Cronaca

Diritto di sciopero: Renzi vuole cancellarlo durante il semestre di presidenza UE

Diritto di sciopero: il governo Renzi “chiede” di non scioperare durante il semestre di presidenza UE. Come se i diritti dei lavoratori potessero essere cancellati solo per far bella figura in Europa. Mentre i sindacati maggiori abbassano la testa, altri, come l’ USB, ci inviano i loro comunicati stampa:

Diritto di sciopero: il Governo vuole cancellarlo durante il semestre presidenza UE ed EXPO

L’USB protesta davanti alla Commissione di Garanzia

15 aprile, Roma – Piazza del Gesù – ore 10.00

Il Governo, attraverso la Commissione di Garanzia, chiede di non scioperare per tutto il semestre di presidenza italiana dell’Unione Europea, da luglio a dicembre 2014, e per l’Expo del 2015.

Tutto questo avviene mentre nel Paese sono in corso vertenze di rilevanza eccezionale, come ad esempio nel settore dei trasporti, e mentre continua l’emorragia di posti di lavoro.

Siamo di fronte ad un attacco concentrico al diritto di sciopero e conseguentemente al diritto dei lavoratori di difendere i propri interessi. Secondo l’Unione Sindacale di Base è necessario iniziare a rispondere in modo chiaro a chi intende vietare l’esercizio di questo diritto costituzionale. Pertanto l’USB organizza il prossimo 15 aprile una manifestazione davanti la Commissione di Garanzia, in Piazza del Gesù a Roma, a partire dalle ore 10.00.

La “legge antisciopero”, nata nel 1990 contro il sindacalismo di base che rivendicava in modo radicale lavoro, salario e diritti, si è via via fatta sempre più repressiva e governi e aziende ne hanno ampliato progressivamente gli ambiti di applicazione.

La Commissione di Garanzia ha fatto la differenza e con una serie di regolamentazioni, imposte o accettate da Cgil, Cisl e Uil, impedisce in modo ormai indecoroso l’esercizio del diritto di sciopero, non per tutelare l’utenza, ma per sostenere le ragioni delle aziende.

Da anni Cgil, Cisl, Uil e Ugl firmano contratti ed accordi che limitano questo diritto. L’ultimo accordo, quello del 10 gennaio 2014, lega l’esercizio di sciopero a sanzioni per chi osi contrastare quanto sottoscritto da aziende e sindacati complici. Oltre a limitare l’attività sindacale delle strutture di azienda di Cgil, Cisl e Uil, nega in modo illegittimo ed incostituzionale la rappresentanza sindacale a quelle sigle che, non accettando il divieto di sciopero, decidono di non aderire al “loro” accordo.

Ma il conflitto sindacale è il regolatore dei rapporti tra aziende e lavoratori: non può essere represso e va rivendicato. Per questo il presidio del 15 aprile rappresenta la ripresa dell’iniziativa sindacale a tutela del diritto di sciopero e contro la stretta autoritaria in atto nel Paese.

Marika Massara

Nata e cresciuta in provincia di Milano, emigrata in Calabria, adottata da Roma, non posso che definirmi italiana. Amo la mia Calabria, il mare d'inverno e il Rock. Da sempre attenta alla politica (più che ai politici), non posso che definirmi assolutamente di sinistra. Segni particolari: Milanista sfegatata.

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