianificazione dei doveri del corpo. Stefano Giannini, segretario del Supl è critico a proposito:

“Oramai sono costretti a farsi le riunioni tra di loro in modo da non avere voci che dissentono. Si riuniscono per concordare che l’acqua è bagnata. Se ci sono centinaia di migliaia di € per pagare gli straordinari dei papi come avrebbe fatto oggi il sindaco a dire che non vi erano i soldi per pagare chi fa le notti?”

Ora si aggiunge la relazione del Ministero dell’economia e delle Finanze sul salario accessorio dei dipendenti capitolini. “Niente tagli” si affrettando a dire Sindaco e Vicesindaco, ma sarà davvero così? Intanto la convocazione dei sindacati è già partita dopo che per mesi si sono fatti incontri proprio sul tema, e ciò non induce a pensare nulla di positivo. Che si voglia condividere con altri il baratro, e con effetto scaricabarile fa pensare al cittadino che tagliare un po’ del loro magro stipendio non è un male? Non sono responsabili del disastro romano, ma sicuramente saranno quelli che per strada prenderanno gli insulti al posto dei responsabili.

Non vorrei essere in Campidoglio in questi giorni, ma Ignazio Marino ha scelto di esserci, si è battuto per esserci e il 64% dei romani lo ha preferito a Gianni Alemanno, da tempo doveva dimostrare che ne è valsa la pena ma così non è stato.

Cari Ignazio Marino, Gianni Alemanno e tutti voi dell’amministrazione, vi lascio con una citazione di un dipendente capitolino che ben rappresenta il malumore generale, fatene tesoro, ma fatelo ora approfittando anche del fatto che SenzaBarcode non è ancora stato attaccato dagli hacker per oggi  (siamo stati off line per tre giorni):

“Gente che non ha mai lavorato e dà del fannullone agli altri”. 

Sheyla Bobba

Classe 1978. Appassionata di comunicazione e informazione fin da bambina. Non ha ancora 10 anni quando chiede una macchina da scrivere come regalo per il sogno di fare la giornalista. A 17 anni incontra un banchetto del Partito Radicale con militanti impegnati nella raccolta firme per l’abolizione dell’Ordine dei Giornalisti e decide che avrebbe fatto comunicazione e informazione, ma senza tesserino. Diventa Blogger e, dopo un po’ d’inchiostro e font, prende vita il magazine online SenzaBarcode.it Qualche tempo dopo voleva una voce e ha creato l’omonima WebRadio. Con SBS Edizioni & Promozione si occupa di promozione editoriale e pubblicazione. Antipatica per vocazione. Innamorata di suo marito. Uno dei complimenti che preferisce è “sei tutta tuo padre”.

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